Ha fatto molto notizia la sparata in consiglio regionale del presidente Pagano. Ieri era bene in evidenza sui quotidiani locali. Il Centro ha dedicato particolare attenzione al sottoscritto
con un titolo che non corrispondeva ai fatti accaduti: “Pagano richiama Acerbo”. Onore comunque al merito perchè non ha ecceduto nel dare spazio a una trovata che aveva evidentemente lo scopo di attirare l’attenzione dei giornalisti. Certo è un pò ridicolo ricevere tutta questa attenzione della stampa per una stronzata come lo scambio di opinioni con Pagano su cravatte, decoro e istituzioni. Il sottoscritto si è fatto un mazzo per giorni e giorni sul Piano casa approfondendone ogni singolo aspetto. Ho passato le giornate a dare battaglia in commissione argomentando la necessità di sostanziose modifiche e le nottate a studiare o a scrivere emendamenti (migliaia ostruzionistici e decine di merito e puntuali). Nella stessa seduta del consiglio regionale sono stato di gran lunga il consigliere che ha effettuato il maggior numero di interventi. Il Piano Casa approvato è stato sostanzialmente modificato sulla base dei miei emendamenti e alla fine a fare notizia è il fatto che
non portavo la cravatta! Mah!
Ho mandato una lettera al Centro che è stata pubblicata oggi nella pagina aperta. Si intitola LE CRAVATTE DI PAGANO (per la serie niente resterà impunito). Buona lettura.
Le cravatte di Pagano
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I cittadini abruzzesi alle prese con il post-terremoto, la crisi economica, il susseguirsi di inchieste giudiziarie e la calura estiva avranno sicuramente tirato un sospiro di sollievo alla notizia che il Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, ha intenzione di imporre l’obbligo di indossare la cravatta durante i lavori del Consiglio Regionale.
Una iniziativa riformatrice di cotanta rilevanza avrebbe meritato come minimo la prima pagina del suo quotidiano, nonchè un approfondimento su quali siano le “firme” più gettonate tra i principali esponenti politico-amministrativi regionali.
Devo comunque precisare, per amor di verità , che il Presidente Pagano non ha richiamato il sottoscritto, come titolate. Semmai è accaduto il contrario. Il Presidente Pagano ha interrotto con un tono degno di ben altre cause il dibattito piuttosto acceso in corso nel consiglio regionale sul “piano casa” per deplorare il poco “decoroso” abbigliamento di vari consiglieri “maschi”, rei di non portare la cravatta. Pagano non si è riferito a nessuno in particolare e non ha fatto nomi, tantomeno il mio. Segnalo che gli scravattati erano piuttosto numerosi, oltre al sottoscritto e all’assessore Morra citati nell’articolo, c’erano anche Giuliante, Ricciuti, Sospiri, Tagliente, Di Bastiano, Del Corvo, De Fanis(PDL), Sulpizio, Paolini, Milano, D’alessandro (IdV), Franco Caramanico (PD) e forse qualche altro. Al contrario di quanto lascia intendere il titolo, è stato a quel punto il sottoscritto a intervenire per richiamare il presidente Pagano a un maggior rispetto nei confronti del Consiglio. Infatti ho fatto notare al Presidente che nemmeno alla Camera dei Deputati è obbligatoria la cravatta e che, comunque, nessun regolamento della Regione la impone. Definire non “decoroso” l’abbigliamento dei consiglieri era quindi fuoriluogo e inutilmente offensivo. Il capogruppo del PDL è andato ben oltre mostrando all’aula, pochi minuti dopo, una brochure istituzionale stampata a spese della Regione (cioè dei cittadini abruzzesi) in cui il Presidente Pagano comunica la sua esistenza con una bella foto senza cravatta. Ci siamo fatti quattro risate e siamo tornati a discutere del Piano Casa, argomento più serio e meritevole di discorsi appassionati delle cravatte del Presidente Pagano.
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Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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