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Evitiamo altri casi come la “centrale del latte”. 100 edifici da salvare a Pescara

centrale-del-lattePESCARA: PORTARE SUBITO IN CONSIGLIO VARIANTE SALVAGUARDIA EDIFICI STORICI E DI PREGIO

Nel luglio 2010 in occasione dell’abbattimento di un villino liberty in via Trento lanciai la proposta di una variante per la salvaguardia degli edifici storici e di pregio. Poi arrivarono i giorni dello scandalo dell’abbattimento della Centrale del latte progettata da Florestano Di Fausto. In quel clima di  indignazione diffusa il Consiglio Comunale il 29 luglio approvò un mio ordine del giorno con il quale si invitava l’amministrazione a predisporre la variante che a quel punto diventava un obiettivo per l’azione della giunta comunale.

L’esigenza era emersa già durante l’elaborazione della precedente variante proposta da Rifondazione Comunista, la “variante delle invarianti” che ha salvato le poche aree verdi rimaste in città e bloccato la cementificazione delle aree collinari.

Già in quella sede si era constatato che il censimento degli immobili da tutelare risalente al 1993 non era esaustivo e che fosse necessaria una nuova ricognizione (una serie di edifici furono comunque inseriti su segnalazione di cittadini e associazioni). C’era però bisogno di un lavoro più organico.

A seguito del mio ordine del giorno il Comune ha costituito un gruppo di lavoro con la partecipazione di Università e Sovrintendenza che ha censito più di un centinaio di edifici considerati oggi ‘patrimonio storico-architettonico’ della città da porre sotto tutela.

Il lavoro è pronto da tempo (eccovi un resoconto della conferenza stampa dell’anno scorso di presentazione:  http://www.lopinionista.it/notizie/?p=129466&upm_export=print) ma non arriva in Consiglio Comunale. Pensate che Il Centro titolò Case storiche, Pescara ferma le ruspe selvagge!

Nel frattempo su alcuni di quegli edifici già le imprese hanno presentato o addirittura ottenuto il permesso di demolizione e ricostruzione anche usufruendo del “decreto sviluppo”.

A me pare assurdo che ora abbiamo dovuto battagliare per stoppare una delibera che spalma sulla città premi di volumetria del 50% invece che quella per salvare gli edifici di pregio. Trovo grave questo ritardo perché lo sciagurato “decreto sviluppo” e la legge in vigore già consentono di derogare altezze e distanze del PRG e premi del 20% e come ho già verificato i costruttori stanno presentando e ritirando permessi proprio su quegli edifici. A che gioco giochiamo?

Invito l’assessore Antonelli, di cui avevo apprezzato il recepimento della mia proposta, a portare immediatamente in aula la variante che. al contrario dei superpremi di volumetria, potrebbe contare anche sui voti dell’opposizione.

Ribadisco quanto scrissi in un comunicato nel 2010: Pescara non è una città storica, ma quel poco di storia che c’è andrebbe conservato.

Maurizio Acerbo, consigliere comunale Rifondazione Comunista Pescara

AGGIORNAMENTO (martedì 25 giugno 2013)

Ieri ho fatto un conferenza stampa dicendo che molti edifici da sottoporre a tutela - secondo lo studio condotto da Comune, Universita’, soprintendenza – rischiavano l’abbattimento peraltro incentivato dalle premialità e dalle deroghe concesse dal “decreto sviluppo” e dalla legge regionale Pagano-Sospiri-Ance.

Facevo anche presente che in alcuni casi era stato già ritirato il permesso di costruire.
La fondatezza del mio allarme è stata confermata in diretta.
Infatti ieri è stato abbattuto in via Italica angolo via De Marsi un edificio che andava tutelato secondo studio realizzato da Comune, Università, Sovrintendenza. Quanti altri edifici saranno rasi al suolo prima che Antonelli si decida a portare la delibera in Consiglio Comunale?

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