Certo che la vicenda del mancato dragaggio del porto di Pescara è uno “scandalo nazionale” come ha dichiarato il presidente Chiodi, ma questa ovvia constatazione non vorrei che fosse l’ennesima puntata di uno scaricabarile e di una telenovela dell’improvvisazione che va avanti da due anni.
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Ormai non si contano più le dichiarazioni con cui la politica pescarese e regionale ha richiesto l’intervento del governo per risolvere un’emergenza sempre più sospetta.
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Desta ancor più preoccupazione l’annuncio che a Roma si svolgerà il 24 luglio un incontro con il governo:
“finalizzata all’individuazione della soluzione tecnico economica ritenuta maggiormente rispondente alla ripresa dell’attività del porto di Pescaraâ€, sulla base delle proposte elaborate dal Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche.
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Se Regione, Arta, Provincia, enti locali si sono dimostrati impreparati ad affrontare la questione del dragaggio, dall’altro certo il Provveditorato non gode di una buona reputazione.
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Finora l’unica piattaforma seria per affrontare la questione è quella presentata dall’associazione degli armatori e dal WWF. Chiodi, Mascia e Testa l’hanno studiata? Eppure è stata presentata a Testa più di sei mesi fa.
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Perché la ditta Nicolai ha quasi ultimato l’iter per una discarica privata di fanghi a Città S.Angelo e le istituzioni non si sono attivate per dotarci di una pubblica?
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Prima che Testa e Chiodi vadano a bersi le soluzioni del Provveditorato sarebbe bene che le rendessero pubbliche e oggetto di confronto perché non convincono – ad esempio – le argomentazioni con cui sarebbe stata scartata l’ipotesi di utilizzare la vasca di colmata che in ogni caso prima o poi dovrà essere oggetto di intervento per la messa a norma.
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Non è che si vuole imporre a tutti i costi la realizzazione di una nuova vasca funzionale al mega-progetto di nuovo porto previsto nel Piano Regolatore Portuale respinto dalla totalità dei comandanti della marineria pescarese?Â
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Chiodi chiede un “intervento strutturale”? Sarebbe da discutere quale causa stia perorando prima di andare lì a parlare a nome dei pescaresi.
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Ricordo che per responsabilità bipartisan della politica pescarese il porto di Pescara è stato ammazzato proprio da un succedersi di interventi “strutturali”.Â
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Prima con la lisciatura dei moli conseguente alla realizzazione di un progetto sbagliato di porto turistico il porto è diventato pericoloso per la marineria. Poi per riparare al danno si è proceduto alla costruzione della diga foranea e del molo di levante con un progetto (definito “ciofeca” da un luminare come l’ing. Matteotti) mai sottoposto a valutazione d’impatto ambientale.
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In questa vicenda cominciano ad addensarsi troppe ombre che lasciano pensare che non siamo di fronte solo a incapacità .
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Le emergenze si creano per porre la gente di fronte a scelte indiscutibili su mega appalti o ipotesi di smaltimento inutilmente costose.
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Innanzitutto siano rese pubbliche le proposte del Provveditorato e Chiodi e Testa aprano un tavolo di confronto con marineria e WWF.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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per saperne di più sulla vicenda del porto vi consiglio il blog curato da Antonio Spina
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