Rifondazione Comunista lancia l’allarme sul futuro del CMP (Centro Meccanizzato postale) di Pescara.
Poste Italiane ha intenzione di procedere a una riorganizzazione della rete logistica che penalizzarebbe fortemente il CMP di Pescara che attualmente occupa 234 lavoratori più almeno 30 di ditte dell’indotto che ruotano intorno a Poste.
Il progetto aziendale prevede il ridimensionamento, forse sarebbe meglio dire lo smantellamento, del CMP che dovrebbe trasformarsi in “centro prioritarioâ€Â  con una riduzione drastica di personale che scenderebbe a 81 unità con 153 esuberi.
Praticamente da centro ad alta meccanizzazione il CMP verrebbe ridotto a centro di lavorazione manuale della sola raccolta regionale.
Le lavorazioni oggi gestite dal centro pescarese saranno spartite tra la Campania (che acquisirà il prodotto proveniente dal Molise) , le Marche (che acquisiranno il prodotto proveniente dalle province di Teramo e L’Aquila) e Roma.
Il progetto di riorganizzazione presenta molte criticità che evidenziano il carattere politico delle decisioni che l’azienda sta assumendo.
La riduzione sul piano nazionale dei volume di traffico lavorati nel 2011 e 2012 non giustifica di per sé lo smantellamento del CMP di Pescara. Infatti, al contrario di altri centri, il CMP di Pescara non ha registrato diminuzioni dei volumi lavorati.
Da quanto mi hanno riferito lavoratori e sindacalisti non c’è alla base del progetto la comparazione dei dati sulla produttività con gli altri centri similari né la valutazione che il costo delle lavorazioni della corrispondenza a Pescara è più basso che altrove.
Basti pensare che nel 2008 è stato inaugurato il nuovo stabilimento industriale su unico piano di 5.000 mq che affianca il vecchio edificio di 4.900 mq (una dotazione strutturale che è assurdo svuotare) in via Alessandro Volta.
Il CMP di Pescara è classificato da Poste Italiane come centro d’eccellenza per qualità e produttività  nella comparazione con gli altri centri italiani e ha il primato in Italia nella lavorazione della corrispondenza Raccomandate j+3 (Ancona e Bologna non effettuano nemmeno tale fase di processo).
Il CMP di Pescara gode anche di un’ottima posizione dal punto di vista dei collegamenti e la riorganizzazione non tiene conto nemmeno di tempi, distanze e ricadute riguardanti l’operatività .
Mentre altre regioni continuerebbero a disporre di più centri di smistamento l’Abruzzo anche in questo campo verrebbe declassato perdendo uno snodo postale tecnologicamente avanzato e una realtà occupazionale significativa.
Molteplici sono i riflessi che avrebbe sul nostro territorio questa scelta di Poste Italiane non solo sul piano occupazionale e della qualità e dei tempi del servizio.
Pensiamo all’aeroporto d’Abruzzo. Con lo smantellamento del CMP verrebbe eliminato il volo postale notturno (che forse è l’unico aereo ad atterrare dopo la mezzanotte) e ci potrebbero essere ricadute anche sulla classificazione dell’aeroporto D’Abruzzo, in quanto potrebbe non essere + uno scalo H24( con la pista aperta di notte). Sicuramente l’aeroporto perderebbe cospicue entrate e l’unico servizio cargo attualmente attivo.
La difesa del CMP di Pescara non può essere lasciata alle sole organizzazioni sindacali ma richiede la massima mobilitazione della politica a livello comunale e regionale.
E’ evidente che dentro la crisi i territori e le comunità locali privi di una classe dirigente capace di farsi sentire rischiano di essere penalizzati due volte.
L’Abruzzo da tempo è oggetto di un progressivo depauperamento di funzioni, strutture e insediamenti (basti pensare alle ferrovie).
In questo caso ci sono tutte le ragioni e gli spazi per una battaglia politica a tutela del territorio visto che Poste non è un fondo d’investimento delle Cayman ma una realtà aziendale ben piantata in Italia e nella politica.
Il tavolo tecnico a Roma tra Poste e organizzazioni sindacali si è chiuso con molte perplessità sulle scelte riguardanti Pescara.
Rifondazione Comunista presenterà nei prossimi giorni risoluzioni sia al Consiglio Comunale di Pescara che in Consiglio Regionale affinché tutte le istituzioni si attivino per la difesa del CMP di Pescara.
Chiedo al sindaco di Pescara di attivare un tavolo con tutti gli attori istituzionali – dal Presidente Chiodi  ai parlamentari abruzzesi – e le organizzazioni sindacali per esaminare la questione e articolare tutte le iniziative utili a salvare il CMP.
Maurizio Acerbo, consigliere comunale e regionale PRC
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