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IL SENATORE DI STEFANO VORREBBE CANCELLARE L’ANTIFASCISMO DALLA COSTITUZIONE

il senatore Di StefanoDI STEFANO DOPO AVER ROVINATO LA REGIONE ABRUZZO, ADESSO SE LA PRENDE CON LA COSTITUZIONE

Da quando è stato eletto in Senato non mi ero accorto di particolari iniziative del senatore Di Stefano che pare interessato più alla gestione del sottogoverno in Abruzzo che a problematiche proprie  del mandato  parlamentare.

Verrebbe quindi da accogliere con ilarità e pernacchie la sua iniziativa legislativa di modifica nientepopodimenoche di una norma della Costituzione se non si trattasse di materia su cui c’è poco da ridere.

La proposta di Abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione è un’iniziativa probabilmente volta a distrarre l’opinione pubblica dai misfatti di questo governo e di questa maggioranza e probabilmente anche un tentativo di richiamo identitario verso  l’elettorato ex-missino piuttosto stomacato dalle gesta del premier e della sua corte dei miracoli.

Viene il dubbio che si tratti dell’iniziativa di un manipolo di parlamentari che dovendo segnalare la propria esistenza cercano con una trovata di farsi un pò di pubblicità gratuita. 

Però è piuttosto inquietante che il primo firmatario sia il senatore De Eccher, già noto alle cronache giudiziarie della strage di Piazza Fontana per l’appartenenza al gruppo neonazista Avanguardia Nazionale e per gli stretti legami con Franco Freda: http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/De%20Eccher.html

Diciamo che Di Stefano da presidente della commissione sanità del Consiglio Regionale negli anni della megatruffa ai danni degli abruzzesi ha fatto carriera e adesso è passato direttamente all’eversione.

 E’ significativo che un senatore di provincia come Di Stefano, che a Roma non è in grado neanche di difenderci dai pedaggi sull’asse attrezzato, si faccia promotore di un’iniziativa di questo genere.

E’ il segno che nel PDL, partito che è liberale solo a chiacchiere, ormai sia senso comune considerare carta straccia la Costituzione repubblicana.

Il fatto che il senatore Di Stefano si dichiari “né antifascista, né fascista” non è una dichiarazione di agnosticismo, ma di istintiva distanza dai valori democratici della Resistenza e dell’antifascismo.

Spero che tutte le forze democratiche assumano una posizione di netta chiusura nei confronti di una proposta a cui hanno aperto le porte il revisionismo storico bipartisan e il volemose bene sui “ragazzi di Salò”.  Infatti il senatore Di Stefano cita il rientro dei Savoia come precedente (facemmo bene come Rifondazione Comunista a votare contro quella infelice iniziativa bipartisan).

La XII disposione non è una norma anacronistica e il fascismo non è un “fenomeno storico circoscritto” visto che vi sono in tutta Europa gruppi e movimenti neonazisti all’opera dentro un contesto di crisi economica alimentando violenze xenofobe e razzismo.

La XII disposizione impedisce che qualcuno possa apertamente organizzare un movimento volto a sopprimere le libertà democratiche. Fu scritta da uomini e donne che avevano visto la peste nera diffondersi in Europa lasciando dietro di sé 50 milioni di morti.

E’ la disposizione finale della nostra Costituzione: Mai più fascismo!

  Con gente come Di Stefano non bisogna prendere neanche un caffè!

 Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

per chiarire i termini della questione non mi resta che consigliarvi la visione di questa scheggia di altri tempi:  Sandro Pertini: democrazia e fascismo

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