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Jack Kerouac: Agnello, non leone (1958)

Jack-Kerouac-Allen-GinsbergLa Beat Generation non è vandalismo. Come l’uomo che improvvisamente ha pensato alla parola “beat” per descrivere la nostra generazione, anche a me piacerebbe dire qualcosa a riguardo, prima che chiunque altro nel campo della letteratura inizi a pensare che significhi “teppista”, “violento”, “incurante”, “senza radici”. Come possono le persone essere “senza radici”? E “incurante” di cosa? Desideri? “Teppista” perché non è vestito elegante?

Beat non significa stanco, o esausto, quanto piuttosto beato, la parola italiana per Beatific: essere in uno stato di beatitudine, come San Francesco, provando ad amare tutta la vita, provando a essere completamente sincero con tutti, praticando la pazienza, la gentilezza, coltivando la gioia del cuore. Come si può fare questo nel nostro folle mondo moderno di molteplicità e di milioni? Praticando un po’ di solitudine, facendo un giro da solo una volta ogni tanto, per fare entrare dentro di sé il più prezioso fra gli ori: le vibrazioni della sincerità.

Essere stizzito non significa essere beat. Tu puoi startene da solo, ma non per questo devi essere sgarbato. Essere beat non è una forma di vecchia e logorante puntigliosità. È piuttosto una forma di spontanea concordia. Che genere di cultura finirai per avere se tutti, con facce cupe, dicessero di continuo: “non credo che sia del tutto corretto”?

Cominciamo dal principio. Dopo aver pubblicato il mio libro sulla Beat Generation, mi è stato chiesto di spiegare cosa significasse “Beat” alla TV, alla Radio, e alle persone, ovunque. Loro avevano l’impressione che essere Beat fosse solo un’inutile frenetica isteria. “Che stai aspettando?” Mi chiesero. Risposi che stavo aspettando che Dio mostrasse il suo volto (più tardi ricevetti una lettera da una ragazza di 16 anni, che diceva che era esattamente quello che anche lei stava aspettando). Chiesero: “come può questo avere a che fare con folli Hipster?” Io risposi che anche quei folli, felici Hipster, con i loro sballi, con le loro ragazze e con il loro linguaggio slang, erano creature di Dio, disposti qui, in questo infinito universo, senza sapere perché. E per di più non ho mai sentito parlare di Dio, della Causa Prima, dell’anima, di dove-stiamo-andando tanto quanto tra i ragazzi della mia generazione: e non soltanto tra i ragazzi intellettuali per conto loro, ma tutti insieme. Negli occhi sconfortati dei miei interlocutori c’era la domanda: “Ma Perché?” Il predicatore Billy Graham ha mezzo milione di seguaci. Questa generazione ne ha molti di più e il loro legame è più stretto.

La Lost Generation degli anni ’20 non credeva in nulla, e così andò nella sua cinica direzione, criticando e distruggendo tutto e tutti. Quella generazione costituisce il corpus della nostra attuale classe dirigente, e sta guardando con occhi pieni di disapprovazione a tutto quanto, e trasforma la fede in superstizione. La Lost Generation ha distrutto. La Beat Generation sta ricostruendo tutto daccapo. La Lost Generation crede che ci sarà qualche giustificazione per tutti gli orrori della vita. La prima delle quattro Nobili Verità è: tutta la vita è sofferenza. Eppure li sento parlare di come non sia tutto vano, se tu solo credessi, se tu solo lasciassi che il sacro fluire possa sgorgare incessantemente fuori da quella fonte segreta di profonda felicità.

“Amico, io mi godo tutto!” tantissimi vagabondi mi dissero questo sui marciapiedi degli anni ’40, quando l’essere Beat sbocciava come un fiore etereo tra lo squallore e la follia di quei tempi. “Ma perché?” gli avrei voluto chiedere. “non hai un centesimo, né un posto dove dormire”. La risposta sarebbe stata: “Amico, devi essere sballato, ecco tutto.” Allora mi piacerebbe vedere questi stessi personaggi domani, tutti esausti e distrutti, che rimuginano su una panchina del parco, rifiutandosi di parlare a chiunque, riempiendosi la testa di idee.

E loro sono stati tutti là, di notte,  i musicisti bop erano nei bar a suonare, il ritmo era grandioso e tu avresti visto centinaia di teste che ciondolavano nella fumosa penombra, annuendo alla musica: “Yes, yes, yes” era quello che le loro teste annuendo dicevano, in modo così pensieroso, così bello, così mistico. Anche i musicisti che aspettavano il loro turno per fare un assolo, ascoltavano annuendo, sì. Ho visto un’intera generazione dire sì. (Ho visto anche i drogati dire No con le loro occhiatacce).

Non penso che la Beat Generation diventerà una stupida banda di tossicodipendenti e di teppisti. I miei migliori amici Beat erano tutti gentili, bravi ragazzi, appassionati, sinceri (“Ora datemi 5 minuti del vostro tempo e ascoltate quello che sto per dire!”) …Una così tenera preoccupazione! Una così commovente speranza umana: che tutti possano essere in contatto e possano essere accolti, e che tutto vada per il meglio grazie a questa misteriosa unione delle menti. Ogni droga scomparirà. Quella era una moda, come il gin. Nella Beat Generation, invece della bottiglia di champagne della Lost Generation avvolta in una calza di seta, hai trovato vecchie pastiglie in uno sgabuzzino, o un vecchio scarafaggio in un cassettone, tutto coperto di polvere. Nulla di stupefacente: la droga è rimasta nel giro di qualche drogato per problemi medici di metabolismo, prima che fosse pubblicizzata dalla classe dirigente. Poi è sfuggita di mano.

Quanto al sesso, perché no? Un’intervistatrice mi chiese se pensassi che la passione sessuale fosse sbagliata, io dissi “No, è la porta che conduce al paradiso”.

Solo le persone amareggiate annientano la vita. La Beat Generation sarà la generazione della tenerezza (Come direbbe il grande Pinky Lee, lui che ama i bambini, e tutte le generazioni sono bambini).

Io spero solamente che non ci sarà una guerra che ferirà tutte queste persone meravigliose, e io non penso che ci sarà. Sembra che ci sia una Beat Generation in tutto il mondo, anche oltre la cortina di ferro. Credo che la Russia voglia una quota di quanto l’America possieda – cibo e vestiti e altre cose utili di qualsiasi genere.

Io profetizzo che la Beat Generation, che è ritenuta folle nichilismo nelle vesti di una nuova moda, diventerà la più delicata e sensibile Generazione nella storia dell’America, e di conseguenza non potrà fare a meno che fare del bene. Tutto ciò che di sbagliato accade, si rivelerà essere un’intromissione del male. Se in questa Generazione c’è una qualità che ho notato, più forte di tutte le altre, è la sincera volontà di non voler fare del male agli altri. Ho fatto un sogno in cui c’erano un Leone e un Agnello, e io non volevo che il Leone mangiasse l’Agnello, e il Leone si avvicinò a me e leccò la mia faccia, come se fossi un grosso cucciolo di cane, e poi io presi l’agnello in braccio e lui mi baciò. Questo è il sogno della Beat Generation.

fonte: Giusto per sapere


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