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REFERENDUM: SOLO UNA TRUFFA IL RITORNELLO SUL CAMBIAMENTO

no chiara santroniLa “deforma” della Costituzione è come la Fornero: un cambiamento negativo. Sentire usare argomenti anticasta da parte del Pd è offensivo. Tagliassero i privilegi, non il nostro diritto di eleggere i parlamentari

di MAURIZIO ACERBO*

Siete mai stati in Germania, Norvegia, Danimarca o Olanda? Lì «la sera delle elezioni» nessuno sa chi ha vinto perché si vota con sistema proporzionale. Avete presente l’Ungheria di Orban e la Grecia che ha ereditato Tsipras? Si vota con un premio di maggioranza assai simile (ma assai meno consistente) a quello previsto dal Porcellum e imposto di nuovo con voto di fiducia da Renzi con Italicum dopo che la Corte Costituzionale l’aveva cancellato. Secondo voi in quali dei Paesi citati lo stato funziona meglio? Meglio non dare per scontate quelle che De Andrè definiva «le verità della televisione», mai come in questo periodo occupata dal governo. E non facciamoci incantare dal ritornello sul cambiamento a sostegno del Sì. Come accaduto per «riforma», parole che avevano un valore positivo si sono trasformate da tempo nel loro contrario. Il cambiamento  non è un valore in sé, bisogna sempre verificare se si tratta davvero di un miglioramento. La Restaurazione o la conquista del potere da parte di Hitler o dei talebani rappresentarono certamente dei cambiamenti, ma difficilmente qualcuno li considera come dei progressi. Sono almeno venticinque anni che in Italia in nome del cambiamento si torna indietro. Prendiamo la riforma Fornero: sicuramente un cambiamento per milioni di persone, ma credo che la maggior parte di loro la vivano giustamente come una disgrazia. Napolitano minaccia: «Se vince il No, niente più riforme». Vien da esclamare «magari!» viste quelle che ha sponsorizzato. Continue reading REFERENDUM: SOLO UNA TRUFFA IL RITORNELLO SUL CAMBIAMENTO

Metodo De Luca anche in Abruzzo: D’Alfonso riunisce i sindaci: “Scatenatevi” per il Si

NOTHANKSD’Alfonso come De Luca: riunisce sindaci abruzzesi per campagna elettorale sul referendum. “Scatenatevi” e invitate “anche le vostre mogli a scatenarsi”.

Pur senza raggiungere i toni di violenta volgarità del suo amico campano anche il Presidente della Regione Abruzzo continua ad abusare del suo ruolo istituzionale nella campagna referendaria sulla Costituzione.
Probabilmente la presenza di due giornalisti – che D’Alfonso ha immediatamente identificato – lo ha portato a tenere un intervento più garbato ma la sostanza è la stessa.

D’Alfonso dice ai sindaci: “In questi ultimi sette giorni vi voglio chiedere di scatenarvi, voglio parlare alle vostre mogli invitando anche loro a scatenarsi. Deve aumentare la quantità di vostre iniziative, anche frontali. Quando siete candidati voi, ogni minuto è dedicato alla campagna elettorale. Deve scattare questo”.

Il Presidente usa la sua carica per condizionare l’orientamento dei sindaci che soprattutto nei piccoli comuni in caso di scarso risultato del Si potrebbero temere ritorsioni in termini di finanziamenti e disattenzione da parte della Regione.
D’Alfonso probabilmente ha modulato le parole in modo da non incorrere nell’accusa penale di voto di scambio ma far balenare centinaia di milioni di euro di fondi ancora assegnare – dopo il 4 dicembre – con Masterplan, Psr dell’agricolutra, Por-Fesr del Piano di sviluppo urbano, fondi Fse e Fsc nazionale e ricordare il suo ruolo in cabina di regia suona come un avvertimento ben chiaro a chi lo conosce.
D’Alfonso invita, o per meglio dire, ordina agli amministratori locali di fare campagna a tappeto come se fossero candidati. Democristiano com’è intende dire che si aspetta che portino al Si la stessa quantità di voti che controllano e muovano nelle elezioni amministrative. Dati misurabili, controllabili, su cui chiedere conto.
insomma in ballo non c’è la Costituzione ma i soldoni. Bisogna far votare Sì non lo fa sulla base del contenuto della “deforma” costituzionale ma della costruzione di una filiera politica in cui D’Alfonso rappresenta l’anello di congiunzione col Presidente del Consiglio.
La solita vecchia politica clientelare che viene mobilitata per fare il casa per casa gettando nell’ultima settimana il peso delle cariche amministrative.
Ennesima dimostrazione che la casta regionale, proprio quella che si è avvalsa della prescrizione e coinvolta in molteplici vicende giudiziarie come D’Alfonso, non vede il Si come un pericolo ma come un’opportunità.
Non consentiamo a questi politicanti da terzo mondo di stravolgere la Costituzione. I soldi pubblici non sono di Renzi nè di D’Alfonso.
Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC-Se

Eduardo Galeano spiega Fidel a Saviano

fidel_castro_oldDopo aver letto il post banale e unilaterale di Roberto Saviano sulla morte di Fidel Castro mi sono imbattuto in questo brano dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano. Non posso che consigliarne la lettura ai tanti Saviano che in queste ore commentano la morte di uno dei più grandi eroi del Novecento con toni degni di Trump, senza nemmeno avere l’attenuante di essere esuli cubani in Florida.

I suoi nemici dicono che è stato un re senza corona e che ha confuso l’unità con l’unanimità.
E in questo i suoi nemici hanno ragione.
I suoi nemici dicono che se Napoleone avesse avuto un giornale come il <<Granma>>, nessun francese sarebbe stato messo al corrente del disastro di Waterloo.
E in questo i suoi nemici hanno ragione.
I suoi nemici dicono che esercitò il potere parlando molto e ascoltando poco, perchè era più abituato agli echi che alle voci.
E in questo i suoi nemici hanno ragione.
Però i suoi nemici non dicono che non fu per posare davanti alla Storia che mise il petto di fronte ai proiettili quando venne l’invasione,
che affrontò gli uragani da uguale a uguale, da uragano a uragano, che sopravvisse a seicento trentasette attentati, che la sua contagiosa energia fu decisiva per convertire una colonia in una patria e che non fu nè per un artificio del Demonio nè per un miracolo di Dio che questa nuova patria ha potuto sopravvivere a dieci presidenti degli Stati Uniti, che avevano il tovagliolo al collo per mangiarla con coltello e forchetta.
E i suoi nemici non dicono che Cuba è uno dei pochi paesi che non compete per la Coppa del Mondo dello Zerbino.
E non dicono che questa rivoluzione, cresciuta nel castigo, è quello che ha potuto essere e non quello che avrebbe voluto essere. Né dicono che in gran parte il muro tra il desiderio e la realtà si fece sempre più alto e più largo grazie al blocco imperiale, che affogò lo sviluppo della democrazia cubana, obbligò la militarizzazione della società e concesse la burocrazia, che per ogni soluzione tiene un problema, l’alibi per giustificarsi e perpetuarsi.
E non dicono che considerando tutte le afflizioni, considerando le aggressioni esterne e l’arbitrarietà interna, questa isola rassegnata però testardamente allegra ha generato la società latino-americana meno ingiusta.
E i suoi nemici non dicono che questa impresa fu opera del sacrificio del suo popolo, però anche fu opera dell’ostinata volontà e dell’antiquato senso dell’onore di questo cavaliere che sempre combatté per i vinti, come quel suo famoso collega dei campi di Castilla.

Eduardo Galeano – dal libro Specchi

[ringrazio Roberto Ciccarelli che ha postato stamattina questo testo su fb]

Alain Badiou: Riflessioni sulle recenti elezioni americane

trump-us-flagIl 9 novembre il filosofo francese Alain Badiou ha commentato l’elezione di Trump durante una lezione all’università di California.

Stavo pensando alla poesia francese, a un’opera di Racine, in effetti. E’ una bella bella frase. In francese: “C’était pendente l’horreur d’une nuit profonde.”: “E’ stato durante l’orrore di una notte profonda.” Forse Racine pensava all’elezione di Trump. E’ stato durante l’orrore di una notte profonda. E così, è stato come un obbligo per me parlare, discutere, quel tipo di evento, in senso negativo, perché è impossibile per me essere qui di fronte a voi e parlare di qualcosa di molto interessante in termini accademici. Penso che sia una necessità pensare, discutere, cosa succede durante l’orrore della notte profonda, proprio ieri. Sapete, per me, ma credo per molte persone, è stata, in un certo senso, una sorta di sorpresa. E noi spesso siamo, in quella sorta di sorpresa, sotto la legge degli affetti: paura, depressione, rabbia, panico, e così via. Ma sappiamo che filosoficamente, tutti questi affetti non sono davvero una buona reazione, perché in un certo senso, è troppo emotiva di fronte al nemico. E così, penso che sia una necessità pensare oltre ll’affetto , oltre la paura, la depressione, e così via – pensare la situazione di oggi, la situazione odierna del mondo, in cui una cosa del genere è possibile, che qualcuno come Trump diventi il presidente degli Stati Uniti. E così, il mio obiettivo di questa sera è quello di presentare, non esattamente una spiegazione, ma qualcosa di simile a una chiarificazione della possibilità di una cosa del genere, e anche alcune indicazioni, sottoposte a discussione, riguardo a ciò che dobbiamo fare dopo una cosa del genere. Ciò che dobbiamo fare, che non è precisamente di stare sotto la legge dell’affetto, delle passioni negative, ma a livello di pensiero, azione, determinazione politica, e così via. Così, comincio da una visione molto generale, non della situazione degli Stati Uniti di oggi, ma della situazione del mondo di oggi. Qual è il mondo di oggi in cui questo tipo di fatto è possibile? E penso che il punto più importante per iniziare è la vittoria storica del capitalismo globalizzato. Dobbiamo avere di fronte questo fatto. Continue reading Alain Badiou: Riflessioni sulle recenti elezioni americane

Caro Alessandrini, non si fa campagna elettorale con mezzi del Comune

Sto ancora aspettando di vedere l’agenda del sindaco. Suo comportamento scorretto e illegale: basta leggere circolare Prefettura

Ieri ho denunciato in diretta tv il malcostume del sindaco di Pescara che è arrivato presso gli studi Rai di Saxa Rubra con auto, autista e addetto stampa del Comune per partecipare a una tribuna politica che nulla aveva a che fare con i suoi compiti istituzionali.

Il sindaco in trasmissione aveva risposto alla mia critica con un impegno: “Fornirò all’onorevole Acerbo anche la mia agenda così spieghiamo quali sono le ragioni che ci hanno condotto a Roma”.
Peccato che poi che nel prolisso comunicato sull’argomento il sindaco Alessandrini non abbia fornito alcuna delucidazione sulle ragioni per cui i contribuenti pescaresi hanno dovuto pagare benzina, autostrada, e due dipendenti comunali per consentire a Marco Alessandrini di andare a fare campagna elettorale fuori Regione.
Ricordo che il comportamento del sindaco, come quello di quasi tutti gli esponenti di governo nazionale, regionale o locale del PD del NCD contrasta con la normativa in materia di campagna elettorale (e non solo).
Il sindaco ha ricevuto, come tutti i suoi colleghi, la tradizionale circolare della Prefettura che al punto a) chiarisce che “singoli soggetti titolari di cariche pubbliche (…)possono compiere, da cittadini, attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze”.

La critica al sindaco di Pescara non è dunque antipolitica ma richiamo al rispetto della normativa e della correttezza istituzionale.
Oggi pare che il sindaco andrà a Napoli a una manifestazione per il Si con la sua automobile e a sue spese. Segnalare il malcostume è servito a ricondurre il sindaco a comportamenti più corretti.
Purtroppo le cattive frequentazioni hanno incrinato la cultura della legalità che avrebbe dovuto contraddistinguere il nostro sindaco.

Maurizio Acerbo, segreteria nazionale Rifondazione Comunista

la circolare della Prefettura che Alessandrini dovrebbe conoscere:
http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1205/CIRCOLARE_N._40514_DEL_12-10-2016_PROPAGANDA_ELETTORALE_E_COMUNICAZIONE_POLITICA.pdf

il video della trasmissione:http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-479b9356-e848-4779-8ae8-87987d68da44.html