Oggi l’assessore Antonelli ha presentato in commissione urbanistica una delibera di indirizzi relativa alla rimodulazione del Piano particolareggiato n.2 – zona portuale.
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La sensazione è che dopo due anni di apparente stasi comincino a delinearsi una strategia finora elaborata al di fuori delle sedi ufficiali.
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Con una serie di scuse si chiede al Consiglio Comunale il mandato di rifare il Piano Particolareggiato in variante al PRG, ma non vengono prefigurate idee per rendere quelle aree strategiche della città una reale occasione di riqualificazione urbana e di rilancio economico e turistico della città .
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Un dato però è certo: si chiede il mandato di modificare una scelta assai lungimirante del passato, cioè quella di destinare gran parte della quota di volumi residenziali previsti in quelle aree ad edilizia residenziale pubblica.
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In questa maniera il valore delle aree farebbe un balzo notevolissimo e anche i margini di profitto per i costruttori.
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Si prefigura un gigantesco regalo ai proprietari delle aree/costruttori che non trova plausibili ragioni di interesse collettivo.
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Non si capisce perchè si debba cancellare una previsione che consentirebbe di realizzare case a prezzi più bassi per i cittadini (edilizia convenzionata).
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Se l’amministrazione ritiene che non ci sia questa esigenza sociale (cosa francamente discutibile visto che sono tantissimi i pescaresi giovani che si trasferiscono nei comuni limitrofi perchè non trovano case da acquistare o affittare a prezzi decenti) non si capisce perchè consentire la trasformazione di quelle previsioni volumetriche in edilizia libera.
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La scusa per fare l’operazione di aumentare i valori immobiliari a beneficio dei soliti noti di evitare “il rischio di abbassare lo standard qualitativo dell’intervento in un’area strategica e centrale della città “. Si tratta di un argomento che non regge perchè il Comune può introdurre tutte le prescrizioni che vuole sulla qualità edilizia e architettonica degli edifici da realizzare come accade in tutta Europa per interventi di questo genere.
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Se quei volumi di edilizia sociale non servono eliminiamoli dal PRG e in quelle aree strategiche avremo più spazio, parcheggi, servizi, verde e strutture turistico ricettive.
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Personalmente non sono particolarmente affezionato ai progetti e agli studi già elaborati dal Comune e pagati dalla comunità sulla base del PRG vigente. Quelle destinazioni, che sono rimaste quelle previste dal PRG dell’allora amministrazione di centrodestra, potrebbero anche modificarsi.
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Una variante al PRG è possibile e legittima, ma andrebbe chiarito se debba servire obiettivi pubblici o rappresentare l’ennesima torta da spartire per operazioni speculative.
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 Maurizio Acerbo, consigliere PRC
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P.S.: faccio inoltre presente che un tale gigantesco cambio di destinazioni urbanistiche se non si modifica il PRG i costruttori dovrebbero pagarlo al Comune a peso d’oro.
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