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OMBRINA MARE: CHIODI E SORGI NON LEGGONO LA POSTA

nopetrolioLa risposta del Presidente Chiodi alla mia interrogazione sul mancato parere della Regione Abruzzo nel procedimento relativo a Ombrina Mare 2 è stata davvero sorprendente e ha confermato la sensazione peraltro assai diffusa sull’assoluta disattenzione del suo governo regionale sulla questione della “petrolizzazione”.

 Io chiedevo a Chiodi come mai nel decreto del Ministero dell’Ambiente si prenda atto che “seppur sollecitata in data 11.07.2012 la Regione Abruzzo non ha fatto pervenire il proprio parere di competenza” e naturalmente ho citato le lettere rese note dal WWF.

 Chiodi ha confermato ufficialente quanto dichiarato già alla stampa nei giorni scorsi, cioè che la richiesta di parere citata nella bozza di decreto non sarebbe mai arrivata alla Regione Abruzzo.

 Dato che la Regione non ha risposto alla richiesta di parere pensavo che entrambe le lettere citate dal WWF si  fossero perse lungo il tragitto e invece no…

 Con mio grande stupore Chiodi ha specificato che invece la seconda lettera citata dal WWF, quella del 22 novembre 2012, sarebbe arrivata a destinazione ma che si trattava di una lettera inviata alla Regione solo per conoscenza essendo indirizzata agli enti locali. Essendo una lettera p.c. sostiene Chiodi non era una richiesta di parere.

 Senza rendersene conto Chiodi ha involontariamente ammesso che QUANDO LE LETTERE LE RICEVONO COMUNQUE NON LE LEGGONO!

 Infatti nella lettera del 22 novembre 2012 si faceva espressamente menzione della precedente comunicazione dell’11 luglio 2012 e del riavvio del procedimento concessorio sulla base dello sciagurato provvedimento pro-petrolieri votato in parlamento da PDL e PD. Nella stessa lettera si invitavano le amministrazioni in indirizzo a inviare osservazioni e pareri (inoltre in allegato c’era anche la lettera “scomparsa”).

Chiodi ha detto che loro eramo fermi alla notizia del rigetto della richiesta della Medoil.

Acclarato quindi che non leggono i giornali e non sapevano della norma introdotta da Passera e votata dai loro parlamentari, va evidenziato che nella lettera del 22 novembre c’era espressamente tutto ciò che bisognava sapere al fine di attivarsi.

Insomma la lettera del 22 novembre l’hanno ricevuta ma non l’hanno letta.

 Purtroppo si deve constatare che il contrasto alla petrolizzazione e più in generale la tutela dell’ambiente non sono probabilmente mai state tra le priorità che il Presidente ha dato al suo direttore Sorgi se questo ”superman” non si è attivato presso il Ministero nonostante i numerosi articoli di stampa sul pericolo imminente e se una lettera così importante non è stata nemmeno oggetto di una qualche attenzione.

D’altronde la Regione Abruzzo aveva dimenticato di esprimersi nel 2010 anche sulle due concessioni in mare della Petroceltic che sono stati annullate grazie ai ricorsi presentati dalla Regione Puglia, dal Comune di Vasto e dalle associazioni ambientaliste.  

Come fatto notare a suo tempo dal prof. Enzo Di Salvatore la latitanza della Regione Abruzzo è più generale, anzi totale.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

IL VIDEO DEL QUESTION TIME:

 

 

 l’articolo del direttore del Centro uscito ieri (5 marzo) in prima pagina che ho citato nel mio intervento:

QUELL’OMBRINA SULLA REGIONE ABRUZZO
di MAURO TEDESCHINI
 
Fedeli al vecchio motto andreottiano secondo il quale “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, cominciamo a farci qualche inquietante domandina sul comportamento della Regione Abruzzo nella vicenda Ombrina Mare. I fatti sono noti: una società inglese, Medoil, ha appena ottenuto dal ministero un primo via libera per realizzare un’importante attività di estrazione di idrocarburi proprio di fonte a San Vito, con vista sulla Costa dei Trabocchi. Tra i tanti indignati, è insorta anche la Regione, per bocca del presidente Gianni Chiodi. Peccato che il WWF abbia prodotto non una, ma due lettere, in cui il Governo sollecitava il parere dell’Abruzzo, entrambe rimaste senza risposta. Possibile che non una, ma due richieste protocollate si siano perse nel breve tratto di strada che separa Roma dalla Direzione Parchi e Ambiente della sede regionale dell’Aquila? E infine: possibile che nessuno in Regione si sia mai interessato di chiedere a che punto fosse l’iter autorizzativo per uno dei giacimenti più importanti dell’intero Adriatico? In fin dei conti, negli ultimi mesi i nostri amministratori hanno fatto decine di viaggi verso la capitale, per riunioni dedicate ai raffinati equilibri delle liste elettorali: bastava una piccola deviazione verso il ministero. Magari non cambiava nulla nella decisione, ma almeno sul documento vedremmo scritto: “La Regione Abruzzo ha espresso contrarietà“. Cosi, per chiarezza.

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