L’articolo apparso sul sito del giornale di De Benedetti svela retroscena imbarazzanti e inquietanti sulla candidatura di Luciano D’Alfonso: in pratica il PD sarebbe sotto ricatto da parte di D’Alfonso e del suo gruppo. Sarebbe stato comunque pronto a correre con una propria lista, al solo scopo di far perdere la coalizione se gli negava la candidatura a governatore. E poi questi signori accusano Rifondazione di fare il gioco della destra quando coraggiosamente si propone come alternativa agli impresentabili!
E gli altri partner della coalizione di questo centrosinistro accettano supinamente il ricatto?
Una coalizione che candida qualcuno perché altrimenti la fa perdere non ha la credibilità per presentarsi come proposta di cambiamento.
Appare evidente che le cose che ha sostenuto Rifondazione Comunista sull’inopportunità della candidatura di Luciano D’Alfonso non sono poi così peregrine come appaiono alla classe dirigente del centrosinistro abruzzese se analoghi ragionamenti appaiono sui principali giornali nazionali.
Tranne Rifondazione Comunista nella nostra Regione nessuno a “sinistra” ha il coraggio di assumersi il rischio di una critica aperta e pubblica a Luciano D’Alfonso (figuratevi cosa succederà se dovesse diventare Presidente!).
Noi abbiamo posto e poniamo con lealtà e a viso aperto problemi politici che il centrosinistro non ha voluto affrontare. Il far finta che non esistano non risolve i problemi e l’unanimismo nel centrosinistro abruzzese la dice lunga sulla qualità e il carattere di una classe dirigente che negli ultimi quindici anni ha sbattuto il muso con infiniti guai giudiziari proprio per non aver mai voluto affrontare prima, politicamente, le questioni.
Se il Fatto quotidiano può essere accusato di giustizialismo, La Stampa è troppo sabauda, spero che nessuno ci  venga a dire che Repubblica è un giornale nemico del PD o che fa il gioco di Chiodi e della destra.
La sottovalutazione bipartisan della questione morale in Abruzzo è tale che il presidente Chiodi ha pensato bene di aprire la sua campagna elettorale con un comizio dell’ex-Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, condannato a 4 anni percorruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso d’ufficio. Come accade da anni, non appena i riflettori della questione morale si accendono su un polo, l’altro immediatamente segna un pareggio. Poi si lamentano dell’antipolitica e del qualunquismo!
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC-Sinistra Europea
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