Nel corso dell’ultima seduta del consiglio regionale è stato approvato un mio emdamento che ha suscitato molte polemiche. Chissà perchè?
Da anni ci battiamo contro sprechi, clientele e ruberie e per affermare elementari principi di legalità in un campo come quello della sanità che in Abruzzo è storicamente segnato da scandali, sprechi, ruberie, clientele.
E’ evidente che se vogliamo rompere con il passato dobbiamo dotarci di un quadro di regole che disincentivi i comportamenti criminosi e illegali.
I soliti furbetti devono sapere che non se ne può più di metodi che hanno trascinato l’Abruzzo nel baratro.
Certe cliniche se decidono di operare nel libero mercato possono assumere chi gli pare, ma se vogliono fare affari grazie al denaro pubblico devono attenersi a delle regole.
Mi sembra semplice buon senso che una Regione massacrata da clamorose truffe ai danni dei dei contribuenti si doti di norme precauzionali come quella da me proposta.
Che i condannati per reati contro la pubblica amministrazione non possano dirigere strutture sanitarie pubbliche o accreditate mi sembra elementare prevenzione. Casomai bisognava aggiungere i rinviati a giudizio che in Abruzzo sono molti!
La norma da me proposta non è “ad personam” perchè riguarda qualsiasi condannato per reati contro la pubblica amministrazione.
Semmai le reazioni nervose e la fretta di esternare la propria disapprovazione di esponenti di punta del centrodestra dimostrano quanto forte sia ancora il peso politico di personaggi come Salini e la spregiudicatezza delle strategie di Angelini volte a condizionare la vita pubblica regionale.
Per quanto riguarda Villa Pini il sottoscritto ritiene che vi siano già abbastanza motivazioni per avviare una procedura di revoca dell’accreditamento.
Basterebbe – solo per fare un esempio – prendere atto che il gruppo Angelini viola sistematicamente il contratto nazionale di lavoro lasciando senza stipendio per mesi i suoi dipendenti.
Ricordo a tal proposito che la legge regionale 32/2007 alla lettera c) comma 5 dell’art.7 prevede la “revoca dell’accreditamento istituzionale” in caso di “mancata applicazione del CCNL di categoria” (anche in questo caso si tratta di una norma proposta da Rifondazione Comunista).
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L’anomalia in questa vicenda non sta nella mia proposta, ma nel fatto che un ex presidente/assessore alla sanità / sottosegretario/ senatore vada a dirigere la struttura sanitaria privata al centro delle inchieste giudiziarie.
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Non sono un fine giurista, ma sinceramente non riesco a rintracciare i profili di incostituzionalità di cui parla il senatore Di Stefano riguardo alla norma che ho proposto in Consiglio Regionale.
Una norma analoga è contenuta nella legge di riordino degli enti e delle società partecipate dalla Regione approvata mesi fa.Â
Ovviamente anche in quel caso grazie a un mio emendamento.
Non mi risulta che il governo ne abbia eccepito l’incostituzionalità .
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Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
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Resoconto del precedente consiglio regionale:
il centrodestra difende Salini
http://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=344
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SALINI FA RIMA CON VILLA PINI
http://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=341
da il Messaggero
Norma anti-Salini, nel Pdl scatta la caccia ai “traditoriâ€Â Â
 Dubbi di incostituzionalità . Di Stefano: rischio impugnativa
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 | di LILLI MANDARA
PESCARA – E’ il giorno del processo, il giorno della conta e delle accuse nel Pdl dopo il via libera alla norma anti-Salini. Proposta da Maurizio Acerbo di Rifondazione e passata a scrutinio segreto nel consiglio regionale di martedì anche con i voti della maggioranza, la norma ha aperto una falla vistosa nel Pdl proprio su una norma sanitaria sulla quale l’assessore Venturoni aveva ordinato il serrate le file. Ventidue sì e sedici no, prendono coraggio i pidiellini al riparo del voto segreto, ammiccano ad Acerbo e silurano il super-manager ingaggiato da Villa Pini quando mancano pochi minuti alle nove di sera e tutti scalpitano per andarsene. La maggioranza fa acqua, i traditori sono otto e otto è un numero consistente, il Pdl non può far finta di niente. Soprattutto se tra i sospetti c’è Gianni Chiodi. Tutti gli occhi sono puntati su di lui, era stato proprio il presidente della giunta regionale nella seduta consiliare dello scorso 22 settembre a dire che in fondo la norma era una «norma giusta», che però lui quella volta l’avrebbe bocciata perchè non si possono fare norme «ad personam», anzi contro una persona, in questo caso Rocco Salini. Meglio rifletterci un po’ sopra. |
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