Oggi si gira l’ennesima puntata del serial Berlusconi all’Aquila.
Fin dall’inizio la strategia berlusconiana è stata quella di trasformare L’Aquila in un set televisivo e di garantire al Presidente del Consiglio il massimo di efficacia mediatica. Di qui l’inedito slogan “dalle tende alle caseâ€.
Pazienza che le C.A.S.E. costino più di appartamenti di lusso e che la maggioranza degli aquilani siano ancora dispersi per la regione. L’importante è mostrare all’Italia e al mondo un nuovo “miracolo italianoâ€.
L’urbanistica d’emergenza della coppia Berlusconi & Bertolaso non si basa sull’esperienza dei precedenti interventi post- terremoto, su un’analisi della situazione reale e dell’impatto sociale, ambientale e urbanistico degli interventi, sui bisogni delle popolazioni colpite.
Gli aquilani sono soltanto delle comparse sul gigantesco set di un kolossal che il produttore Berlusconi fa pagare agli italiani.
Bisogna dire che la sceneggiatura berlusconiana si è dimostrata davvero efficace. Per svegliarsi dall’incantesimo consiglio a tutti di leggere lo studio coordinato dal Prof. Georg Josef Frisch, in collaborazione con il Comitatus Aquilanus, intitolato “Non si uccide così anche una città ?â€. I dubbi, le perplessità e le critiche circolati in questi mesi trovano purtroppo conferma nell’analisi degli studiosi.
Il documento è fortunatamente consultabile on line sul sito del decano dell’urbanistica italiana Edoardo Salzano: http://eddyburg.it/article/articleview/13889/0/359/ ed è stato presentato ieri a L’Aquila nel corso di un convegno. Una lettura consigliata non solo alla cittadinanza, ma soprattutto alla classe dirigente regionale finora complice o ipnotizzata.
 Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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