Resoconto della conferenza stampa che ho tenuto presso il Comune di Chieti questa mattina.
Rifondazione rivela un progetto per il trattamento di oltre 114.000 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi e non pericolosi. Amianto, oli e PCB vicino alla ferrovia, tra le case e a poca distanza dal Villaggio Mediterraneo, dall’ospedale e dall’università .
Il sindaco di Chieti e gli enti coinvolti dicano un chiaro e secco no altrimenti Chieti e la Val Pescara non verranno mai riqualificate.
 Rifondazione Comunista è in grado di divulgare ai cittadini di Chieti e della Val Pescara i contenuti di un ennesimo progetto di gestione di rifiuti pericolosi e non pericolosi a Chieti scalo.
Infatti il prossimo 8 settembre la Regione Abruzzo – servizio rifiuti – ha convocato una conferenza dei servizi per discutere il progetto denominato “Piattaforma integrata per l’autodemolizione, la messa in riserva e lo stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con annessa selezione e cernita†presentato dalla ditta Siderferroplast S.A.S. di Luciano Bellia & C.
L’impianto, che rileverebbe un’attività già esistente ampliandola, sarebbe localizzato in via Custoza a Chieti scalo, a pochi metri da decine di abitazioni, dalla ferrovia Roma-Pescara e dal villaggio dei Giochi del Mediterraneo.
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Nei documenti allegati che Rifondazione è in grado di divulgare emerge che il progetto se approvato perpetuerebbe e rafforzerebbe il ruolo di Chieti Scalo quale ricettacolo dei rifiuti pericolosi e non pericolosi di mezza Italia. Infatti la società di Luciano Bellia chiede di poter gestire un elevato numero di tipologie di rifiuti, ben 161 codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti), per un totale di 114210 tonnellate annue di rifiuti da gestire.
Tra questi figurano rifiuti plastici, componenti contenenti i PCB (i pericolosissimi Policloro Bibenili), componenti contenenti mercurio, pastiglie per freni contenenti amianto, scarti di olio sintetico per motori ecc.
Chieti e la Val Pescara non possono più convivere con la spada di Damocle di enormi depositi di rifiuti che aumentano a dismisura i rischi per la popolazione. Bisogna dire basta alle società che stanno trasformando Chieti in un enorme mercato dei rifiuti italiani.
La storia recente di Chieti scalo che ha visto ben tre incendi di depositi di rifiuti in un anno e la perimetrazione da parte del Comune di un’area vasta quasi 500 ettari quale zona fortemente inquinata rende chiaro un fatto: non è più tollerabile mantenere impianti di questo genere nell’area più densamente abitata della regione. In questo caso addirittura si prevede di ampliare un’attività esistente la cui localizzazione è già palesemente sbagliata visto che è letteralmente attaccata ad una grande infrastruttura come la ferrovia Pescara-Roma. Ritengo che l’Amministrazione comunale di Chieti e tutti gli enti coinvolti nella decisione debbano subito negare l’autorizzazione. In caso contrario Chieti non si libererà mai dal giogo dei rifiuti, una situazione che troppo spesso è stata oggetto dell’intervento della magistratura nei confronti dei gestori degli impianti nonché di ignoti delinquenti che con i loro incendi dolosi hanno messo a rischio la salute di migliaia di cittadini. Il tutto in una regione le cui strutture tecniche spesso non sono nelle condizioni di fronteggiare e garantire il rispetto delle regole e la tutela dei cittadini sia nelle condizioni normali sia in particolare nelle condizioni di emergenza. Ora è il momento di dire basta.
                                                      Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
P.S.: dopo la conferenza stampa ho incontrato il sindaco di Chieti Francesco Ricci e gli ho consegnato la documentazione in mio possesso. Il sindaco non era a conoscenza del progetto e si è dichiarato contrario all’autorizzazione. Speriamo bene. Intanto come PRc abbiamo predisposto un volantino da distribuire ai cittadini di Chieti Scalo.
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