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Costi della politica: Pagano replica ad Acerbo

 Il Presidente del consiglio regionale ha risposto piccato al mio intervento. Di seguito il suo comunicato e la mia risposta.
(11/03/2009 15.01) (acra)- L’Aquila – “In una fase così delicata come quella che stiamo attraversando credo ci sia poco spazio da destinare alla demagogia ma molto impegno invece da riservare all’azione concreta per venire incontro alla domanda crescente che proviene dalla società e dalla gente”. Lo ha detto stamani il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano in risposta ad al cune considerazioni del Consigliere regionale Maurizio Acerbo (RC) a proposito della vicenda della costituzione del gruppo di lavoro che si dovrà occupare di portare avanti un’indagine conoscitiva e comparativa della legislazione vigente attinente il trattamento giuridico ed economico dei Consiglieri regionali ed il costo per il funzionamento dei Gruppi consiliari al fine di pervenire alla formulazione di proposte normative di riordino della materia. ” Il Consigliere Acerbo – ha proseguito Pagano- non ha colto il significato profondo dell’iniziativa che rappresenta il primo vero segnale concreto in questa direzione dopo anni di vuote enunciazioni e che ora si inserisce in un quadro più complesso di iniziative già decise e che costituiscono un vero banco di prova per un’Assemblea legislativa che è chiamata ad assolvere, con tutte le sue componenti, ad una funzione di alto profilo
Al Collega Acerbo- ha aggiunto – voglio ricordare che anche le altre Assemblee regionali si stanno muovendo in questa direzione tanto che il Ministro Fitto si appresta a varare una direttiva per uniformare, per quanto possibile, le future scelte che i parlamenti regionali intendono attuare. Non condivido, quindi, il comportamento di chi, anche in presenza di questi segnali, sceglie la solita chiusura alimentando, con atteggiamenti e riflessioni diverse, sentimenti di qualunquismo e di facile demagogia nell’opinione pubblica. Ma se questa dovesse essere la strada che qualcuno intende imboccare troverà questa Presidenza del Consiglio fortemente determinata a non interrompere il disegno riformista che vogliamo portare avanti così come abbiamo annunciato all’atto dell’insediamento del nuovo Governo regionale”.

Pagano si sbaglia
 
Confermo le mie perplessità nei confronti dell’iniziativa del presidente Pagano di costituire una commissione per “studiare” indennità, vitalizi e altri benefits dei consiglieri e assessori regionali e confrontarli con quelli del resto d’Italia.
Le commissioni servono quando ci si trova di fronte a una materia complessa che richiede approfondimenti.
Non mi pare questo il caso.
Ritengo probabile che la commissione partorisca un topolino, cioè una riduzione talmente lieve da rappresentare soltanto un’operazione d’immagine nei confronti della cittadinanza (già me lo immagino un 5% da aggiungere al 5% già attuato nella precedente legislatura attraverso il congelamento degli aumenti automatici).
Già mi è capitato nella mia breve esperienza di parlamentare di imbattermi in questo genere di melina quando presentai la proposta di legge che prevedeva di dimezzare l’indennità dei parlamentari. Quando giunse all’esame della commissione competente ne fu rimandato l’esame di merito e deliberato l’avvio di una indagine conoscitiva che non ha portato a nulla.
Se si vogliono effettivamente ridurre privilegi, come un trattamento economico spropositato, bastano provvedimenti di poche righe ed è sufficiente una riunione per concordarli.
E’ demagogico cavalcare il tema dei costi della politica per ragioni di maquillage senza poi essere conseguenti.
Consiglio di evitare annunci in pompa magna, quelli sì demagogici se non corrispondenti ad azioni concrete.
 
Maurizio Acerbo

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Il Messaggero ha raccontato la vicenda:

Venerdì 13 Marzo 2009

Indennità, scontro Pagano-Acerbo sulla commissione

 

PESCARA – Il consigliere regionale Prc-Se Maurizio Acerbo ribadisce le perplessità nei confronti dell’iniziativa del presidente del Consiglio d’Abruzzo, Nazario Pagano, di costituire una commissione per studiare indennità, vitalizi e altri benefit dei consiglieri e assessori regionali e confrontarli con quelli del resto d’Italia. Per «ridurre privilegi, come un trattamento economico spropositato bastano provvedimenti di poche righe e una riunione per concordarli. È demagogico – dice Acerbo – cavalcare il tema dei costi della politica per ragioni di maquillage, senza essere conseguenti. Nella mia breve esperienza parlamentare – racconta Acerbo – presentai la proposta di legge per dimezzare l’indennità dei parlamentari. Quando giunse all’esame della commissione competente ne fu rimandato l’esame di merito e deliberato l’avvio di un’indagine conoscitiva che non ha portato a nulla».
«In una fase così delicata come quella che stiamo attraversando credo ci sia poco spazio da destinare alla demagogia ma molto impegno invece da riservare all’azione concreta per venire incontro alla domanda crescente che proviene dalla società e dalla gente – aveva detto il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano – Acerbo non ha colto il significato profondo dell’iniziativa che rappresenta il primo vero segnale concreto in questa direzione dopo anni di vuote enunciazioni. Al Collega Acerbo- ha aggiunto – voglio ricordare che anche le altre Assemblee regionali si stanno muovendo in questa direzione tanto che il Ministro Fitto si appresta a varare una direttiva per uniformare, per quanto possibile, le future scelte che i parlamenti regionali intendono attuare. Non condivido, quindi, il comportamento di chi, anche in presenza di questi segnali, sceglie la solita chiusura alimentando, con atteggiamenti e riflessioni diverse, sentimenti di qualunquismo e di facile demagogia nell’opinione pubblica».

 

 

 

 

Stipendi e rimborsi d’oro alla Regione
La maggioranza prende tempo per ridurre i costi della politica

di LILLI MANDARA

PESCARA – Nella regione della cassaintegrazione che galoppa a botte di aumento del mille e duecento per cento, del debito che sta per raggiungere la quota dei quattro miliardi e quindi della bancarotta, del servizio sanitario quasi al collasso, del piano di rientro insopportabile, delle tasse ai livelli massimi, per decidere di tagliare qualche migliaio di euro dagli stipendi d’oro di assessori e consiglieri regionali ci vorrà una commissione. Non un taglio secco, immediato, come aveva promesso il presidente della Regione Gianni Chiodi in campagna elettorale, ma un comitato di saggi, uno studio, una raccolta dati, un raffronto con le buste paga di altre regioni. Dove andrà a parare la misura annunciata dal presidente del consiglio regionale Nazario Pagano è abbastanza chiaro, tra l’altro già annunciata dalla parziale retromarcia di Chiodi nel suo discorso di insediamento in consiglio regionale: «Taglieremo, ma sappiate che gli stipendi dei consiglieri abruzzesi sono tra i più bassi d’Italia». E quindi forse si arriverà a una sfoltitina, ad una semplice spuntatina, niente a che fare col taglio corto che sarebbe necessario in una regione sprofondata nella crisi più nera della sua storia. E soprattutto ci si arriverà tardi, magari a metà legislatura, il tempo per dare alla nuova classe di governo di godersi il solleone regionale.
Vediamo quindi quanto quadagnano consiglieri e assessori regionali, e vediamo se è poco o tanto, almeno rispetto al reddito medio degli abruzzesi. Il presidente della Regione Gianni Chiodi guadagna 7.274,08 euro (che è lo stipendio base dei consiglieri) più l’indennità di funzione di 3.357,27 euro, in tutto 10.631,35 euro. La stessa che guadagna il presidente del consiglio regionale. Mentre gli assessori, che sono dieci di cui due esterni, allo stipendio base di 7.274,08 euro devono sommare un’indennità di funzione di 2.238,18 euro, in tutto quindi 9.512,26 euro. E anche il presidente di commissione somma allo stipendio di 7.274,08 una indennità di 1.678,63 per arrivare a 8.952,71 euro (i presidenti di commissione sono nove, compresa la giunta per le elezioni, la giunta per il regolamento e la commissione di vigilanza), mentre i nove vice presidenti e i nove segretari di commissione aggiungono una indennità di 559,54 euro. E anche i capogruppo regionali (nove in tutto), aggiungono ai 7274,08 euro l’indennità di 1.678,63 euro. Cifre non proprio da buttar via, se si fermassero qui. Invece no, ai già lauti stipendi di consiglieri e assessori si devono sommare rimborsi chilometrici e le indennità per partecipare alle sedute di consiglio regionale: indennità scandalose perchè in questo modo gli assessori, che già usano auto blu e autista gratis per viaggiare, ottengono un ulteriore rimborso chilometrico forfettario di ottocento euro che si aggiunge ai rimborsi a piè di lista per pedaggi autostradali, benzina e parcheggio. Risarcimento quindi per la fatica di viaggiare in auto blu. E scandalosa è l’indennità aggiuntiva di 2.400 euro che prende ogni consigliere regionale per partecipare a sedute di consiglio regionale o di commissione: pagati due volte per fare il loro lavoro. La stessa indennità viene incassata anche dagli assessori, che non sono certo obbligati a partecipare ai consigli. Insomma un universo d’oro. Senza contare che i consiglieri sono passati da 42 a 45 per garantire alla coalizione vincente il premio di maggioranza, con un aggravio per le casse regionali di circa 300 mila euro.
Basta? Non basta: ci sono ancora da considerare i ricchi premi e cotillons per i capigruppo, scesi per fortuna da 15 a nove nell’attuale legislatura, con cinque gruppi monodose, cioè formati da un solo consigliere. Ogni gruppo ha diritto ai sensi di una legge del ’72 a 750 euro più 516,46 euro per ogni singolo componente: quindi un capogruppo ”monodose” (Verdi, Comunisti italiani, Rialzati Abruzzo, Mpa, Rifondazione) sommerà allo stipendio base di settemila e rotti euro, l’indennità di capogruppo di 1.678,63, più i 750 euro più i 516,46 euro, più i rimborsi per i consigli di 2.400 euro e arriverà alla bellezza di 15.478,46 euro. A Chiodi non sembrano tanti, a Pagano neppure. Chissà agli abruzzesi.

       

 

 

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