Nonostante la sonora sconfitta torniamo alla carica, anzi rilanciamo: parità di genere in giunta!
La bocciatura dell’emendamento per l’introduzione della doppia preferenza di genere nella nuova legge elettorale della Regione Abruzzo è stata il frutto della convergenza di gran parte dei consiglieri regionali su una posizione di arroccamento contro la “minaccia” di un’inedita concorrenza femminile nella corsa per le preferenze.
E’ davvero deprimente che abbia raccolto soltanto 8 voti favorevoli una proposta sostenuta da migliaia di cittadine e cittadini della nostra Regione che hanno sottoscritto la petizione di “Se non ora quando†(25 no, 8 si, 1 astenuto, molti assenti).
 La modalità con cui si è consumata la liquidazione della proposta è stata davvero di cattivo gusto anche se pare andar di moda (vedi Regione Puglia).
Il voto segreto formalmente richiesto da berlusconiani e centristi è stato un favore per chi nel centrosinistra voleva votare contro senza doversi esporre. Forse il voto segreto è più grave del voto contrario perché alimenta un clima di sfiducia nei confronti di una politica che  non mantiene la parola data.
Proprio per dissociarci da questo trucchetto io e Saia abbiamo mostrato alle telecamere la scheda con il nostro si.
Noi comunisti abbiamo votato a favore con convinzione trattandosi di una proposta che, tra l’altro, Rifondazione aveva proposto in Abruzzo già nella precedente legislatura regionale (allora fu bloccata dal PD, memorabili le dichiarazioni di un noto esponente dei DS) ed era un punto del nostro programma elettorale.
Il PD si è dichiarato a favore, ma almeno per metà ha votato contro.
I furbetti della politica, abituati a dire una cosa e a votare l’esatto contrario, hanno scritto l’ennesima brutta pagina della politica regionale.
Comunque non ci rassegniamo. L’introduzione della doppia preferenza di genere è diventata ancor più necessaria perché la sacrosanta abolizione del “listino†rischia di rendere ancor più rarefatta la presenza femminile nel prossimo Consiglio Regionale. Inoltre è assurdo che le leggi regionali escludano una prescrizione che è stata introdotta dal parlamento per le elezioni dei consigli comunali (vedi legge 215/2012).Â
 TORNEREMO ALLA CARICA nei prossimi giorni con una proposta legislativa specifica che riprenda integralmente le proposte di “Se non ora quandoâ€.
Anzi rilanciamo. Proprio ieri ho depositato una proposta di legge di modifica dello Statuto regionale per introdurre la parità di genere nella della composizione Giunta Regionale: “All’interno della Giunta regionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%â€.
 Poche parole per fare una piccola rivoluzione. Vediamo se si nasconderanno  di nuovo con il voto segreto.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
IL TESTO DELLA PROPOSTA:
Progetto di legge regionale: Modifica ed integrazione all’articolo 46 dello Statuto della Regione Abruzzo
 Art. 1
(Modifica ed integrazione dell’articolo 46 dello Statuto)
1. Al comma 1, dell’articolo 46 dello Statuto, sostituire “20%†con “50%â€.
2. Dopo il comma 2, dell’articolo 46 dello Statuto, è aggiunto il seguente comma:
“2bis. All’interno della Giunta regionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%.â€
  Relazione
  È cosa nota che l’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa, e non solo, in quanto a presenza delle donne nelle istituzioni. Le ragioni di tale arretratezza attengono a motivazioni complesse di ordine storico, culturale e politico.
 Sono ormai trascorsi 68 anni dalla conquista del diritto di voto attivo e passivo per le cittadine italiane, ma le donne continuano a scontrarsi contro un vero e proprio muro di cristallo che impedisce, di fatto, una pari possibilità fra uomini e donne di competere per l’assegnazione di seggi nelle istituzioni rappresentative ad ogni livello di governo.
 Scopo delle modifiche statutarie proposte è di dare piena effettività , nel limite delle competenze regionali, e nel rispetto della Costituzione, al principio di pari opportunità tra donne e uomini nella rappresentanza all’interno delle Istituzioni.
 In particolare viene garantita la presenza paritaria nell’esecutivo regionale anche nel caso di mancata o ridotta presenza delle donne all’interno del Consiglio.
  Pertanto si propone la modifica del comma 1 dell’articolo 46 dello Statuto prevedendo che il numero degli assessori esterni possa essere non inferiore al 50 per cento e l’aggiunta del comma 2bis nel quale si prevede la presenza paritaria dei due sessi all’interno della Giunta regionale.
link utili:
 le candidate nell’immaginario dei consiglieri regionali:
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All’interno della Giunta regionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%â€.
incredibile! come rendere impossibile qualunque elezione con una sola riga!!
cioe`, se non sono esattamente pari, niente? non ci puo’ essere una variabile a seconda delle persone?? sara’ in pratica, difficilissimo da assicurare e facile da manipolare: perche` in ogni elezione ci sia 50-50 rappresentanza, bisognera’ forzare i risultati! Forse ti riferivi alle liste??
“ogni sesso rappresentato almeno al 40%” non sarebbe piu’ pratico? (e puo’ succedere anche al sesso maschio..) cosi’ magari ci lasci pure il 10% al terzo sesso…e gia’ che ci sei, a parte essere una regione altamente sessista, lo e’ anche razzista, percui approfitta per metterci una percentuale di minoranze uguale alla realta’. e se non riesci a pensare, lascia il posto ad una donna, che noi stiamo in piedi da sempre.
[…] Martedì 9 aprile all’ordine del giorno del Consiglio regionale c’è la mia proposta di legge per lo stop dei doppi vitalizi. Spero che venga approvata e che comunque non si ricorra di nuovo al trucchetto del voto segreto come è successo sulla doppia preferenza di genere. […]
[…] E non bisogna stupirsi che non vi sia nessuna donna in giunta visto che mezzo PDÂ in consiglio regionale ha votato insieme al PDL a scrutinio segreto contro la doppia preferenze…. […]
[…] della commissione e pronte per arrivare in aula proposte di legge su questioni come la doppia preferenza di genere (che non si capisce perché debba valere per i comuni e non in Regione), il collegio unico […]
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