UN FATTO STORICO PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO CITTADINO
L’approvazione oggi in Consiglio Comunale della delibera di adozione della variante per la salvaguardia degli edifici storici e di pregio è una bella notizia e per me una grande soddisfazione.
Dopo aver salvato nel 2004 con la “variante delle invariantiâ€, proposta e imposta da Rifondazione Comunista, le poche aree verdi rimaste in città , bloccato la cementificazione delle aree collinari e imposto l’inedificabilità delle aree a rischio idro-geologico con questo nuovo censimento sono stati sottoposti a tutela circa 100 edifici.
Finalmente si è concluso un lungo iter che non poteva essere messo a repentaglio dall’escalation dello scontro politico in vista delle elezioni.
Nel luglio 2010 in occasione dell’abbattimento di un villino liberty in via Trento lanciai la proposta di una variante per la salvaguardia degli edifici storici e di pregio. Poi arrivarono i giorni dello scandalo dell’abbattimento della Centrale del latte progettata da Florestano Di Fausto. In quel clima di indignazione diffusa il Consiglio Comunale il 29 luglio approvò un mio ordine del giorno con il quale si invitava l’amministrazione a predisporre la variante che a quel punto diventava un obiettivo per l’azione della giunta comunale.
L’esigenza era emersa già durante l’elaborazione della precedente variante proposta da Rifondazione Comunista, la “variante delle invarianti†perchè in quella sede si era constatato che il censimento degli immobili da tutelare risalente al 1993 non era esaustivo e quanto fosse necessaria una nuova ricognizione (una serie di edifici furono comunque inseriti su segnalazione di cittadini e associazioni). C’era però bisogno di un lavoro più organico.
A seguito del mio ordine del giorno il Comune costituì un gruppo di lavoro con la partecipazione del prof. Claudio Varagnoli (Ordinario di “Restauro architettonico” presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio”)  e dell’arch. Patrizia Tomassetti (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo) che ha censito più di un centinaio di edifici considerati oggi ‘patrimonio storico-architettonico’ della città da porre sotto tutela.
Il lavoro era pronto da tempo (eccovi un resoconto della conferenza stampa del 2012 di presentazione:  http://www.lopinionista.it/notizie/?p=129466&upm_export=print) ma per una serie di vicissitudini è arrivato solo in queste settimane in Consiglio Comunale. Purtroppo in questi anni altri preziosi edifici sono stati demoliti. Ora finalmente ci si è dotati di uno strumento che potrà essere affinato attraverso la fase delle osservazioni in cui cittadini, imprese, associazioni potranno portare il proprio contributo.
Pescara non è una città storica, ma quel poco di storia che c’è andrebbe conservato e valorizzato.
Maurizio Acerbo, consigliere comunale e regionale Rifondazione Comunista-Sinistra Europea
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