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IKEA: REALIZZATA SENZA V.A.S.

ikea_logoMolto tardivamente ci si sta accorgendo dell’impatto ambientale, in particolare sulla viabilità, dell’insediamento dell’IKEA.
Premetto che Rifondazione Comunista si schierò contro l’insediamento proprio denunciando le questioni che oggi nessuno può far finta che non esistano.

Qualsiasi persona dotata di buonsenso poteva capire che realizzare una megastruttura come quella di Ikea spianando quella collina accanto a un nodo autostradale di tale importanza avrebbe causato problemi enormi (ottimo il video sul sito de Il Centro).

Purtroppo una classe politica irresponsabile e impreparata, assetata di affari e clientele, da anni consente una proliferazione fuori controllo e senza alcuna pianificazione urbanistica di scatoloni della grande distribuzione e altri insediamenti.

La responsabilità non è solo della vecchia amministrazione di San Giovanni Teatino ma anche e soprattutto della Regione (per non parlare della Provincia).

Infatti è l’assenza di un quadro di regole di programmazione territoriale che ha consentito questo scempio del nostro territorio con centri commerciali realizzati in zona di esondazione del fiume come il Megalò o l’IKEA sopra l’autostrada.

Sarebbero indispensabili non norme di ulteriore deregulation edilizia e insediativa come quelle che PDL (e PD) non si stancano mai di sponsorizzare ma regole europee di governo del territorio e una disciplina e procedure più serie per le valutazioni di impatto ambientale.
Lo stesso Piano della qualità dell’aria è inadeguato e generico sul piano delle misure relative ai mega-insediamenti commerciali che pure costituiscono i principali attrattori di traffico e quindi di inquinamento.

A conferma di quanto sostengo ricordo che l’intervento che da settimane sta suscitando un comprensibile panico di prefetti, province, sindaci a suo tempo non fu nemmeno sottoposto a V.A.S. per responsabilità del Comune certo, ma anche della Regione che ha nel direttore Sorgi (con plauso bipartisan) un campione della non assoggettabilità.

Ricordo che il nostro consigliere scrisse anche al comitato VIA della Regione per segnalare l’evidente assurdità di tale scelta senza avere riscontri.

Una Valutazione Ambientale Strategica avrebbe consentito a cittadini, associazioni, ordini, ecc. di evidenziare l’assurdità di un’ubicazione così discutibile.

Coloro che oggi richiedono interventi infrastrutturali come caselli e bretelle per attenuare l’impatto di IKEA sulla viabilità dovrebbero spiegare perchè debbano pagare i cittadini i costi di insediamenti privati. La stessa cosa accade con gli interventi per la viabilità tra Montesilvano, Città S.Angelo, Silvi.

Procura e Corte dei Conti dovrebbero verificare se si ravvisino responsabilità non solo politiche in questa vicenda.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

P.S.: i terreni su cui è sorta l’IKEA di chi erano? Sono stati scelti con quale logica urbanistica?

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