Pescaraporto presenta una variante per l’area ex Edison ma il Comune congela la modifica della destinazione d’uso
 Acerbo (Prc) lancia l’allarme «L’obiettivo della società è costruire appartamenti vista mare in una delle zone di maggior pregio per metterli in vendita»
 di Andrea Bene
PESCARA Niente più hotel di lusso, nell’area dell’ex Edison, sulla riviera di Porta Nuova. Pescaraporto, la società dell’avvocato Milia e dei costruttori Mammarella, ha presentato a sorpresa una variante al progetto, con relativa richiesta di un cambio di destinazione d’uso inoltrata al Comune, per realizzare uffici al posto dell’albergo previsto sino a pochi giorni fa nel piano originario. Un’operazione che, secondo il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, autore di uno dei due ricorsi al Tar per fermare l’intervento, celerebbe un obiettivo ben preciso, cioè quello di realizzare appartamenti di lusso in una delle zone di maggior pregio della città . Ma, almeno per ora, questo rischio è scongiurato. Gli uffici del Comune, approfittando della sospensiva concessa dal Tar alcui giorni fa, nonché della promessa fatta dalla società di interrompere i lavori fino a quando il tribunale amministrativo non si pronuncerà nel merito, il prossimo 23 maggio, sui ricorsi presentati da Acerbo e dall’hotel Regent, hanno congelato la richiesta di modifica della destinazione d’uso. Richiesta che riguarda solo il fabbricato di 589 metri quadrati contrassegnato nel progetto con la lettera C, cioè quello con destinazione turistico alberghiera. «La variante», spiega il documento presentato dalla società , «fermo restando tutti i parametri edilizi e dimensionali dell’originario permesso di costruire, comporta la mera trasformazione della destinazione turistico alberghiera in destinazione direzionale (studi professionali, uffici) analogamente a quanto previsto per il fabbricato B». Quindi, il primo edificio alto 21,50 metri, cioè sette piani, ospiterà 18 negozi. Il secondo, alto sempre sette piani e il terzo saranno invece adibiti ad uffici. Ma non è escluso che gli uffici diventino poi degli appartamenti. «Basta una semplice variazione catastale che non richiede nemmeno il pronunciamento del consiglio comunale», hanno spiegano fonti dell’ente. Ed è per questo che Acerbo ha lanciato l’allarme. «Faccio presente», ha avvertito, «che il passaggio successivo da uffici a residenziale è sostanzialmente automatico. Insomma, niente albergo, ma soltanto appartamenti vista mare da vendere». Con il cambio di destinazione d’uso, tra l’altro, verrebbero meno le basi su cui si regge il ricorso al Tar presentato dalla società Angela, proprietaria dell’hotel Regent, per contestare proprio la realizzazione di un nuovo albergo sulla Riviera di Porta Nuova. «Si cerca così di minare», ha fatto notare Acerbo, «la legittimazione a ricorrere al Tar dell’hotel Regent. Ho la sensazione che Pescaraporto si renda conto che l’interpretazione forzata del Decreto sviluppo, sulla base del quale il Comune ha rilasciato il permesso per costruire, da noi impugnato, è piuttosto zoppicante». «La cosa più triste», ha concluso, «è che la giunta Mascia si sia costituita a difesa dei privati contro i ricorsi che difendevano il Piano particolareggiato del Comune».
da Il Centro, VENERDÌ, 18 GENNAIO 2013
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PRECISAZIONE: Andrea Bene ha ben sintetizzato il contenuto del nostro colloquio. Vorrei solo precisare che quella della possibile trasformazione in appartamenti ad uso residenziale è un’ipotesi più che una certezza. La Pescaraporto srl ha chiesto di modificare la destinazione da turistico-ricettivo a direzionale. Considerato che il passaggio successivo da uffici a residenziale è sostanzialmente automatico la mia ipotesi possiamo dire che è assai verosimile.Â
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