VOGLIONO TAGLIARE 60 ALBERI IN PINETA.
Stop al piano di abbattimenti e mercoledì pomeriggio
sopralluogo con esperti e ambientalisti
Ieri mattina ho chiesto formalmente, durante la conferenza dei capigruppo, alla Giunta comunale di bloccare i previsti tagli di alberi nella Pineta d’Avalos e in Strada delle Fornaci (almeno 20 querce) e di aprire una fase di approfondimento con le associazioni ambientaliste.
Per domani pomeriggio (mercoledì 26 marzo) ho concordato con le associazioni ambientaliste un sopralluogo, al quale invito a partecipare l’assessore “competenteâ€, al quale parteciperanno il prof. Pirone, uno dei massimi esperti della pineta, e con il dott. Cianfaglione, botanico dell’Università di Camerino che ringrazio per la disponibilità dimostrata.
Su segnalazione di cittadini allarmati per la situazione del Parco D’Avalos, dove sono apparse croci e segni su moltissimi alberi, apparentemente in buonissima salute e posti in zone frequentate ho richiesto l’intera documentazione che ho girato alle associazioni ambientaliste.
Secondo il “piano†del Comune dovrebbero essere tagliati  nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana 60 alberi da tagliare e molti altri verrebbero potati drasticamente. Prima di tagliare un così importante patrimonio arboreo della città e della Regione è bene approfondire.
Anche perché faccio presente che il Comune non ha mai approvato il Piano di Assetto Naturalistico previsto dalla legge istitutiva e aa anni come ambientalisti contestiamo la mancanza di una ordinaria manutenzione/gestione (esperta) del verde e il susseguirsi di interventi emergenziali.
L’intervento programmato dal Comune appare assai discutibile. Come mi ha scritto Caterina Artese, dott.sa Forestale e curatrice del libro “Alberi monumentali d’Abruzzo”:
“Comunque posso dire che non debbono e non si possono tagliare perché:  il pino d’Aleppo Pinus Halepensis è specie autoctona, ovvero è l’unica conifera litoranea che abbiamo! I nuclei si sono conservati sulle colline di Pescara, un tempo falesie a mare. Insomma questi popolamenti sono come dei “relitti”. :  il pino d’Aleppo forma popolamenti puri, dove le piante sono strettamente collegate le une con le altre, sia con anastomosi radicali (contatti=unioni) sia nella struttura area, verticale e orizzontale. Quindi, le piante non vanno isolate perché quelle che rimangono poi cadono, come birilli, e non debbono assolutamente tagliarsi quelle di confine perché proteggono (nel vero senso> della parola) le retrostanti. Sono specializzate nell’adattamento al vento e  a qualsiasi tipo di terreno, dalla sabbia agli interstizi delle rocce. Piante stabili a dispetto della forma. Il portamento del fusto, sciabolato e/o contorto, è un carattere genetico  e non un adattamento momentaneo!! Questo significa che a qualsiasi sollecitazione tutta la pianta ha la capacità di resistere. Le piante di pino d’Aleppo non sono molto longeve (come i pini, in generale), l’età media è intorno ai 120/ 150 anni, per cui andare a tagliare piante di 30-60 anni, ossia appena diventate adulte (alto fusto) significa depauperare l’ambiente di sostanze minerali e nutritive. Le piante, infatti, per crescere prendono più (in termini di minerali, acqua, ecc) di quello che ridanno all’ambiente (in termini di ossigeno, sost. organica, minerali ecc) e, in linea generale, quando esse fermano l’accrescimento in altezza comincia il bilancio positivo per l’ambiente, in termini di sostanze e di biodiversità . Questi Pini sono diventati adulti, o lo stanno diventando, ma è soprattutto ora che svolgono le loro funzioni ecologiche, nicchie ecologiche, habitat, fisiologiche, ecc. Le piante più sono mature più restituiscono all’ambiente in termini di biodiversità e bilanci globali. Il pino d’Aleppo è una bellissima pianta, per il colore cenerino della corteccia, per avere gli aghi sottili e di colore azzurro argenteo, che  formano una chioma leggera, inoltre le piante adulte sono bellissime per formare una chioma a “globi di fronda” dovuta alla particolare posizione distica dei grossi rami principali intorno cui si dispone come a pennello la chiomae hanno quindi un elevato valore paesaggisticoâ€.
Dunque meglio andarci piano con i tagli. La pineta è una Riserva!
Pescara, 25 marzo 2014
Maurizio Acerbo, consigliere comunale e regionale PRC
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