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l’anagrafe degli eletti, Costantini e il Centro

la bufala

la bufala

Stamattina mi son fatto una risata leggendo il titolone a pagina 11 de Il Centro con l’annuncio da parte di Carlo Costantini della proposta dell’IdV di una legge regionale per l’anagrafe degli eletti. Peccato che la legge già sia stata approvata nell’autunno scorso per iniziativa di Rifondazione Comunista! Evidentemente nè Carlo nè Il Centro se lo ricordavano forse perchè la norma non ha avuto ancora concreta attuazione (se Pagano si occupasse un pò meno di cravatte…). E’ la seconda volta che Il Centro prende una cantonata sul tema intervistando esponenti politici di centrosinistra: era già accaduto con l’on. Brutti del PD. Una cosa è certa: lo spazio dedicato a chi annuncia di voler fare una cosa che noi abbiamo già fatto è spropositato rispetto alla striminzita attenzione che la stampa locale dedicò all’approvazione della norma. Eppure l’Abruzzo è stata la prima Regione ad approvare l’istituzione dell’anagrafe degli eletti su internet! La notizia c’era, ma probabilmente non meritava un’eccessiva valorizzazione perchè a proporre il provvedimento era stata Rifondazione Comunista insieme ai Radicali.

Poco fa ho mandato un comunicato a Il Centro:

Anagrafe degli eletti: in Abruzzo la legge c’è, ora occorre applicarla
 

 

Probabilmente l’amico Carlo Costantini si è un pò confuso sull’anagrafe degli eletti.
In Abruzzo non c’è bisogno di approvare una legge per il semplice motivo che la legge già c’è.

Nell’autunno scorso Rifondazione Comunista riuscì a far approvare un organico complesso di norme sulla trasparenza contenute nell’art. 1, comma 106 della L.R. 16/2008.

Va detto che l’anagrafe degli eletti è una proposta lanciata a livello nazionale dai Radicali e che Rifondazione Comunista ha fatto propria con convinzione ed entusiasmo.

Probabilmente Carlo intendeva dire che sarebbe ora che Chiodi e Pagano concretizzassero quanto previsto da una legge regionale innovativa e che segna una netta rottura con il passato.

Grazie a Rifondazione, infatti, l’Abruzzo è stata la prima Regione italiana ad approvare l’anagrafe degli eletti su internet.

Il complesso delle norme sulla trasparenza per Giunta e Consiglio regionale dovevano essere operative – secondo quanto previsto dalla legge 16/2008 – entro maggio 2009, termine ampiamente superato.

Ho personalmente segnalato al Presidente Chiodi con una lettera il 22 gennaio scorso la necessità di procedere attivamente per l’applicazione e stessa sollecitazione ho più volte reiterato al presidente Pagano nel corso delle riunioni della conferenza dei capigruppo.

Non ho insistito in questi mesi perchè non mi sembrava il caso vista l’emergenza determinatasi con il terremoto.

Spero che entro settembre Giunta e Consiglio siano finalmente attrezzati.

Proprio perchè condivido i contenuti dell’editoriale del direttore Vicinanza invito “il Centro” a mantenere viva l’attenzione su questo tema incalzando la Regione e gli enti locali.

Ricordo che sempre su nostra proposta l’anagrafe degli eletti è stata deliberata anche dalla Provincia di Pescara e che ho già depositato la proposta di delibera al Comune di Pescara.

La trasparenza e il controllo dal basso rimangono i migliori antidoti contro la corruzione e anche il miglior strumento per selezionare le classi dirigenti sulla base della capacità e non della clientela.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

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l’articolo pubblicato oggi su Il Centro:

LUNEDÌ, 10 AGOSTO 2009
 
Pagina 11 – Regione
 
«Controllo popolare su chi amministra» 
 
Costantini: un’anagrafe degli eletti per sapere cosa possiedono, votano e decidono  
  
  
L’Idv: Chiodi approvi la nostra legge sulla trasparenza  
  
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di Maurizio Piccinino
 PESCARA. «Un’anagrafe degli eletti, così i cittadini sapranno tutto dell’uomo politico che hanno votato e che amministra la cosa pubblica». E’ la proposta di Carlo Costantini, capogruppo Idv alla Regione.
 L’esponente dipietrista si dichiara d’accordo con l’editorale del direttore Luigi Vicinanza, pubblicato ieri su il Centro, dal titolo: «Un patto etico contro gli scandali», dove per la politica, da destra a sinistra, so pone la «necessità di riscrivere le regole pubbliche. In maniera rigorosa con spirito di verità e sobrietà».
 «La proposta del direttore Vicinanza ha stimolato una mia riflessione e il rilancio di quelle idee già discusse dall’Italia dei valori», racconta Costantini, «l’obiettivo è poter dare al cittadino ogni strumento di controllo democratico sulle persone elette. In modo che dell’amministratore pubblico si sappia cosa possiede, cosa e cosa ha deciso».
 Lo strumento per i dipietristi dovrà realizzare la trasparenza tra cittadino e amministratore pubblico è «l’anagrafe degli eletti».
 «Dove viene ricostruita non solo la situazione patrimoniale che deve essere estesa oltre il coniuge», puntualizza Costantini, «l’anagrafe deve riportare il comportamento dell’eletto nelle sue singole espressione di voto. Il direttore Vicinanza poneva il problema delle regole. Io dico che le regole sono aggirate perchè non comportando sanzioni penali. Regole che, tuttavia, incidono moltissimo sull’etica politica e sulla legittimità dei provvedimenti della pubblica amministrazione».
 Costantini fa alcuni esempi come quello delle società «in House», ossia enti pubblici al cento per cento, con amministratori pubblici che il più delle volte fanno assunzioni e appalti, in modo diretto. «Servono concorsi pubblici», sottolinea Costantini, «che non vengono fatti perchè nel nostro ordinamento regionale non ci sono previste norme o violazioni penali. Così queste scelte personali pur non producendo illeciti penali producono effetti devastanti sulla gestione della cosa pubblica. Negli ultimi anni sono nate decine di società pubbliche solo per eludere le norme sui concorsi e in molti casi anche le norme sugli appalti».
 Capitolo ancora più delicato con un Abruzzo che procede sotto il peso del terremoto e della ricostruzione, è quello degli appalti. In questo caso per il capogruppo dell’Italia dei valori bisogna fare attenzione massima.
 «Troppo spesso per gli appalti l’ente pubblico sceglie procedure che lasciano una discrezionalità assoluta alle ente appaltante, anche al di fuori, delle specifiche previsioni della legge. Nessuno può sanzionare queste scelte e le aggiudicazioni degli appalti che però risultano pesantemente condizionati da giudizi soggettivi, piuttosto che dall’appliazione di formule oggettive».
 Quindi la via obbligata, per l’Idv per avere una politica senza scandali, «è rafforzare i vincoli comportamentali di tipo etico e questo deve essere fatto dentro i partiti», fa presente Costantini, «l’Italia dei valori ha predisposto un proprio codice etico nelle istituzioni».
 Il tema delle «regole etiche» per i dipietristi e vasto e include anche molti ambiti. «I conflitti d’interesse che affliggono la gestione della cosa pubblica», scandisce Costantini ponendo esempi e interrogativi.
 «E’ possibile che i controllori, ossia i revisori dei conti siano nominati dai controllati. Dalla stessa maggioranza che deve essere controllata? E’ possibile che dirigenti pubblici che sono scelti da politici sono poi giudicati dagli stessi politici che hanno il potere di mandarli a casa? Forse il problema nasce con la riforma dell’istituto dell’abuso del codice penale», osserva infine Costantini, «prima molti comportamenti scorretti erano sanzionati penalmente oggi questi comportamenti sono integrati nel comune sentire come comportamenti legittimi per il semplice fatto che non sono più vietati».
 
 

 

 

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