Community

Already a member?
Login using Facebook:
Powered by Sociable!

Archivi

Beppe Grillo tifa Costantini, Del Turco va con Berlusconi

Sul suo blog Beppe Grillo scrive “io tifo Costantini” e invita a passare parola. Invece stamattina Del Turco sul Corriere della Sera tifa apertamente per Chiodi. Mi sembra che esca confermata la giustezza della nostra linea di alleanza con Costantini.

«Tornerò a fare politica dovunque sia possibile da riformista»

Lo strappo di Del Turco:

con il Pdl alle Europee? Ci sto pensando

L’ex governatore: non voterò Costantini, anzi spero che perda.

DAL NOSTRO INVIATO
COLLELONGO (l’Aquila) — Il fuoco è acceso, c’è un bel tepore, i vetri delle finestre sono appannati. Sul camino, un geco immobile, dipinto dentro a una cornice. «Ci credo poco, ma dicono che il geco porti fortuna. Così, quando mi scarcerarono e mi ritrovai qui sotto, in cantina, nel mio piccolo laboratorio da pittore dilettante, decisi di realizzarne uno». Ottaviano Del Turco è seduto su una poltrona rossa. La stessa, racconta, dove esattamente cinque mesi fa, la mattina del 14 luglio, lo trovarono i finanzieri venuti per arrestarlo. Lui — ex sindacalista di strettissima osservanza socialista, e poi ex parlamentare, ex presidente della commissione Antimafia, ex ministro delle Finanze — si dimise da Presidente della Regione Abruzzo poche ore dopo. «E adesso lei è venuto a chiedermi quale sarà il mio voto, in queste elezioni provocate proprio da me, giusto?». Giusto. «Non voterò certo per Carlo Costantini, per il dipietrista Costantini. Anzi, mi auguro che perda». C’è qualcosa di disgustato, nel suo tono. «C’è che io non voto per un giustizialista, e non è tanto, mi creda, per la mia condizione, di uomo innocente che aspetta di essere giudicato; quanto, piuttosto, per la mia cultura. E poi, sa, questo Di Pietro ogni giorno diventa sempre più di destra, e io sono un socialista…». La procura di Pescara, che recentemente ha chiesto una proroga delle indagini fino ad aprile — Del Turco, nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità privata, è accusato di aver preso tangenti per 5 milioni e 800 mila euro — gli ha concesso un permesso speciale per venire a votare: in realtà, ha l’obbligo di residenza nella sua abitazione romana. «E ora no, non stia a chiedermi se voterò per Chiodi…». Voterà per Chiodi, il candidato del Pdl? «Non glielo dico. Però le dico che non dimentico ciò che Berlusconi disse un paio di giorni dopo il mio arresto». Può ricordarlo ai lettori? «Disse che non solo mi conosceva, e bene, ma che era anche certo della mia innocenza. E mentre lui diceva questo, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in una dichiarazione di carattere generale, com’è suo costume, ammonì contro la spettacolarizzazione degli arresti…». E il Pd? «Purtroppo, pur essendo io tra i suoi 45 soci fondatori, il Pd scelse invece la via dell’omertà… Per giorni, nessuno osò dire mezza parola su di me. Ebbi la netta sensazione di essere trattato come un delinquente». Ora voi leggete queste frasi, e magari vi immaginate un Del Turco teso, nervoso, preoccupato. Proprio per niente. E’ rilassato nella sua convinzione di innocenza, nel suo cardigan blu, mentre chiede — ospitale, lui che è astemio — se a questo punto della chiacchierata ci stia bene un sorso di grappa. «La grappa no? Ma allora guardi queste ciambelline al vino…». Senta, Del Turco: lei è molto arrabbiato con Veltroni e… «No, aspetti: non arrabbiato, deluso. Ha ucciso un partito appena nato e con me si è comportato in un modo che non sto nemmeno a dirle». No, scusi, lo spieghi questo modo. «In cinque mesi non l’ho mai sentito. Mai. Non una telefonata, un sms, un bigliettino. Le sembra normale?». Mentre altri… «Altri sì. Sia da destra, che da sinistra. Un mucchio di telefonate belle, affettuose, garantiste». La più bella? «Quella di Francesco Cossiga».

Torniamo a Veltroni: lei ha una straordinaria possibilità per vendicarsi del suo silenzio. «Sarebbe?». Accettare la candidatura nel Pdl alle prossime elezioni europee. «L’ho letta, questa ipotesi. Sembra che qualche esponente del rango di Cicchitto e Sacconi stia pensando, effettivamente, a me». E lei? «Direi che è un poco prematuro fare questi discorsi… certo…». Certo? «Io tornerò a fare politica ovunque sia possibile farlo da riformista». Anche nel Pdl? «Guardi che il Pdl non è schiacciato, come si tende a dire, dal peso di Berlusconi… Perché nel Pdl, per esempio, davanti a una questione come quella della riforma della Giustizia, c’è dialettica, c’è spazio per le idee, c’è…». Va bene, onorevole. Capito. Cambiamo argomento. Torniamo alle elezioni. Chi vince, qui in Abruzzo? «Posso dirle chi perde di sicuro». Chi? «Veltroni». Lo detesta, eh? «No. Faccio un ragionamento. Posso?». Prego. «Se, come dicono molti giornali, vincerà Chiodi, a perdere sarà chiaramente lui, Veltroni». E se invece vincesse Costantini? «Sarebbe sempre Veltroni, il grande sconfitto. Perché, per tutti, l’artefice della vittoria sarebbe Di Pietro». Saranno stati cinque mesi tremendi. «Ho tenuto anche pensando a mio padre Giovanni, un vecchio bracciante socialista». Il momento più brutto? «Quando i miei due nipotini vennero a trovarmi nel carcere di Sulmona. Scoppiarono a piangere e io, beh…».

Fabrizio Roncone
14 dicembre 2008 CORRIERE DELLA SERA

dal nostro programma elettorale:

Il centrodestra e sanitopoli.

L’Abruzzo torna al voto dopo i clamorosi arresti di luglio. Il centrodestra è sicuro di beneficiare dell’indignazione derivante dall’inchiesta giudiziaria. Il paradosso abruzzese è che il centrodestra è coinvolto in Sanitopoli fino alla cima dei capelli. Risultano indagati l’ex-presidente Pace, l’on. Aracu, Domenici, ex- assessore alla sanità della precedente giunta regionale di centrodestra, e altri personaggi che avevano nominato ai vertici della FIRA e della ASL di Chieti.

E’ negli anni del governo regionale di centrodestra che venne messo a punto il sistema che ruotava intorno alla FIRA di Masciarelli, arrestato e rinviato a giudizio anche per l’inchiesta sui fondi Docup. Secondo i magistrati, l’associazione a delinquere costituita da personaggi del centrodestra ha poi passato il testimone alla nuova associazione, sempre per delinquere, capitanata da Del Turco per il tramite del pluri-indagato Masciarelli.

Se siete scandalizzati da Sanitopoli, e non vi va giù il fatto che qualcuno si arricchisca con i soldi delle vostre tasse, fareste bene a ripensarci prima di votare centrodestra! Se ve la siete presa con Del Turco non è il caso di votare centrodestra. L’ex-governatore della Puglia Fitto, per il quale i magistrati avevano richiesto l’arresto per corruzione, falso e illecito finanziamento proprio in relazione a un’inchiesta sulle cliniche private, è stato promosso da Berlusconi alla carica di deputato e oggi fa il ministro.

Liberare l’Abruzzo.

La questione morale in Abruzzo è un’emergenza e coinvolge, purtroppo, settori ampi del centrodestra e del PD. Lo diciamo da anni e i fatti sono andati oltre le nostre stesse previsioni. Gran parte delle inchieste (Montesilvano, FIRA, sanità, acqua) riguardano questioni sulle quali Rifondazione ha dato battaglia.

Corruzione, intreccio affari-politica, pratiche clientelari e malcostume amministrativo costituiscono il problema dei problemi della politica abruzzese. Non c’è futuro per la nostra Regione se non si rompe questa cappa asfissiante. La questione morale è anche una questione sociale, perchè sottrae e sperpera risorse pubbliche, provoca l’aumento della pressione fiscale, distorce i processi decisionali e la vita democratica, saccheggia l’ambiente, rende inefficienti i servizi e la pubblica amministrazione, penalizza merito, intelligenze, competenze.

Non è possibile affrontare i problemi dell’economia, della sanità, dell’ambiente, della formazione, della riforma della pubblica amministrazione se non si promuove una netta discontinuità nei programmi, nelle regole e nei comportamenti rispetto al passato. Non è stato facile determinare le condizioni per l’unità del centrosinistra perchè molte sono state, soprattutto nel PD, le resistenze al cambiamento. Abbiamo posto il tema delle liste pulite e dell’esclusione dalle candidature di persone coinvolte nei recenti scandali che hanno umiliato la nostra Regione (sanità, acqua, ecc.).

Ci presentiamo uniti a sostegno della candidatura a presidente di CARLO COSTANTINI, con il quale abbiamo condiviso in Abruzzo tante battaglie per la trasparenza e la legalità e, soprattutto, con un programma di rinnovamento. Senza queste condizioni non avremmo accettato una convergenza unitaria, ma proprio perchè ci teniamo alle nostre battaglie di sinistra coerente non abbiamo voluto regalare una vittoria sicura a una destra che a livello nazionale sta già facendo molti danni.

Una sconfitta della destra in Abruzzo sarebbe un bel segnale per tutti i movimenti di opposizione al governo Berlusconi, uno stop alla sua politica di attacco alla scuola, ai servizi pubblici (fino alla recente proposta di privatizzazione degli ospedali pubblici), ai diritti dei lavoratori, ai principi costituzionali. Il terremoto causato dalle inchieste giudiziarie offre all’Abruzzo l’occasione per liberarsi di una politica subalterna agli interessi forti e incapace di dare risposte ai bisogni sociali perchè troppo impegnata nel riprodurre i propri serbatoi di consenso clientelare.

C’è bisogno di politica pulita e di proposte concrete in grado di permettere all’Abruzzo di fronteggiare la crisi economica, il federalismo fiscale, estendere i diritti sociali, difendere l’ambiente e la qualità della vita, produrre innovazione. In queste elezioni possiamo battere lo schieramento berlusconiano, ma soprattutto provare a cambiare la politica. Il voto a Rifondazione Comunista è il voto utile a sinistra.

Leave a Reply