Oggi sul quotidiano il Messaggero è apparso il mio comunicato. Mi è sembrato opportuno mandare una piccola precisazione.
Non vorrei che a causa della titolazione si finisse per male interpretare la mia opinione personale sullo scioglimento del Consiglio Comunale.
Io non difendo nè D’Alfonso, nè il PD, nè tantomeno il centrodestra.
A mio parere a fronte di un’inchiesta di questo genere le dimissioni erano un atto dovuto e ho già in altra occasione qualificato come furbata l’espediente del certificato.
Ma in assenza di dimissioni del sindaco non ritengo che la sua “autocertificazione” costituisca un presupposto per tornare alle urne ai sensi dell’articolo 53 del Testo Unico degli enti locali.
Mi sono limitato a segnalare la propensione bipartisan a piegare le istituzioni a fini di parte e la scarsa sensibilità per la correttezza istituzionale che mi paiono emergere in questa vicenda.
Non c’è democrazia senza rispetto delle regole. Quello che si va configurando è un pasticcio istituzionale e spero che il Ministero nonn faccia finta di non accorgersene.
E’ giusto essere garantisti nei confronti degli indagati, ma ci vorrebbe anche un pò di garantismo per i cittadini.
Maurizio Acerbo
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