La “deforma” della Costituzione è come la Fornero: un cambiamento negativo. Sentire usare argomenti anticasta da parte del Pd è offensivo. Tagliassero i privilegi, non il nostro diritto di eleggere i parlamentari
D’Alfonso come De Luca: riunisce sindaci abruzzesi per campagna elettorale sul referendum. “Scatenatevi” e invitate “anche le vostre mogli a scatenarsi”.
Pur senza raggiungere i toni di violenta volgarità del suo amico campano anche il Presidente della Regione Abruzzo continua ad abusare del suo ruolo istituzionale nella campagna referendaria sulla Costituzione.
Probabilmente la presenza di due giornalisti – che D’Alfonso ha immediatamente identificato – lo ha portato a tenere un intervento più garbato ma la sostanza è la stessa.
D’Alfonso dice ai sindaci: “In questi ultimi sette giorni vi voglio chiedere di scatenarvi, voglio parlare alle vostre mogli invitando anche loro a scatenarsi. Deve aumentare la quantità di vostre iniziative, anche frontali. Quando siete candidati voi, ogni minuto è dedicato alla campagna elettorale. Deve scattare questoâ€.
Il Presidente usa la sua carica per condizionare l’orientamento dei sindaci che soprattutto nei piccoli comuni in caso di scarso risultato del Si potrebbero temere ritorsioni in termini di finanziamenti e disattenzione da parte della Regione.
D’Alfonso probabilmente ha modulato le parole in modo da non incorrere nell’accusa penale di voto di scambio ma far balenare centinaia di milioni di euro di fondi ancora assegnare – dopo il 4 dicembre – con Masterplan, Psr dell’agricolutra, Por-Fesr del Piano di sviluppo urbano, fondi Fse e Fsc nazionale e ricordare il suo ruolo in cabina di regia suona come un avvertimento ben chiaro a chi lo conosce.
D’Alfonso invita, o per meglio dire, ordina agli amministratori locali di fare campagna a tappeto come se fossero candidati. Democristiano com’è intende dire che si aspetta che portino al Si la stessa quantità di voti che controllano e muovano nelle elezioni amministrative. Dati misurabili, controllabili, su cui chiedere conto.
insomma in ballo non c’è la Costituzione ma i soldoni. Bisogna far votare Sì non lo fa sulla base del contenuto della “deforma” costituzionale ma della costruzione di una filiera politica in cui D’Alfonso rappresenta l’anello di congiunzione col Presidente del Consiglio.
La solita vecchia politica clientelare che viene mobilitata per fare il casa per casa gettando nell’ultima settimana il peso delle cariche amministrative.
Ennesima dimostrazione che la casta regionale, proprio quella che si è avvalsa della prescrizione e coinvolta in molteplici vicende giudiziarie come D’Alfonso, non vede il Si come un pericolo ma come un’opportunità .
Non consentiamo a questi politicanti da terzo mondo di stravolgere la Costituzione. I soldi pubblici non sono di Renzi nè di D’Alfonso.
Dopo aver letto il post banale e unilaterale di Roberto Saviano sulla morte di Fidel Castro mi sono imbattuto in questo brano dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano. Non posso che consigliarne la lettura ai tanti Saviano che in queste ore commentano la morte di uno dei più grandi eroi del Novecento con toni degni di Trump, senza nemmeno avere l’attenuante di essere esuli cubani in Florida.
Sto ancora aspettando di vedere l’agenda del sindaco. Suo comportamento scorretto e illegale: basta leggere circolare Prefettura
Ieri ho denunciato in diretta tv il malcostume del sindaco di Pescara che è arrivato presso gli studi Rai di Saxa Rubra con auto, autista e addetto stampa del Comune per partecipare a una tribuna politica che nulla aveva a che fare con i suoi compiti istituzionali.
Il sindaco in trasmissione aveva risposto alla mia critica con un impegno: “Fornirò all’onorevole Acerbo anche la mia agenda così spieghiamo quali sono le ragioni che ci hanno condotto a Romaâ€.
Peccato che poi che nel prolisso comunicato sull’argomento il sindaco Alessandrini non abbia fornito alcuna delucidazione sulle ragioni per cui i contribuenti pescaresi hanno dovuto pagare benzina, autostrada, e due dipendenti comunali per consentire a Marco Alessandrini di andare a fare campagna elettorale fuori Regione.
Ricordo che il comportamento del sindaco, come quello di quasi tutti gli esponenti di governo nazionale, regionale o locale del PD del NCD contrasta con la normativa in materia di campagna elettorale (e non solo).
Il sindaco ha ricevuto, come tutti i suoi colleghi, la tradizionale circolare della Prefettura che al punto a) chiarisce che “singoli soggetti titolari di cariche pubbliche (…)possono compiere, da cittadini, attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenzeâ€.
La critica al sindaco di Pescara non è dunque antipolitica ma richiamo al rispetto della normativa e della correttezza istituzionale.
Oggi pare che il sindaco andrà a Napoli a una manifestazione per il Si con la sua automobile e a sue spese. Segnalare il malcostume è servito a ricondurre il sindaco a comportamenti più corretti.
Purtroppo le cattive frequentazioni hanno incrinato la cultura della legalità che avrebbe dovuto contraddistinguere il nostro sindaco.
Maurizio Acerbo, segreteria nazionale Rifondazione Comunista