Secondo i dati riferiti in un dossier pubblicato sul  quotidiano La Repubblica in data 5 febbraio 2012 l’Abruzzo ha conquistato il non invidiabile record di regione più incapace di spendere i fondi europei: “in cima alla classifica delle Regioni sprecone si colloca l´Abruzzo che ha ancora l´80% dei fondi da impiegare , seguito da Campania (75%), Sicilia (72%), Puglia (66%) e Calabria (60%). La più virtuosa è la provincia di Trento (solo il 10%). A distanza, Emilia Romagna (32%), la provincia di Bolzano (33%), Lombardia e Piemonte (attorno al 40%)â€.
Se Italia è il fanalino di coda tra i paesi europei nell´utilizzo dei fondi strutturali c’è da piangere a pensare che l’Abruzzo è l’ultimo della classe.
Non ho ancora ben capito in cosa consista il Patto per lo Sviluppo, ma una cosa è certa: un “patto per il sottosviluppo†è stato sottoscritto da anni tra dirigenti, politica e (im)prenditoria abruzzese.
Non è possibile che si litighi su quattro lire da far uscire da bilanci regionali ormai allo stremo e non si metta al centro questa autentica emergenza.
Come l’inchiesta giudiziaria in corso conferma, la responsabilità politica è bipartisan quindi il problema non è quello del solito scaricabarile tra PDL e PD.
Però Chiodi e i suoi assessori più rampanti evitino di fare i primi della classe perché le bocciature si susseguono.
Escono autorevolmente smentite le dichiarazioni altisonanti dell’assessore Mauro Febbo che lo scorso 13 ottobre dichiarava che l’Abruzzo era tra le regioni più virtuose. Lo stesso presidente Chiodi, che ha relazionato al tavolo del “patto per lo sviluppoâ€, è stato piuttosto reticente sui dati forniti dal ministro Barca.
Come consiglieri presenteremo la prossima settimana un’interrogazione al Presidente Chiodi.Â
Riteniamo indispensabile che il Presidente della VI Commissione (Politiche europee, internazionali e programmi della Commissione europea) Emiliano Di Matteo convochi al più presto il Presidente e il direttore Antonio Sorgi.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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L’ARTICOLO DI REPUBBLICA:
 DOMENICA, 05 FEBBRAIO 2012
IL DOSSIER. L´emergenza disoccupazioneÂ
 Burocrazia, progetti superati, rinvii così l´Italia spreca metà dei fondi UeÂ
   Il governo Monti tenta l´impiego immediato di 3,7 miliardi. Cabina di regia con le Regioni del SudÂ
Il nostro Paese non utilizza il 53% delle risorse comunitarie, peggio fa soltanto l´UngheriaÂ
 VALENTINA CONTEÂ
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Italia fanalino di coda tra i paesi europei nell´utilizzo dei fondi strutturali. Alla fine del 2011, rende noto la Commissione Ue, il 53% dei circa 28 miliardi messi a disposizione dall´Europa per il 2007-2013 non era stato ancora impegnato. E ben 8 miliardi dovranno esserlo entro il 2013. Un ritardo cronico (peggio di noi solo l´Ungheria al 60%) che paga soprattutto il Sud, con meno risorse per sviluppo, lavoro, infrastrutture. «Molti sforzi sono stati messi in campo per evitare il disimpegno di questi fondi», concede Luca Bianchi, vicedirettore dello Svimez, ricordando la corsa a certificare le spese di 57 programmi italiani su 58 nello scorso mese di dicembre. «Ora abbiamo bisogno di progetti nuovi perché la parte ancora da spendere è ben più ampia degli 8 miliardi segnalati dalla Commissione», prosegue Bianchi. «Il tesoretto residuo, tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale, è di circa 40 miliardi e di questi 30 sono per il Sud. Andranno impegnati entro il 2013 e poi spesi entro il 2015. Un grande aiuto per creare occupazione».Â
 Abruzzo, Campania e Sicilia indietro tutta nell´uso degli aiutiÂ
 La classificaÂ
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 La Commissione europea bacchetta l´Italia e torna a ricordare che entro il 2013 deve spendere, se non vuole perderli, 8 miliardi di euro di fondi strutturali non ancora impegnati: 3,7 miliardi del Fondo sociale europeo e 4,3 miliardi del Fondo regionale. I dati di Bruxelles segnalano poi che in cima alla classifica delle Regioni sprecone si colloca l´Abruzzo che ha ancora l´80% dei fondi da impiegare, seguito da Campania (75%), Sicilia (72%), Puglia (66%) e Calabria (60%). La più virtuosa è la provincia di Trento (solo il 10%). A distanza, Emilia Romagna (32%), la provincia di Bolzano (33%), Lombardia e Piemonte (attorno al 40%). Secondo i calcoli dello Svimez, basati sulla relazione del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, di inizio dicembre alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, dei 52 miliardi totali (tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale) stanziati per il 2007-2013, l´Italia ne ha usati alla fine del 2011 appena 12,3. E dei 40 restanti, 30 spetterebbero proprio al Sud.Â
Il programma del ministro Barca “Ora le risorse su pochi progetti”Â
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Il pianoÂ
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Il “Piano di azione” per il Sud, messo in campo dal ministro Barca, concentra gli interventi su quattro temi: istruzione (974 milioni), credito di imposta per l´occupazione (142 milioni), Agenda digitale (410 milioni) e ferrovie (1,4 miliardi). In primavera – si legge – potranno aggiungersi altre “riprogrammazioni” di fondi a beneficio dei servizi di cura per i bambini e dell´assistenza agli anziani non autosufficienti. Tra i progetti in cantiere: corsi di inglese per 4 mila scuole (1,5 milioni di studenti), contrasto alla dispersione scolastica, raccordo scuola-lavoro per 3.200 istituti (95 mila studenti), riqualificazioni di 1.472 edifici scolastici, bonus fiscale per l´assunzione di 11 mila lavoratori svantaggiati, banda larga per tutti i cittadini entro il 2013 (e ultralarga per il 50% della popolazione), ampliamento e modernizzazione della rete ferroviaria (le risorse, tra fondi Ue e fondi Fas, raggiungeranno i 6,5 miliardi totali).Â
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Gli 8 miliardi da spendere entro il 2013 sono dunque gli stessi che il presidente Barroso raccomanda di destinare ai giovani e alle piccole e medie imprese per rilanciare crescita e occupazione: fondi europei per ora “sprecati” dall´Italia, ovvero ancora non impiegati. Qualcosa in tal senso si è già mosso. Il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha riprogrammato 3,7 miliardi di questi fondi in base a un nuovo “Piano di azione e coesione” – intitolato “Il Mezzogiorno per l´Europa” – inviato alla Commissione Ue il 15 dicembre e frutto della “cabina di regia” tra ministero, i presidenti delle otto Regioni del Sud e i sindaci dei capoluoghi del Mezzogiorno (l´ultima riunione risale allo scorso venerdì). Il Piano accelera la spesa a livello regionale e locale, riduce il cofinanziamento nazionale rimettendo così in circolo circa 8 miliardi di risorse, riprogramma i fondi non spesi su poche priorità individuate d´intesa con gli enti locali.Â
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Banda larga a tutti gli italiani l´obiettivo è fissato al 2013Â
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In realtà la Commissione europea si era già espressa con chiarezza, al termine del Consiglio del 30 gennaio scorso a Bruxelles, sull´utilizzo di quei fondi strutturali che i Paesi non hanno ancora speso. Si tratta di 82 miliardi di euro (8 quelli italiani) che il presidente Barroso ha deciso di dirottare alla lotta contro la disoccupazione, visto che in Europa oltre 23 milioni di persone sono senza lavoro. Una vera e propria emergenza, soprattutto nelle Nazioni con alti tassi di disoccupazione giovanile, come l´Italia, dove un giovane su tre tra i 15 e i 24 anni non ha un´occupazione (31%). Già in questo mese di febbraio, un “gruppo d´azione”, ovvero un team ad hoc di funzionari europei e dei singoli Stati, visiterà gli otto Paesi con il tasso sopra la media (tra cui l´Italia, Barroso ha scritto una lettera a Monti lo scorso 31 gennaio) per concordare le linee d´azione in vista del Programma nazionale di riforme da presentare entro metà aprile.Â
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