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La signora in rosso. Angela Lansbury era una compagna

La scomparsa della celebre attrice Angela Lansbury ha suscitato un’onda di ricordi su giornali, tv e ovviamente social media. Non poteva che essere così per una figura familiare al grande pubblico. Un particolare della sua biografia non mi pare che non sia stato messo in evidenza. Democracy Now e Jacobin magazine hanno ricordato che Angela Lansbury era una compagna e che la sua famiglia aveva una storia gloriosa di impegno nel movimento socialista. La popolare attrice si definiva “un’orgogliosa socialista”. Suo nonno, George Lansbury, fu una figura leggendaria e capo del partito laburista dal 1932 al 1935, fortemente schierato contro il capitalismo e l’imperialismo, pacifista cristiano e sostenitore del diritto di voto per le donne. Non si arricchì mai e visse sempre in un quarteire poverissimo dell’East End londinese dove da sindaco guidò la Poplar Rates Rebellion nel 1921.  Nonno Lansbury si dimise dal partito laburista nel 1935 a causa del suo estremo pacifismo. 

Non fu solo il nonno di Angela Lansbury ad avere una biografia militante, ma anche suo padre Edgar  che fu arrestato per la rivolta del 1921. Dal 1924 al 1925 Edgar Lansbury fu sindaco di Poplar. Fu il secondo sindaco comunista del Regno Unito dopo Joe Vaughan ed entrò a far parte del Comitato Centrale del Partito Comunista della Gran Bretagna.

La zia di Angela Lansbury, Daisy Postgate, sorella di Edgar, aiutò la leggendaria suffragetta comunista Sylvia Pankhurst a sfuggire alla polizia travestendosi da lei. Daisy sposò Raymond Postgate , giornalista e membro fondatore del Partito Comunista Britannico, nel 1918.

Paul W. Fleming del sindacato degli attori e dei lavoratori creativi UK Equity a cui è stata iscritta per una vita l’ha salutata così su twitter: “Angela Lansbury può essere stata una dama, ma è sempre stata una compagna”.

In occasione delle elezioni del 2017 Angela Lansbury espresse pubblicamente il suo sostegno a Jeremy Corbyn: “Sono un’attrice… sono anche socialista”. 

 

 

 

David Swanson: Cosa c’è di peggio che rischiare l’apocalisse nucleare?

David Swanson e altri pacifisti USA avevano scritto una lettera aperta al Washington Post che non è stata pubblicata. Poi Swanson ha scritto questo articolo che non ha avuto miglior sorte. 
Cosa c’è di peggio che rischiare la distruzione della vita sulla Terra attraverso la guerra nucleare e la creazione di un inverno nucleare? Cosa c’è di più importante che proteggere il mondo da un rapido collasso climatico che sarebbe un’apocalisse nucleare?
Vuoi che dica “coraggio” o “bontà” o “libertà”? O “tenere testa a Putin”? Non lo farò. La risposta ovvia è quella giusta: niente. Niente è più importante che preservare la vita. I morti hanno pochissima libertà e praticamente non si oppongono a Putin.
Se vuoi che i criminali di guerra siano ritenuti responsabili, chiedi al governo degli Stati Uniti di sostenere la Corte penale internazionale e lo stato di diritto per tutti, compresi gli americani, esattamente come promesso a Norimberga dal procuratore capo degli Stati Uniti, il giudice Robert Jackson. Ma non rischiare l’Armageddon.
Se avrò la miserabile fortuna di trovarmi solo tra le macerie e l’oscurità di un mondo abitato principalmente da scarafaggi, il pensiero “Beh, almeno abbiamo resistito a Putin”, non mi conforterà nel mio monologo interiore. Sarà subito seguito da questi pensieri: “Chi ha deciso di rendere così potente quel piccolo cretino? Avrebbero dovuto esserci altri millenni di vita, amore, gioia e bellezza. Avrebbe dovuto essere una nota a piè di pagina in oscuri testi di storia”.
Ma qual è, vi chiederete, l’alternativa al rischio di una guerra nucleare? Sdraiarsi e dare agli invasori tutto ciò che vogliono? Anche se sarebbe davvero un’alternativa preferibile, ce ne sono di migliori disponibili e lo sono sempre state.
Un’alternativa sarebbe perseguire il cessate il fuoco, i negoziati e il disarmo, anche se ciò significa scendere a compromessi con la Russia. Tenete presente che i compromessi sono imprese a doppio senso: questi coinvolgerebbero anche la Russia che scenderebbe a compromessi con l’Ucraina.

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Mentana e SWG cancellano Unione Popolare dal sondaggio settimanale

LA “MISTERIOSA” SCOMPARSA DI UNIONE POPOLARE
Noto che Enrico Mentana non ha inserito tra i soggetti politici nel sondaggio settimanale Unione Popolare.
Faccio presente che cancellare un soggetto politico dal sondaggio settimanale significa farlo sparire dalla percezione popolare. Al contrario citarlo ogni settimana ne fa alla lunga un soggetto riconosciuto.
Parlo di discriminazione perché nella tabella c’è una formazione come “Noi moderati” che alle elezioni ha preso lo 0,9% e che ora viene data dal sondaggio all’1,2%.
Dunque la formazione centrista ha una dimensione più piccola di Unione Popolare.
Non si capisce dunque perché Unione Popolare non sia menzionata.
È noto che i sondaggi possono essere usati come strumenti di manipolazione dell’opinione pubblica. UP non è neanche menzionata nella domanda che SWG pone al suo campione. E sarebbe interessante conoscere quale giustificazione ci sia per questa omissione. 
Non so se siamo di fronte a un’operazione di killeraggio o semplicemente a distrazione. Non ci si venga a dire che siamo scesi sotto l’1 in questi giorni perché l’elettorato che ci ha votato è notoriamente molto convinto.
Più sensato immaginare che chi voterebbe UP abbia risposto “altre liste”.
Auspico che Enrico Mentana, Tg La7 o SWG pongano riparo.
È una questione di democrazia.
P.S.: Noi di Rifondazione Comunista ben conosciamo le conseguenze dell’oscuramento mediatico. 

J. Arch Getty: Holodomor, nuove fonti e antiche narrazioni (2018)

Il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy e la First Lady Olena Zelenska rendono omaggio alle vittime dell’Holodomor al memoriale in Piazza Mykhailivska a Kyiv.

Tempo fa ho letto su Il Foglio un articolo di Adriano Sofri, In Ucraina le carestie di epoca staliniana sono un conto aperto”che citava lo storico Andrea Graziosi: “dal 1987-88, la riscoperta e l’interpretazione della carestia hanno giocato in Ucraina un ruolo cruciale nello scontro“. Il riferimento in base al quale veniva assunta la narrazione dell’Holodomor era questo saggio di Graziosi del 2004. La storiografia internazionale però non è che condivida molto questa tesi. Ho tradotto un articolo dello storico statunitense Arch. J. Getty dal titolo “Nuove fonti e antiche narrazioni” pubblicato nel 2018 su Contemporary European History in cui contesta apertamente la tesi di Graziosi e degli storici nazionalisti ucraini sull’Holodomor. Getty sulla London Review Of Books aveva bocciato già  nel 1987 il libro dello storico britannico Robert Conquest che per primo aveva dato “una certa credibilità  accademica a una teoria che non è stata generalmente accettata da studiosi apartitici al di fuori dei circoli delle nazionalità  esiliate. Nel clima politico conservatore di oggi, con il suo discorso sull'”impero del male”, sono sicuro che il libro sarà  molto popolare”.   Insomma in pieno periodo reaganiano Conquest – storico della guerra fredda dall’attendibilità  già  ampiamente  contestata (si veda R.W.Davies sulla New Left Review) – riprendeva “la storia della carestia intenzionale(…) un articolo di fede per gli emigrati ucraini in Occidente sin dalla Guerra Fredda. Gran parte della descrizione di Conquest è tratta da pezzi d’epoca come The Golgoltha of the Ukraine (1953), The Black Deeds of the Kremlin (1953) e Communism the Enemy of Mankind(1955).” La recensione di Getty la trovate qui. La questione non è meramente storiografica perchè, come ha spiegato lo stesso Andrea Graziosi, l’Holomodor è diventato un elemento essenziale della memoria collettiva del nazionalismo ucraino e della costruzione del sentimento antirusso. L’uso politico della storia da parte del nazionalismo sponsorizzato dagli USA è pari a quella del putinismo dall’altro lato. Non a caso il PD ha presentato addirittura una proposta di legge per il riconoscimento dell’Holodomor come genocidio. Questa vicenda mi ricorda su scala molto più grande quella che ci ha riguardato sul confine orientale. Pubblicherò prossimamente anche la recensione molto critica della storica australiana Sheila Fitzpatrick sul libro della giornalista-storica Anne Applebaum “La grande carestia” (titolo originale Red famine), una forte sostenitrice dell’Ucraina. Sono antistalinista e antifascista da sempre e per questo credo che bisogna esercitare il massimo di vaglio critico possibile in un tempo di opposte propagande di guerra. Anche la storia è un campo di battaglia, come dimostra la vicenda del massacro di Katyn. Segnalo che Conquest e Applebaum sono stati tradotti in Italia da grandi case editrici e sponsorizzati dalla destra e dalla stampa, mentre di Getty e Fitzpatrick non mi risultano opere tradotte. Buona lettura. Continue reading J. Arch Getty: Holodomor, nuove fonti e antiche narrazioni (2018)

Northstream2: “thank you USA!”

Nella dichiarazione congiunta di Biden e Zelensky del 1 settembre 2021 si faceva specifica menzione del gasdotto Northstream 2 come “minaccia alla sicurezza energetica dell’Europa”:
“Affrontare l’impatto del Nord Stream 2:
Gli Stati Uniti e l’Ucraina continuano a opporsi al Nord Stream 2, che consideriamo una minaccia alla sicurezza energetica europea. Gli Stati Uniti intendono continuare a utilizzare le misure previste dalla legislazione e dalla diplomazia energetica, anche attraverso la recente nomina di un alto consulente per la sicurezza energetica, per mantenere il ruolo di transito dell’Ucraina e la sicurezza dell’approvvigionamento durante questo periodo di transizione energetica e per impedire l’uso da parte del Cremlino di energia come arma geopolitica. I governi degli Stati Uniti e dell’Ucraina sostengono gli sforzi per aumentare la capacità di forniture di gas all’Ucraina da fonti diversificate.”
Ovviamente nessuna sicurezza energetica europea era minacciata. Semmai la possibilità di bloccare l’esportazione di gas russo verso l’Europa da parte della NATO. 

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