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La vera storia del ponte del mare.

sul-ponte016-1024x682Ieri il Tempo e il Messaggero si sono occupati della questione del Ponte del mare. In due trasmissioni Luciano D’Alfonso ha negato che la proposta sia stata avanzata da Rifondazione Comunista.

La cosa gli dà fastidio perché quel ponte è il segno del suo passaggio sulla terra e l’emblema della sua amministrazione su cui ha costruito una mitopoiesi francamente eccessiva. Tolto il ponte rimangono un po’ di lavori pubblici a volte discutibili come la risistemazione di Piazza Salotto (non è che ci vuole molto a spender soldi in cantieri, c’è riuscita persino la giunta Mascia!).

Che l’idea del ponte ciclo pedonale sia di Maurizio Acerbo lo irrita profondamente e quindi deve negare l’evidenza (abitudine che caratterizza chi ha sovente a che fare con la giustizia). 

Sul Messaggero il nostro ex-assessore Tommaso Di Biase che ci ha lasciato passando prima per Sel e poi direttamente nell’area di D’Alfonso conferma la mia versione dei fatti (che poi e’ riportata sul Tempo anche se in maniera un po’ forzata: io ho rivendicato la proposta ma essendo corretto non ho mai negato che poi l’allora sindaco si sia impegnato nel realizzarla).

Infatti Tommaso scrive quello che io ho detto negli studi di Rete8 davanti a ben 3 giornalisti e un conduttore. Il ponte ciclopedonale e’ stato inserito nel PRG da Rifondazione che ebbe molte discussioni e accese sia col PDS che con la Margherita.

Fino alla mia proposta avanzata con un emendamento al PRG gia’ durante l’amministrazione Pace il dibattito era stato incentrato sul collegamento automobilistico tra le due riviere che Forza Italia voleva realizzare mediante un tunnel e altri mediante un ponte.

Noi introducemmo l’idea di un ponte riservato soltanto riservato a pedoni e biciclette che connettesse l’affollata riviera nord con quella sud proseguendo la passeggiata in un’ottica di riqualificazione. Poi, come io avevo raccontato, il sindaco si convinse dell’idea e incaricò l’Assessore allora di Rifondazione di coordinare il lavoro di ideazione a partire dall’individuazione di un progettista all’altezza del compito.

Che poi D’Alfonso si sia attivato con convinzione coinvolgendo Mattoscio e gli imprenditori e’ sicuramente vero e io non l’ho mai negato essendo abituato a dire la verità anche su quelli che considero avversari politici.

Nella sua dichiarazione Tommaso segnala anche che Rifondazione poi si dissociò dall’opera, il che è impreciso ma parzialmente vero e fu oggetto anche di qualche malumore da parte sua. Contro l’opera si schiero’ un solo compagno che ha lasciato anche lui Rifondazione ma per approdare (spero per poco) nel m5s. Per il resto io espressi soltanto una perplessità sull’ordine delle priorità riguardo agli investimenti del Comune e della Fondazione PescaraAbruzzo. Tommaso all’epoca si arrabbiò molto perché mentre l’allora sindaco si appropriava (come suo solito) di tutti i meriti, il nostro partito non rivendicava la paternità del Ponte e della stessa supervisione tecnica.

Insomma, come conferma uno degli attuali più stretti collaboratori di D’Alfonso, il ponte del mare è stato una nostra proposta (idem per il progetto del “pontile del cielo” che D’Alfonso ha presentato in pompa magna con manifesti 6×3 in tutta la città nel 2011 senza mai dire che si trattava di una proposta dell’ex-assessore provinciale di Rifondazione Enrico Di Paolo poi riproposta da noi in Comune).

Non avrei rivangato questa storia se non ci fosse stato un maldestro tentativo dell’ex-sindaco di Pescara di delegittimare la competenza e lo spirito propositivo con cui abbiamo sempre operato a livello comunale e regionale.

La sintesi della vicenda è che io a Telesirio e Rete8 ho detto la verità e che D’Alfonso ha detto una bugia.

Non voglio polemizzare con Tommaso Di Biase sulla sua conversione dalfonsiana per rispetto dell’antica amicizia. Ricordo solo che quando lo conobbi era tra i promotori del “comitato di liberazione cittadino” che si batteva contro il sistema affaristico-clientelare del pentapartito. Evidentemente col passare degli anni lui, come molti, ha cambiato idea. Io no.

Maurizio Acerbo

P.S.: l’intervento integrale di Tommaso Di Biase lo si trova sul sito di Rete8

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