e già che ci sono vogliono spremere i lavoratori anche il 25 aprile e il 1 maggio
 Quando la nuova legge sul commercio fu presentata nel luglio scorso dall’assessore Castiglione ricevette il plauso generale delle organizzazioni di categoria perché conteneva la assai strombazzata previsione della moratoria sulle aperture di nuovi insediamenti della grande distribuzione.
Uno stop ai centri commerciali indispensabile in una regione che ha una elevata densità di grande distribuzione.
La media regionale era nel 2008 di 402,8 mq di superficie di vendita per ogni 100 abitanti contro una media nazionale di 321,2 mq.
Nell’area metropolitana Chieti-Pescara la concentrazione della grande distribuzione raggiunge indici che superano qualsiasi area del territorio nazionale.
 Rifondazione Comunista purtroppo deve denunciare che dopo l’esame in commissione conclusosi ieri la legge esce stravolta e la moratoria diventa un pannicello caldo.
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Dopo l’approvazione in commissione di una serie di emendamenti la legge è diventata peggiore di quella in vigore e la moratoria rimane soltanto sulla carta.
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La maggioranza di centrodestra si rimangia quanto sostenuto nei mesi scorsi recependo le istanze delle potenti lobbies della grande distribuzione.
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Cerchiamo di riassumere le principali modifiche:
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1) all’art. 30 quello che prevede la moratoria per 24 mesi si aggiunge un comma che prevede che “sono fatte salve le richieste di autorizzazione presentate prima dell’entrata in vigore della presente legge†e quindi nessuno stop agli insediamenti in itinere;
2) inoltre si aggiunge un ulteriore comma che prevede che la Giunta, con assoluta discrezionalità , potrà individuare “centri interessati da fenomeni di marginalità economica e da fenomeni di rarefazione del sistema distributivo e dei servizi†per i quali comunque non varrà la moratoria (della serie potrà aprire chi ha amici nel centrodestra);
3) all’art.21 viene eliminato il limite di 4 domeniche o festività per le deroghe degli orari di apertura e chiusura che i sindaci potranno estendere a loro piacimento per la gioia dei centri commerciali;
4) si riesuma un emendamento che avevamo bloccato in sede di finanziaria che prevede la possibilità di trasformare in superfici commerciali le aree industriali e artigianali consentendo la vendita al dettaglio di una lunga lista di prodotti (provvedimento che incentiverà la chiusura di attività produttive);
5) è stato fortunatamente bloccato un emendamento bipartisan dei consiglieri De Luca (PD) e Di Matteo (PDL) che consente l’apertura degli esercizi commerciali anche in occasione del 25 aprile e del 1° maggio, ma i presentatori dopo la mia accesa polemica si sono riservati di ripresentarlo in aula.
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Si tratta nel complesso di una serie di modifiche al testo originario che ne stravolgono gli aspetti positivi.
Invece di recepire la richiesta delle organizzazioni di categoria che chiedevano di ridurre il numero delle aperture domenicali e festive (la legge ne prevede 32 oltre alle festività natalizie, la Regione Lombardia 17 e la Regione Piemonte 8) la maggioranza di centrodestra inserisce ulteriori norme a favore della grande distribuzione.
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Lanciamo l’allarme alle organizzazioni sindacali e a quelle di categoria perché il testo che andrà in Consiglio per l’approvazione contiene elementi che vanno contro i diritti dei lavoratori e la tutela del commercio locale.
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Non vorremmo che altre emrgenze facciano passare inosservate queste sveltine.
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Maurizio Acerbo, consigliere regionale
Rifondazione Comunista Abruzzo
[…] scorso 19 febbraio avevamo denunciato con una conferenza stampa che in commissione la legge sul commercio era stata pericolosamente taroccata a favore dei centri […]