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Angeli beat: Leonard Cohen RIP

Una delle cose che mi è sempre piaciuta della prima poesia beatnik – Ginsberg e Kerouac e Corso – era l’uso della parola “angelo”. Non ho mai saputo cosa intendessero, tranne che era una designazione per un essere umano e che affermava la luce in un individuo. Non so come ho usato la parola “angelo”. L’ho dimenticato esattamente, ma non credo che io l’abbia mai usata meglio del modo in cui Ginsberg e Kerouac usarono la parola nei primi anni Cinquanta . Ho sempre amato leggere le loro poesie in cui si parlava angeli.

 

Ho imparato questa canzone da un amico quando avevo 15 anni. Lui ne aveva 17. Suo padre era un sindacalista. Stavamo lavorando in un campo a Ste. Marguerite nel Quebec. La cantavamo ogni mattina seguendo il Canzoniere del Popolo dalla prima all’ultima pagina. Sviluppai la curiosa idea che i nazisti fossero stati sconfitti dalla musica.

Come Dylan, Simon, e pochi altri, Leonard Cohen ha ampliato il vocabolario della canzone popolare nella sfera della poesia. E come Simon e Dylan, Cohen elaborerà e rielaborerà le sue canzoni fino a quando non raggiunge una sorta di perfezione impossibile. Lui non aveva bisogno dell’influenza di Dylan, però, per ispirare il suo approccio poetico al songwriting. Aveva già scritto molta poesia e due romanzi di grande successo al tempo in cui Dylan emerse , spingendo il poeta Allen Ginsberg a commentare, “Dylan ha fatto esplodere la mente di tutti, ad eccezione di Leonard.”

Paul Zollo, Songwriters On Songwriting

leonard cohen

Leonard Cohen

Il regime dei prepotenti: la propaganda di D’Alfonso per Renzi nel segno dell’illegalità

NOTHANKSIL REGIME DEI PREPOTENTI: RENZI E D’ALFONSO ABUSIVI E ILLEGALI

VOGLIONO CAMBIARE LA COSTITUZIONE E NON RISPETTANO NEPPURE LE LEGGI

Renzi e D’Alfonso violano le semplici norme che regolano la campagna elettorale. Sono palesi le violazioni di leggi che abbiamo riscontrato e che denunciamo nella città di Pescara e nel circondario.

Ieri sera abbiamo segnalato alla polizia la presenza di un tabellone pubblicitario luminoso che su Via Silvio Pellico annuncia il comizio per il Sì del Presidente del Consiglio Matteo Renzi in palese violazione, dell’articolo 6 della legge n.212/56 e successive modifiche in quanto al comma 1 è “vietata ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico.”

Segnaliamo inoltre numerosi manifesti in pubblica affissione a cominciare da Via Enzo Ferrari a Pescara, 2 grandi striscioni sull’asse attrezzato all’altezza del cementificio in entrambe le direzioni, ben visibili sia da chi va da Pescara a Chieti che in direzione opposta, nonché il gigantesco manifesto messo su struttura Walter Tosto sull’asse attrezzato; tutti quanti, manifesti, striscioni e insegne di propaganda elettorale in palese violazione della normativa vigente, infatti a partire  dal 4 novembre 2016  l’affissione dei materiali di propaganda elettorale e simili è consentita esclusivamente negli spazi appositi predisposti dai comuni. Il Comune avrebbe il dovere tempestivamente di ricoprire e sanzionare tali abusi ma non lo ha fatto.

Come se non bastasse anche i manifesti elettorali che il comitato per il Sì di D’Alfonso e Renzi ha affisso negli spazi assegnati sono in palese violazione della normativa vigente in quanto non riportano l’indicazione del committente responsabile né l’indicazione del gruppo politico, parlamentari o promotori del referendum (riconosciuti dalla Corte Suprema di Cassazione) che ha provveduto alla stampa del manifesto. È cosa grave perché nel mese di campagna elettorale “Sono vietati gli scambi e le cessioni delle superfici assegnate” e “Tutte le pubblicazioni di propaganda elettorali a mezzo di scritti, stampa o fotostampa, radio, televisione, incisione magnetica ed ogni altro mezzo di divulgazione, debbono indicare il nome del committente responsabile.”

Siamo di fronte all’esercizio dell’arroganza e della prepotenza. Renzi e D’Alfonso sono pieni di zie e sponsor e quindi le multe non li preoccupano. Semmai ne ricevano hanno risorse per pagarle o magari se le annullano pure facilmente. A questo uso arrogante e prepotente delle istituzioni diciamo NO. Oggi presentiamo un esposto e invitiamo tutte/i giovedì 10 a partecipare al corteo che partirà da Piazza Sacro Cuore.

Maurizio Acerbo

Segreteria nazionale Rifondazione Comunista

Corrado Di Sante

Segretario Provinciale Rifondazione Comunista Pescara

l’evento facebook della manifestazione per il NO (partecipate e invitate amici):

https://www.facebook.com/events/1135340226519213/

Remo Ceserani: Elogio dell’ecclettismo

 

ceseraniPer ricordare Remo Ceserani il sito di letteratura Le parole e le cose ha pubblicato un suo intervento che condivido. Di Ceserani non ho mai letto un libro ma i suoi articoli sul Manifesto me ne han fatti scoprire tanti. RIP

Siamo in un periodo in cui i fondamentalismi stanno invadendo le nostre vite; non solo i fondamentalismi religiosi, ma anche i fondamentalismi del pensiero, gli autoproclamati custodi dei nostri valori, gli autonominati legislatori dei nostri comportamenti e della nostra condotta sociale e morale. I fondamentalisti religiosi sono pericolosi, soprattutto quelli che prendono alla lettera la Bibbia e il Corano in modi spesso grotteschi, ignorando qualsiasi apporto della filologia e della storia su chi ha scritto quei libri: non certo Dio o Allah, ma uomini come noi, abili redattori e manipolatori delle parole pronunciate oralmente da profeti e maestri spesso analfabeti, scribi che le hanno registrate in pagine scritte, gradualmente rese immutabili e canoniche, da riassumere in catechismi, da imparare a memoria.

Ma anche i fondamentalisti del pensiero sono pericolosi. La libertà di parola viene continuamente condizionata dalle arti retoriche della persuasione. La libertà di pensiero stenta a staccarsi dalla parola e a muoversi liberamente fra le esperienze, le emozioni, la materialità della vita.

Siamo in un periodo in cui credo sia doveroso ribellarsi alle filosofie scolastiche rigide e chiuse, al dogmatismo degli uni e al pragmatismo degli altri, alle costruzioni misticheggianti della tradizione neo-platonica, ai sogni ingenui dello storicismo, alle sentenze oracolari di Heidegger, ai tanti cattivi maestri. E credo sia consigliabile andare a rileggersi la voce Eclettismo scritta da Denis Diderot per l’Encyclopédie: «L’eclettico è un philosophe che, calpestando il pregiudizio, la tradizione, l’antichità, il consenso universale, l’autorità, insomma tutto ciò che soggioga l’animo del volgo, osa pensare con la propria testa, risalire ai princìpi generali più chiari, esaminarli, discuterli, astenendosi dall’ammettere alcunché senza la prova dell’esperienza e della ragione; che, dopo aver vagliato tutte le filosofie in modo spregiudicato e imparziale, osa farsene una propria, privata e domestica; dico ‘una filosofia privata e domestica’, perché l’eclettico ambisce a essere non tanto il precettore quanto il discepolo del genere umano, a riformare non tanto gli altri quanto se stesso, non tanto a insegnare quanto a conoscere il vero».

Mi piace molto questa formulazione: essere non tanto precettori quanto discepoli. Via quindi i cattivi  maestri, gli imam e i predicatori dal pulpito, gli editorialisti della domenica. E imparare da cosa? Lo dice ancora Diderot: l’eclettico «non è uomo che pianti o semini; è uomo che raccoglie e setaccia». Bella anche questa immagine del setaccio, lo strumento dell’agricoltore e della casalinga, che serve a scegliere pazientemente il grano dal loglio, l’utile dal dannoso.

Diderot dà un altro saggio consiglio: viaggiare, conoscere il mondo, non stare chiusi nella torre d’avorio (o dentro le parole del libro pericolosamente proclamato «sacro»): «Per formare il suo sistema, Pitagora mise assieme i contributi dei teologi egiziani, dei gimnosofisti indiani, degli artisti fenici, dei filosofi greci. Platone si arricchì con le spoglie di Socrate, di Eraclito e di Anassagora; Zenone saccheggiò il pitagorismo, il platonismo, l’eraclitismo, il cinismo: tutti intrapresero lunghi viaggi: e qual era lo scopo di tali viaggi, se non quello di interrogare i popoli più vari, raccogliere le verità sparse sulla terra, e tornare in patria ricolmi della saggezza di tutte le nazioni?»

Ecco il destino dell’eclettico: «Come è quasi impossibile, per un uomo che viaggi in molti paesi e si imbatta in molte religioni, non vacillare nei propri sentimenti religiosi, è altrettanto difficile per un uomo saggio, che frequenta molte scuole di filosofia, legarsi esclusivamente a una setta, e non scivolare nell’eclettismo o nello scetticismo».

Certo, lo scetticismo è un’attrazione forte, una sirena al cui canto è facilissimo cedere. Ma l’eclettismo ha qualcosa di più: una ricerca continua fra libri e esperienze, fra idee e stimoli, un viaggiare ininterrotto e avventuroso fra impressioni e riflessioni degli altri viaggiatori, ignorando le piste già tracciate e segnate e le guide turistiche, setacciando le espressioni del libero pensiero.

Per questo, nei giorni della violenza fondamentalista, è bello e giusto fare l’elogio dell’eclettismo.

Pescara: parcheggi sotterranei in Piazza Primo Maggio? Meglio “Porta del mare” di Franco Summa

critical mass

la riviera secondo il Comune di Pescara

Pescara: parcheggi sotterranei a piazza Primo maggio, l’ultima trovata della giunta Alessandrini-D’Alfonso, ritorno al passato

La lettura del DUP (Documento Unico di Programmazione 2017 – 2019) portato all’approvazione del Consiglio Comunale di Pescara dalla giunta Alessandrini riserva – tra le altre – una sorprendente riproposizione di un vecchio progetto che la sinistra e gli ambientalisti di questa città hanno sempre combattuto.

Con mia grande sorpresa leggo a pagina 157 che è previsto lo stanziamento di 18.000.000 di euro per la Realizzazione di parcheggi interrati e riqualificazione Piazza Primo Maggio.

Si tratta di una proposta che la giunta di centrodestra di Carlo Pace e Nino Sospiri avanzò negli anni ’90 e contro la quale si mobilitarono non solo Rifondazione e gli ambientalisti ma l’intero centrosinistra.

La ragione era evidente: i parcheggi sotterranei sono attrattori di traffico e l’obiettivo strategico di un’amministrazione dovrebbe essere quello di liberare la riviera dalle auto per riservarla a pedoni, bici e trasporto pubblico ecologico. Una saggia politica della mobilità dovrebbe prevedere quindi parcheggi dove chi viene da fuori possa lasciare l’auto prima e non il miraggio di raggiungere la centralissima piazza (tra l’altro per chi vuole venire in centro ci sono amplissimi parcheggi nell’area di risulta). Continue reading Pescara: parcheggi sotterranei in Piazza Primo Maggio? Meglio “Porta del mare” di Franco Summa

Caetano Veloso sul Nobel a Dylan

Ho trovato in rete il commento di Caetano Veloso sul Premio Nobel a Bob Dylan:

Muito engraçado. É o primeiro Nobel da música popular. Brasileiros pensamos que a confusão de “high and low” só continuava entre nós, que o antigo Primeiro Mundo tinha voltado à respeitabilidade anterior a 68. Mas que nada! Não ligo muito pra prêmios. Mas ligo muito pra Dylan. O autor de “Don’t Think Twice” e “It’s All Right, Ma (I’m Only Bleeding)”. O maior anti-crooner da história – e que gravou um enigmático (para dizer o mínimo) disco de covers de Sinatra. Os anos 60 estão aqui ainda. É atitude black-block do Nobel. Quem sabe a esquerda Chiapas vai levar o mundo do Reino do Filho para o do Espírito.

Ho inviato alla compagna Teresa Isenburg in Brasile il testo e lei gentilmente mi ha mandato traduzione:

Molto strano. E’ il primo Nobel  alla musica popolare. Noi brasiliani pensiamo che la confusione di  “alto e basso”  fosse ancora in voga solo fra noi, che l’antico Primo Mondo era ritornato alla rispettabilità precedente al ’68. Ma invece no! Non me ne importa molto dei premi. Ma mi importa molto di Dylan. L’autore di “Don’t Think Twice” e “It’s All Right, Ma (I’m Only Bleeding)”. Il maggior anti-crooner della storia – e che ha inciso un enigmatico (a dir poco) disco di covers di Sinatra. Gli anni ’60 sono di nuovo qui. E’ l’atteggiamento black-block del Nobel. Chissà se la sinistra Chiapas condurrà il mondo dal Regno del Figlio a quello dello Spirito.

Doveroso ascoltare una canzone di Bob Dylan interpretata da Caetano Veloso