Più di 100.000 cittadini hanno firmato a sostegno della proposta di legge “divieto di allevamento, di cattura e uccisione di animali per la loro pelliccia†di cui è promotrice la LAV.
E’ bene che anche regioni ed enti locali si esprimano per sollecitare l’avvio dell’iter legislativo per la discussione e votazione della proposta di legge LAV già presentata a Camera e Senato.
Per sostenere la campagna della LAV ho presentato una risoluzione che è all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Regionale di martedì 18 giugno.
In Europa, l’allevamento di animali “da pelliccia†è un’attività in declino e sempre più Stati Membri stanno adottando provvedimenti normativi non solo restrittivi e disincentivanti, bensì veri e propri provvedimenti di messa al bando, come già fatto da Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Bosnia, Danimarca, Slovenia.
Mi sembra doveroso che l’Abruzzo “Regione verde dei parchi†si schieri a favore della legge proposta dalla LAV.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale Rifondazione Comunista
QUESTO E’ IL TESTO DELLA RISOLUZIONE:
Risoluzione
Il Consiglio Regionale dell’Abruzzo
Premesso che:
- La società europea, ed in particolare quella italiana, ha già dimostrato la totale avversione verso le attività di sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce (come rilevato anche da Eurispes nel “Rapporto Italia 2011†e successivi, l’83% degli italiani disapprova tale pratica).
- Sono sempre più numerose le iniziative di contestazione fisica o telematica organizzate verso le amministrazioni comunali dove sono attivi allevamenti di animali “da pelliccia†ed avviate anche spontaneamente da singoli cittadini non afferenti a specifiche associazioni animaliste, costituendo frequenti problemi di ordine pubblico di difficile gestione e contenimento oltre che di concreto ostacolo alla quotidiana attività operativa degli uffici amministrativi.
- Il diretto coinvolgimento della maggioranza dell’opinione pubblica in pacifiche azioni finalizzate a rivendicare il diritto degli animali a non essere sfruttati per la loro pelliccia, è indice dell’evoluzione culturale e dei nuovi valori sociali sempre più diffusi tra la popolazione italiana.
- Gli Enti Locali non hanno il potere di vietare attività di allevamento di animali per la principale finalità di utilizzare la loro pelliccia.
Considerato che:
- Per quanto gli allevatori possano rispettare le normative vigenti, sono di palese evidenza le numerose criticità delle modalità di stabulazione dei visoni in funzione alle esigenze etologiche di questi animali. Il visone è un animale acquatico, può immergersi sino a 5 metri di profondità e può nuotare sottacqua per circa 30m; così come è anche un abile corridore sulla terra ferma dove, solitario e non in branco, occupa sino a 4 km di territorio. I visoni in allevamento vivono invece a migliaia (anche 20-30mila animali per impianto), a stretto contatto tra di loro e senza alcuna possibilità di riparo, non hanno alcuna possibilità di nuotare, e l’unico mondo che conoscono è fatto di una gabbia in rete metallica delle dimensioni di 2.550 cmq (circa 36x70cm e alta 45cm).
- E’ dimostrato che i visoni in allevamento manifestano spesso comportamenti innaturali e per periodi prolungati nel corso della giornata, come il succhiarsi o mordersi la coda o altre parti del corpo sino a procurarsi automutilazioni o gravi lesioni, oltre che a manifestare episodi di aggressione e infanticidio. Evidenze già documentate nel 2001 dal Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere Animale della Commissione Europea nel report “The welfare o f animals kept for fur productionâ€[1] che classificò le condizioni di detenzione degli animali “da pelliccia†negli allevamenti europei come “gravemente lesive del benessere animaleâ€.
- Dalle immagini e dai filmati diffusi dalla LAV, reperibili in internet o comunque anche tramite i frequenti servizi giornalistici messi in onda dai telegiornali nazionali, è facile comprendere come l’incompatibilità della vita in gabbia dei visoni sia causa di gravi privazioni per questi animali.
- L’attività di allevamento di animali “da pellicciaâ€, ed in particolare dei visoni, è stata oggetto dello studio scientifico di Life Cycle Assessment condotto dalla società olandese di consulenza ambientale Ce Delft, pubblicato in Italia dalla LAV nel 2011 e intitolato “The environmental impact of mink fur productionâ€[2]. Da tale ricerca emerge come nel processo di lavorazione per l’ottenimento di un chilogrammo di pelliccia animale, la fase di alimentazione dei visoni risulta essere un fattore dominante in 14 effetti ambientali dei 18 presi in esame (tra i quali il cambiamento climatico, l’eutrofizzazione e le emissioni tossiche), e che tale produzione è causa di impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione di un analogo quantitativo di prodotti sostitutivi anche di sintesi come l’acrilico e il poliestere.
Preso atto che:
- In Europa, l’allevamento di animali “da pelliccia†è un’attività in declino e sempre più Stati Membri stanno adottando provvedimenti normativi non solo restrittivi e disincentivanti, bensì veri e propri provvedimenti di messa al bando, come già fatto da:
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Inghilterra (2000, divieto per tutti gli animali);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Irlanda del Nord (2003, divieto per tutti gli animali);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Scozia (2003, divieto per tutti gli animali);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Austria (2004, divieto per tutti gli animali);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Croazia (2007, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2017);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Bosnia (2009, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2018);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Danimarca (2009, volpi effettivo dal 2024);
-Â Â Â Â Â Â Â Â Â Slovenia (2013, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2015).
- Persino l’Olanda, che oggi costituisce il terzo paese al mondo produttore di pelli di visone con oltre 5 milioni di animali allevati all’anno, ha approvato a dicembre 2012 il divieto di allevamento di animali “da pelliccia†che sarà vigente dal 2024; mentre il divieto di allevamento di chinchilla e volpi per la produzione di pellicce era già vigente dal 2008.
- l’Italia con il Decreto Legislativo n.146 del 2001 consente e regolamenta l’attività di allevamento di animali da pelliccia disponendo, in modo controverso, che i visoni (unica specie allevata in Italia per tale finalità ) debbano essere cresciuti confinati in gabbie della misura minima di 36 cm X 70 e altezza 45 cm mentre l’allevamento di altre specie animali e per la stessa finalità (che di fatto non esiste in Italia) dovrebbe avvenire in recinzioni con anche arricchimenti ambientali.
Rilevato che:
- Presso le Camere del Parlamento è già stata presentata la proposta di legge di “divieto di allevamento, di cattura e uccisione di animali per la loro pellicciaâ€, di cui è promotrice l’associazione LAV e che vede come primi firmatari la Senatrice Silvana Amati (atto S62) e l’Onorevole Michela Vittoria Brambilla (atto C288), oltre che essere sottoscritta da numerosi parlamentari di diversi schieramenti politici.
- A favore della proposta di legge “divieto di allevamento, di cattura e uccisione di animali per la loro pellicciaâ€, quasi 100.000 cittadini hanno già sottoscritto la petizione di iniziativa popolare indetta dalla LAV.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
A SOLLECITARE IL PARLAMENTO AFFINCHE’:
approvi la legge in materia di “divieto di allevare, catturare e uccidere animali per la produzione di pellicceâ€.
[1] http://ec.europa.eu/food/animal/welfare/international/out67_en.pdf
[2] http://www.lav.it/index.php?id=1005
[…] risoluzione l’avevo presentata in Consiglio Regionale dove è stata approvata in giugno 2013: […]