Non sono certo sconfitti i due lavoratori che sono scesi oggi dal terrazzo della Sixty di Chieti Scalo.
E’ il nostro territorio e le sue istituzioni ad essere sconfitte se una delle più importanti realtà produttive può diventare proprietà di fantasmi e progressivamente smantellata.
Marino e Marcello si sono assunti l’onere di denunciare in maniera eclatante un delitto che si va compiendo alla luce del sole (la loro pagina facebook Mimì tessitore ferito nell’orgoglio ).
Da un anno presidiano insieme ad altri lavoratori e lavoratrici lo stabilimento di Chieti Scalo, cercano di costruire speranza e comunità invece della disgregazione egoistica del “si salvi chi puòâ€.
Dovrebbero vergognarsi quei sindacalisti della CISL che li hanno criticati. Come al solito c’è chi si espone e rischia in prima persona e chi si candida a selezionare i felici pochi che non saranno espulsi dal lavoro.
Dicono tutti che dobbiamo puntare sulle eccellenze, sul made in Italy e poi siamo costretti ad assistere impotenti a operazioni di distruzione di un patrimonio di saperi, competenze, lavoro come quello della Sixty.
Marino e Massimo sono costretti a fare gli acchiappa-fantasmi perché le loro vite sono nelle mani di padroni invisibili di cui non si conoscono nomi e volti.
La scelta di Marino e Massimo è stata saggia perché sarebbe stato un inutile sacrificio quello di farsi impallinare da azioni risarcitorie della proprietà .
Lavoratori che difendono il lavoro e non vogliono veder morire un’azienda sono stati cinicamente sottoposti a un’ipotetica richiesta di risarcimento per aver impedito per giorni l’utilizzo del terrazzo della show-room.  Come se fossero loro e non la proprietà fantasma a minacciare la possibilità per l’azienda di continuare a produrre.
Marino e Massimo meritano il ringraziamento di tutti i lavoratori e i cittadini del nostro territorio per il loro coraggio: oggi nell’esporsi con azioni del genere non possono godere neanche più della protezione dell’articolo 18 manomesso da questa maggioranza di governo bipartisan con il voto di quasi tutti i parlamentari abruzzesi.
Chi sono i nuovi padroni della Sixty? E’ possibile che le leggi della nostra “repubblica fondata sul lavoro†consentano a dei fantasmi di acquisire un’azienda e magari decretarne la fine prematura?
Marino e Massimo hanno avuto il merito di attirare l’attenzione di tutti su una vicenda aziendale davvero torbida.
Tutti i livelli istituzionali – dagli enti locali alla Regione fino ai parlamentari – devono attivarsi perchè venerdì prossimo al tavolo del ministero per l’ennesima volta si presenti questa fantomatica nuova proprietà e dica quali sono le sue scelte per il futuro dell’azienda.
Lunedì insieme a Franco Caramanico a Antonio Saia presenteremo un’interrogazione per sollecitare il massimo impegno della Giunta regionale e del Presidente Chiodi.
Insieme ai lavoratori cerchiamo di allargare sul territorio la consapevolezza e la mobilitazione.
 Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
P.S.: Conosco da anni Marino che è un compagno e una persona di assoluto valore. Mi sento un pò in colpa per non aver dato finora un contributo utile alla causa.
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