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Il clientelismo è immorale e disonesto come la corruzione (lo dicono persino i vescovi)

Sabato sono andato all’Oasi dello spirito, l’ecomostro sulle colline di Montesilvano, raccogliendo l’invito dell’arcivescovo di Pescara Tommaso Valentinetti. Il tema dell’incontro era il decalogo che la Conferenza Episcopale Abruzzese -Molisana ha proposto alla riflessione degli “eletti” (nel senso di eletti alle elezioni): http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=19768

Il documento dei vescovi abruzzesi è importante, come le precedenti prese di posizione contro il Centro Oli e la privatizzazione dell’acqua.

L’ho definito di rottura perchè una condanna esplicita del clientelismo e dell’occupazione della cosa pubblica con questa nettezza non si era mai vista da parte della Chiesa abruzzese.
Molti responsabili delle degenerazioni e anche della corruzione sono da ricercare tra quei “politici” che frequentano molto le chiese in cerca di voti.
I politicanti trovano un terreno favorevole in una cultura maggioritaria dalle nostre parti.

E’ salutare la presa di posizione dei vescovi in una società in cui la clientela, il favoritismo, l’arricchimento attraverso cariche pubbliche vengono considerati normali da troppa gente.

Non confido nella “conversione” di molti tra i politici presenti. Spero invece che si sprigionino energie positive nella società e anche nel mondo cattolico.

Nel mio intervento ho ringraziato l’arcivescovo perchè d’ora in poi nessuno potrà dare dell’estremista a chi, come il sottoscritto, si scontra con queste logiche e pratiche ormai nauseanti.

Maurizio Acerbo

Vi propongo il resoconto apparso oggi, domenica 15 Marzo 2009, su Il Messaggero:

«La vera politica è al servizio della gente»
 
Monsignor Valentinetti esorta gli amministratori pubblici a un confronto sereno sui problemi

di FEDERICA GIALLORETO

Sono arrivati pure in anticipo: perchè l’importante, in certe occasioni, è esserci. Meglio ancora se in prima fila. Anche se per fare penitenza piuttosto che per una benedizione immeritata. E così uno dopo l’altro nella grande sala dell’Oasi dello Spirito baciata da un tiepido sole, sfilano i politici comunali e regionali, laici e cattolici, quelli dei paesetti e quelli della città. Non tutti: Cordoma, sindaco di Montesilvano, non si vede per tutta la mattinata. Saluti, abbracci e baciamano all’arcivescovo Tommaso Valentinetti che li ha convocati per discutere di etica e valori, per una politica davvero al servizio della gente e lontana dagli interessi personali o delle lobby. Il severo monito dei vescovi abruzzesi, giorni fa, ha avuto ieri questo momento di confronto voluto dal capo della Diocesi toccata da scandali come quelli di Pescara e Montesilvano.
La sala pian piano si riempie anche dei politici ritardatari, relegati nelle ultime file, ospiti del presule. Assenti tutti i parlamentari: manca il presidente della Regione Gianni Chiodi che ha inviato le scuse a monsignore, annunciando lo studio a livello regionale di un codice etico condiviso. Ma soprattutto manca, e si sente, Luciano D’Alfonso.
Valentinetti dopo i ringraziamenti, prendendo spunto dal documento stilato dalla conferenza episcopale abruzzese e molisana, dieci punti sul buon governo al servizio del bene comune, va subito al sodo. «La scarsissima affluenza alle urne, alle elezioni regionali, ci ha fatto riflettere molto e ci siamo interrogati su quali potessero essere le nostre responsabilità nei confronti dei cittadini – spiega parlando al plurale -. Ecco: non è possibile che il mondo della politica vada in una direzione diversa rispetto al mondo della gente. Dobbiamo costruire nuovamente una relazione, perché ciò che deve stare a cuore al cristiano è il bene comune, il progresso sociale, la verità, la pace e la giustizia».
Il buon politico deve essere anche responsabile di fronte alla gente e vivere nella logica del servizio. L’arcivescovo cita l’esempio di La Pira, che viveva nella preghiera in un monastero e scherza coi politici presenti rassicurandoli sul fatto di non volerli rinchiudere in un monastero. E poi Valentinetti rivolge un monito ai presenti: «Siamo alla vigilia di importanti scadenze elettorali – dice -. Invito tutte le forze politiche ad un confronto sereno. La nostra gente, non vuole vedervi litigare, non vuole assistere a risse: per questo è importante scambiare opinioni, condividere progetti e confrontare le idealità con la serenità necessaria per il bene comune». Per l’arcivescovo la classe politica deve avere una formazione, «non ci si deve improvvisare», deve trasmettere le competenze, senza avere prospettive a lungo termine, aggregare i giovani nel cammino politico ed essere lontana da logiche clientelari. «Non vogliamo essere tacciati di ingerenza – premette Valentinetti – ma il nostro è un impegno nella vita sociale. Chiediamo attenzione al problema del lavoro, alla sanità pubblica, ad avanzare proposte concrete per i giovani e all’ambiente. Siamo sicuri che l’Abruzzo regione verde sia una verità e non solo uno slogan?».
E poi i giovani, il cruccio di monsignore che annuncia la decisione di far rinascere qualche oratorio nelle diocesi, con percorsi educativi dedicati e scuole per i genitori. «Sentiamo l’urgenza che la famiglia torni ad essere il cardine della società» chiosa Valentinetti. I politici applaudono e uno alla volta guadagnano l’uscita col documento in mano. Il primo punto recita così: «L’uso del pubblico potere e denaro va sempre orientato per il bene comune e non per favorire affari personali e di gruppo o per creare clientele». Peccato però che c’è chi rientra nella propria utilitaria e chi sale su un’auto blu con autista costretto a tre ore di attesa. Sotto il sole. 
   
Appello raccolto dai due poli  
Tutti d’accordo sull’etica, dai laici Acerbo e D’Angelo ai cattolici 
  
 Tra i presenti all’Oasi dello Spirito, spiccava ieri il consigliere regionale Maurizio Acerbo, uno dei pochi ad essere pungente nel proprio intervento. «Apprezzo i contenuti del testo che rompe con la cultura predominante sul nostro territorio del clientelismo. Gran parte della nostra vita collettiva è segnata dal clientelismo – tuona il consigliere – e molti che sono qui lo sanno e ne sono protagonisti. Il nostro territorio è saccheggiato dalla politica fatta da chi è abituato a frequentare le chiese per cercare voti. E a proposito del Centro Oli – prosegue Acerbo – ora tutti dicono di essere contrari, ma l’iter è cominciato sette anni fa con l’okay dei politici. Ringrazio quindi i vescovi di un documento così importante». Poco prima a dire “no” al Centro Oli era stato Mauro Febbo, assessore regionale all’Agricoltura nel suo intervento seguito dall’ex parlamentare socialista Amedeo D’Addario secondo il quale «l’Abruzzo petrolchimico è un attentato alla vita, e le perforazioni in atto produrranno anche un forte rischio sismico». Il presidente della Provincia di Pescara, Giuseppe De Dominicis, ha parlato della politica come esempio: «In Provincia abbiamo approvato un codice etico, sottoscriviamolo con una cerimonia ufficiale qui all’oasi dello Spirito» ha proposto poi il presidente.
Interventi anche di Alessandra Petri e Federica Chiavaroli consiglieri regionali e poi di Camillo D’Angelo, vicesindaco di Pescara: «Questo documento è un grande testo laico per tutti coloro che sono impegnati in politica e ci invita a preferire il dialogo allo scontro per il bene comune». Berardino Fiorilli, consigliere comunale di Rialzati Abruzzo, andando un po’ controcorrente ha invitato la Chiesa «ad essere vicina alla politica, a non lasciar solo chi sceglie quella strada». Un invito ripreso anche dall’assessore provinciale Paolo Fornarola.
F. Giall. 

brevi estratti dal documento dei vescovi:

“L’uso del pubblico potere e del pubblico denaro va sempre orientato per il bene comune e non per favorire affari personali e di gruppo o per creare clientele”.

” Il requisito della coerenza ha conseguenze sui comportamenti nella vita pubblica. I mutamenti di schieramento, sempre possibili per motivi di coscienza, dovrebbero richiedere le dimissioni dall’incarico”

“Va ribadito il rifiuto e la denuncia di comportamenti immorali e disonesti, come la corruzione, la concussione, la menzogna, la calunnia, il clientelismo, l’associazione per delinquere, l’abuso e la truffa”.

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