Noi che abbiamo combattuto per più di dieci anni il sistema di potere chiamato “partito dell’acqua†diciamo che non bastano operazioni gattopardesche. Rivendichiamo di aver rotto col centrosinistra in Provincia di Pescara proprio perché chiedevamo l’esclusione dalle squadre di governo degli esponenti coinvolti nel “partito dell’acquaâ€.
Non basta il dimissionamento ritardato del Presidente Ezio Di Cristoforo a tre mesi dall’arresto, un ritardo dovuto alla “solidarietà ” di un gran numero di sindaci del PD e del centrodestra. C’è bisogno di una profonda opera di risanamento e taglio delle spese inutili.
Di Cristoforo ha fatto tutto da solo? Non ci sembra possibile né realistico. E’ un sistema che va azzerato. E innanzitutto va riaffermato il valore imprescindibile della questione morale.
1) deve terminare l’occupazione da parte della “politica†dell’Aca spa: per esempio non si capisce a cosa serva il “procuratore†Gaetano Cuzzi all’ACA nominato dal 2009 dallo stesso Di Cristoforo.
2) Il rispetto delle regole è il pre-requisito di una corretta gestione: in qualsiasi paese europeo la gestione pubblica dell’acqua costa meno di quella privata ma non si tollera che si ricoprano incarichi pubblici se ci sono ombre sul proprio comportamento.
Non si capisce perché non venga dimissionato anche il segretario dell’ATO Fabrizio Bernardini che è già stato condannato a un anno in primo grado. Ricordo che Bernardini ricopre quel ruolo su incarico del commissario straordinario Caputi della Regione Abruzzo.
3) Non basta la nomina di un amministratore unico. Bisogna procedere alla trasformazione dell’ACA in azienda speciale di diritto pubblico come chiede il Forum dei movimenti per l’acqua.
ATTENZIONE: non vorremmo passare dalla padella alla brace.
Ci preoccupa nel frattempo anche il commissario straordinario nominato dalla Regione Caputi e poniamo all’attenzione una lettera che ha inviato in data 20 ottobre 2013 ai soggetti gestori e ai Comuni di cui nessuno si parla ma che prefigura la privatizzazione dei servizi idrici:
“L’inadempimento delle società di gestione è causa di decadenza dell’affidamento in house con conseguente obbligo di scelta di diversa forma gestionale, atto di inaudita gravità che rende responsabili le stesse gestioni pubbliche che, per loro causa, obbligheranno l’adozione di scelte diverse da quelle indicate dallo stesso consiglio regionale .
Caputi minaccia la revoca degli affidamenti e detta le condizioni per sindaci e soci. Tra le righe si può leggere il preludio alla privatizzazione, con il solito “ponziopilatismoâ€: la Regione avrebbe voluto un’altra soluzione ma società e sindaci soci ci costringono, viste le inadempienze a scegliere un’altra strada… cosa bolle in pentola? Caputi parla a nome di Chiodi o fa tutto da solo?
Faccio presente che la scadenza che Caputi dà ai gestori (tra cui l’ACA spa) è quella del 30 novembre 2013*.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC
* entro il 30 novembre le società di gestione devono deliberare le relazioni in merito ai punti sollevati dal Commissario. Entro il 15 dicembre devono essere convocate le ASSI per valutare la sussistenza dei requisiti in house e deliberare la tipologia di affidamento, entro il 28 dicembre devono pervenire all’ERSI le relazioni. Se non arrivano le relazioni o se non persistono i requisiti, Caputi afferma che decadranno dal 1.01.2014 gli affidamenti.
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