REGIONI PROMUOVANO REFERENDUM CONTRO L’IPERSFRUTTAMENTO E A TUTELA DEL PICCOLO COMMERCIO
La Corte Costituzionale ha bocciato i ricorsi delle regioni contro le norme che hanno completamente liberalizzato il commercio consentendo ai centri commerciali potenzialmente di aprire 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno.
La sentenza della Corte Costituzionale non cancella le ragioni della battaglia contro la deregulation del commercio imposta dai governi Monti e Berlusconi.
 La norma di Monti sarà legittima dal punto di vista costituzionale ma rimane ingiusta (le ragioni della nostra opposzione l’abbiamo spiegata in un volantino che abbiamo distribuito il 25 aprile e il primo maggio davanti ad alcuni centri commerciali).
Il far west di aperture e orari si traduce in iper-sfruttamento dei lavoratori della grande distribuzione e crisi dei piccoli esercenti, un iper-liberismo che distrugge i legami sociali e che ha suscitato le proteste persino dei vescovi.Â
La Costituzione consente alle Regioni di proporre referendum abrogativi. Ne bastano cinque. Visto che ben 8 regioni hanno presentato ricorso – ma ve ne sono altre come l’Abruzzo che comunque si sono dichiarate contrarie alla deregulation montiana – non ci dovrebbe essere problema. Insomma senza defatiganti raccolte di firme nel 2014 si potrebbe andare a votare sul quesito che si affiancherebbe a quelli sul lavoro e anticasta su cui abbiamo raccolto le firme durante questo autunno.
Nei prossimi giorni presenterò in Consiglio Regionale dell’Abruzzo un provvedimento in tal senso e proporrò ai consiglieri di Rifondazione e della sinistra nelle altre regioni di fare altrettanto.
 Anche in questo caso Monti è stato assai poco europeo perchè in gran parte dell’UE – Germania compresa - le aperture e gli orari sono regolamentati (si può garantire il servizio ai consumatori anche durante le festività e le domeniche regolamentando turnazioni e non con un far west che favorisce solo il dumping della grande distribuzione).
Lo schieramento a sostegno del referendum sarebbe molto vasto perchè unirebbe il piccolo commercio e i lavoratori dei centri commerciali per una volta senza contrapposizioni tra autonomi e dipendenti. Ve la immaginate una campagna che vede sulle stesse poszioni Rifondazione e Confcommercio? Persino i vescovi – come sull’acqua – sarebbero con noi!
Un buon modo per spaccare anche il fronte dei “moderati” sul piano sociale e culturale.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC Regione Abruzzo
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