Dopo una battaglia impegnativa come quella sul “piano casa” è bene fare un bilancio. Per questo ho preparato un dossier su COME ABBIAMO SMONTATO IL PIANO ATTILA: cosa prevedeva nel testo proposto dal centrodestra e cosa siamo riusciti a modificare.  Credo di poter dire in assoluta onestà che senza la presenza di Rifondazione in Consiglio regionale molte questioni non sarebbero state nemmeno oggetto di discussione. Il promemoria che ho redatto sarà utile per comprendere quale devastante impatto sulle nostre città e il nostro territorio abbiamo scongiurato e può servire anche per prepararci alla vigilanza su come i Comuni attueranno le disposizioni del provvedimento.
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COME ABBIAMO SMONTATO IL PIANOÂ ATTILAÂ
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Perchè non condividiamo la filosofia generale del piano casa berlusconiano
Quello di Berlusconi non è un piano casa. Si tratta di norme di deregolamentazione urbanistica. Non dà nessuna risposta a persone e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione o all’acquisto di alloggi nel libero mercato. Infatti la legge regionale si intitola “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio”.
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La guerra lampo di Gianni Chiodi
Riteniamo molto grave che il centrodestra non abbia consentito nè alla società abruzzese, nè al Consiglio regionale, nè addirittura all’ufficio legislativo della Regione di esaminare il testo in tempi adeguati alla complessità del provvedimento. Lo hanno portato in commissione il martedì per metterlo all’esame del Consiglio il successivo giovedì 30 luglio. C’è voluta una dura battaglia in commissione con la presentazione di centinaia di emendamenti per suggerire a Chiodi un rinvio e l’apertura di un confronto reale con l’opposizione. L’unico interlocutore sociale della giunta nell’elaborazione del testo è stata l’Associazione costruttori (ANCE) come afferma espressamente la delibera. Le organizzazioni sindacali e le associazioni ambientaliste sono state ascoltate in commissione solo perchè lo ha proposto e imposto Rifondazione.
Riconosciamo a Chiodi di aver capito che la guerra lampo lo avrebbe condotto al rinvio a settembre dell’approvazione e di aver avuto il buon senso di accettare sostanziali modifiche del testo senza le quali non avremmo abbandonato l’ostruzionismo in commissione.
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La devastante proposta della maggioranza
Le associazioni ambientaliste avevano giustamente definito il testo originale del provvedimento il Piano ATTILA.
Noi abbiamo parlato di ecomostro, il più gigantesco mai visto. L’approvazione dellla legge nel testo originario avrebbe rappresentato la definitiva “montesilvanizzazione” dell’Abruzzo, con la differenza che Cantagallo faceva degli accordi di programma in questo caso gli aumenti di volumetria ai costruttori sono regalati espressamente e non si rischia neanche di finire in galera. Il progetto di legge approvato dalla giunta Chiodi era senza ombra di dubbio il peggiore d’Italia.
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La nostra battaglia
Non ci siamo limitati a una posizione di critica declamatoria e di denuncia fine a se stessa. Con ore ed ore di interventi in commissione e la presentazione di centinaia di emendamenti abbiamo attuato una strategia ostruzionistica che costringesse la maggioranza al confronto. Al tempo stesso siamo entrati nel merito del provvedimento con puntuali proposte emendative e senza dubbio siamo stati il partito che ha dato il maggior contributo alla modifica del testo. Alla fine è prevalso un più che onorevole compromesso: Chiodi potrà dire a Berlusconi di aver approvato il suo “piano casa”, anche se non è quello che i suoi tecnici hanno confezionato. Per quanto possano essere perverse le iniziative del governo, le regioni, se vogliono, possono, se non volgerle al bene, almeno pesantemente correggerle e de-peggiorarle. E’ quello che abbiamo fatto e che avremmo potuto fare meglio se in consiglio circolasse un minimo di consapevolezza sulle questioni ambientali e urbanistiche.
La legge limita gli interventi di ampliamento nella quantità come hanno fatto tutte le Regioni. Quanto agli interventi di demolizione e ricostruzione, questi sono possibili esclusivamente sull’edilizia abitativa, senza cambio di destinazione. Inoltre, i provvedimenti non si applicano nei centri storici o nelle parti del territorio ad essi assimilate, a immobili vincolati o dichiarati di interesse storico-culturale dagli strumenti urbanistici, nei parchi o nelle riserve naturali, in zone di pericolosità idrogeologica e all’interno dei piani attuativi. Viene così disinnescata la peggiore pillola avvelenata, la possibilità di riconvertire i capannoni dismessi o inutilmente costruiti, come residenze ed uffici. Se si considera, inoltre, che tutti gli interventi sono condizionati dall’utilizzazione di tecniche di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico (nonché dall’eliminazione delle barriere architettoniche e alla prevenzione del rischio sismico), si può sostenere che la legge, se correttamente applicata, potrebbe avere un impatto positivo sul patrimonio edilizio regionale.
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COSA ABBIAMO MODIFICATO:
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1) Limitazione degli ampliamenti a 200 mc (nel testo originario, unica regione italiana, l’aumento del 20% non aveva un tetto, era possibile moltiplicare anche gli edifici costruendo nuovi “corpi separati”, i costruttori avrebbero ricevuto un regalo spropositato)
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2) Eliminata la possibilità di cambiare la destinazione d’uso degli edifici (nel testo originario era possibile trasformare capannoni industriali in edifici residenziali ovviamente usufruendo dei premi di volumetria, una gigantesca speculazione)
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3) limitazione degli interventi previsti dalla legge ai soli edifici residenziali
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4) per usufruire dei premi di volumetria in caso di demolizione e ricostruzione gli edifici dovranno essere realizzati secondo criteri di efficienza energetica, classe B e non classe C come prevedeva il testo originario (la classe C già è imposta dalla normativa nazionale per le nuove costruzioni) e inoltre utilizzare tecniche costruttive di bioedilizia.
5) stralciate norme per i sottotetti (ma torneranno alla carica a settembre e anche il PD è favorevole)
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6) stralciata norma che consentiva “la chiusura delle superfici di porticati, logge, terrazzi coperti e sottotetti†per le “strutture turistiche†(quindi oltre agli alberghi anche gli stabilimenti balneari visto che non si escludeva il demanio marittimo)
 (questi 6 punti sono stati proposti e imposti unitariamente da tutte le forze di opposizione quali condizioni per abbandonare l’ostruzionismo in commissione e consentire il passaggio in Consiglio del provvedimento)
  5) salvaguardati centri storici, parchi e aree protette (si potrà intervenire solo nelle zone D), edifici storici, aree vincolate, verde pubblico
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6) introdotte norme di prevenzione RISCHIO SISMICO (dopo un terremoto la giunta Chiodi e i suoi tecnici di fiducia non ci avevano pensato)
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7) introdotto obbligo di ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE ( chi si avvale della demolizione e ricostruzione dovrà progettare edifici nel rispetto delle prescrizioni tecniche del Decreto Ministeriale 236/1989)
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8) introdotte SANZIONI (nel testo originario non erano previste). I Comuni dovranno verificare che la realizzazione dei nuovi edifici avvenga nel rispetto delle tecniche di bioedilizia e degli standards di risparmio energetico dichiarate nei progetti. I manufatti realizzati in maniera difforme saranno considerati abusi edilizi a tutti gli effetti. Senza il nostro emendamento i costruttori avrebbero usufruito dei premi di volumetria senza nessun concreto obbligo di adempiere le prescrizioni della legge.
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9) imposto rispetto dei Piani Regolatori vigenti al momento della pubblicazione della legge ( le aree dove spostare i volumi saranno comunque quelle già indicate come edificabili nei PRG evitando ulteriore consumo di suolo)
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10) superato profilo di INCOSTITUZIONALITA’ della legge. E’ stato restituito ai Comuni pieno potere decisionale (possono decidere che nel loro territorio non si applica), riaffermati principi di rango costituzionale come la partecipazione al procedimento amministrativo (i cittadini potranno presentare osservazioni alla delibera con cui il Comune recepisce la legge e individua aree e edifici). Il tema l’avevamo posto fin dalla prima riunione della commissione. Un emendamento PRC bocciato è stato riproposto dalla maggioranza in Consiglio dopo l’audizione del Prof. Stefano Civitarese del WWF (audizione chiesta da Rifondazione).
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PURTROPPO BOCCIATI IN CONSIGLIO ALTRI EMENDAMENTI QUALIFICANTI DI RIFONDAZIONE:
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1)Â obbligo di realizzare parcheggi interrati per i nuovi edifici (era il minimo per chi riceve un premio di cubatura dal 35 al 65%)
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2) obbligo per la Regione di emanare un Regolamento che contenga i criteri di sostenibilità energetico-ambientale e bioedilizia a cui dovranno attenersi coloro che beneficeranno dei premi di cubatura. Altrimenti sia i privati che i Comuni si muoveranno nella più totale confusione e incertezza. La maggioranza ha bocciato l’emendamento, ma è stato approvato un ordine del giorno di Rifondazione che impegna la Giunta a predisporre il Regolamento per l’edilizia sostenibile entro 90 giorni. Comunque noi lo stiamo già approntando e lo presenteremo a settembre in commissione.
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3) escludere ampliamenti o demoricostruzioni con premi di cubatura per gli edifici ricadenti su spiagge e sponde dei fiumi (dal 1983 è vietato costruirne di nuovi, ma ce ne sono molti realizzati precedentemente vedi Francavilla)
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4) destinare una quota dei premi di volumetria alla realizzazione di abitazioni vincolate per tot anni alla locazione a canone concordato o agevolato. Immettere sul mercato una quantita di appartamenti a prezzi più bassi servirebbe per calmierare il caro affitti che rende inaccessibile il diritto all’abitare per i giovani precari e le fasce a basso reddito nei centri medio-grandi. In una Regione che non investe sull’edilizia sociale era il minimo che si potesse fare. Evidentemente Chiodi e i suoi non volevano far arrabbiare i loro amici dell’ANCE che usufruiranno dei regali di volumetrie. Altre Regioni, su proposta di Rifondazione, hanno dedicato molta attenzione nei piani casa al rilancio dell’edilizia sociale e a misure dedicate alla politica abiitativa. In Abruzzo il tema non se lo sono neanche posto.
In Italia oggi l’80% degli sfratti sono per morosità (fonte ISTAT), siamo il paese con meno case popolari in Europa.
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5)Â escludere le zone A2 del Piano Paesistico. Dovrebbero essere comunque inedificabili, ma approfondiremo la questione.
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6) favorire la diminuzione della densità abitativa in prossimità STABILIMENTI SUSCETTIBILI DI CAUSARE INCIDENTI RILEVANTI connessi all’utilizzo di sostanze pericolose. il Ministero dell’Ambiente ne ha classificati 28 in Abruzzo in base al D.lgs 334/99. Proponevamo di escludere il diritto di edificazione in tali aree e di imporre ai Comuni di individuare tali aree tra quelle da cui invece trasferire altrove edifici utilizzando positivamente il meccanismo premiale del 65%. La Regione Abruzzo è molto indietro su questi temi, come ha dimostrato la vicenda acqua, e poteva essere una buona occasione per cominciare ad affrontare il problema. Presentaremo a settembre un progetto di legge al riguardo.
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PUNTI CRITICI:
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1) assenza di qualsiasi intervento sul problema della casa per chi non ce l’ha, non può comprarla, nè affittarla
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2) mancata esclusione degli edifici condonati (premiamo chi ha commesso abusi in passato?)
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3) eccessivi regali di cubatura (nessuna Regione ci sembra sia arrivata al 65%)
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4) le norme sulla bioedilizia e il risparmio energetico per essere efficaci necessitano di strumenti che la Regione non ha approntato in materia di certificazione energetica degli edifici e del regolamento per l’edilizia sostenibile senza i quali i Comuni non avranno parametri certi cui riferirsi per l’applicazione della legge.
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5) sono prevedibili enormi difficoltà per i Comuni nel gestire un complesso di problematiche come quelle che scaturiscono dalla legge, sia in termini di controlli, sia in termini di redazione della delibera attuativa.
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Rifondazione Comunista – Sinistra Europea (Regione Abruzzo)
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Questo testo sarà aggiornato con links e approfondimenti ulteriori
 i miei comunicati sul Piano casa:
29 luglio: http://62.149.226.72/rifondazionepescara/modules.php?name=News&file=article&sid=3271
31 luglio: http://www.rifondazioneabruzzo.org/?p=522
1 agosto: http://62.149.226.72/rifondazionepescara/modules.php?name=News&file=article&sid=3273
3 agosto: http://62.149.226.72/rifondazionepescara/modules.php?name=News&file=article&sid=3275
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