L’audizione del commissario Redigolo di stamattina è stata deludente e frustrante. Si è evidenziata l’urgenza di una riunione alla quale partecipino anche l’assessore alla sanità Venturoni e, possibilmente il presidente Chiodi, come già richiesto dal sottoscritto.
Altrimenti nel gioco dei rimpalli, con una Regione che stenta a ripartire, la risoluzione dei problemi rischia di perdersi nella nebbia delle chiacchiere.
Redigolo, dopo aver bloccato l’ex-Progetto Armonia e le borse lavoro per i disabili, ci dice che sarà compito delle ASL farli ripartire e che avrebbe dato mandato in tal senso ai manager, ma non si capisce con quali soldi visto che quelli stanziati dalla Regione li ha bloccati.
Per i precari dice che le ASL possono procedere alle proroghe, ma anche quì non si capisce come, dove, quando.
Per quanto riguarda la rimodulazione del Piano di rientro che sta asfissiando l’Abruzzo ha rigettato la palla su Chiodi perchè la cosa riguarda il “tavolo politico”.
Evasivo e impreciso è risultato il commissario anche sul contenzioso con le cliniche private demandato ai manager ASL (le cliniche vincono sempre perchè la legge è dalla loro parte o perchè la parte pubblica è latitante?).
probabile che una prossima audizione di Venturoni rimpalli di nuovo la palla a Redigolo.
Al risanamento inesistente di Redigolo si addice la famosa frase di Nenni: “non posso sopportare uno stato forte con i deboli e debole con i forti “.
La situazione è grave, e pure seria perchè il disastro della sanità abruzzese lo pagano i malati, i lavoratori pubblici e privati, i cittadini con ticket e tasse.
L’altro giorno ho avuto notizia di una ragazza che usufruiva delle norse lavoro e relativo progetto riabilitativo.
E’ stata ricoverata con TSO. Non si scherza con queste cose.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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