Nelle ultime settimane, e in particolar modo nel corso dell’ultima riunione del Comitato Politico Nazionale, è emerso nel dibattito interno a Rifondazione Comunista un gigantesco equivoco rispetto alle modalità  proposte per procedere alla costruzione di un soggetto unitario e plurale della sinistra. Molti parlano come se si trattasse di una idea nuova che ci stanno imponendo Marco Revelli o gli altri compagni dell’Altra Europa con Tsipras. Mi sembra saggio rammentare a me stesso e a tutt* che in realtà si tratta della proposta di Rifondazione approvata con il voto del 76% degli iscritti all’ultimo congresso. E’ nostra la proposta di una soggettività unitaria che si fondi non sulla federazione o fronte tra partiti e organizzazioni ma sulla partecipazione diretta, la decisione democratica da parte dei compagni che aderiranno secondo il principio una testa/un voto (questo non implica che per fare unità non si operi anche sulla base del “metodo del consenso” tipico delle pratiche di movimento), ecc. la si trova compiutamente illustrata nella tesi 15 “Una proposta per unire la sinistra” del documento “Ricostruire la sinistra, per la rivoluzione democratica e il socialismo del XXI secolo“. Questa proposta era stata già approvata dal Comitato Politico Nazionale nella prima riunione successiva alla sconfitta di Rivoluzione Civile (il doc lo trovate quì). In entrambe le occasioni era stata elaborata, condivisa e votata da autorevoli compagni che all’ultimo CPN hanno votato contro. Invito alla lettura per verificare quanto sia infondato il ritornello su qualche presunta invenzione da parte della segreteria:
15 Una proposta per l’unità della sinistra
Come abbiamo detto più volte Rifondazione Comunista è necessaria ma non sufficiente e per questo proponiamo di avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra di alternativa. Riteniamo, infatti, che le frammentazioni e la divisione della sinistra italiana siano l’esito della radicale sconfitta sociale e politica degli ultimi decenni, ma anche dei nostri errori e limiti soggettivi. Nell’avanzare questa proposta siamo perfettamente consapevoli che i tentativi di riaggregazione che in questi anni abbiamo insistito a promuovere sono stati viziati da limiti soggettivi relativi alla natura stessa dei processi unitari messi in campo. Non si può costruire l’unità a partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed aggregazioni che nel corso del tempo si sono divise, senza percorsi reali di condivisione democratica e partecipata di contenuti e priorità . Non si può costruire l’unità solo sulla base delle scadenze elettorali e meno ancora con l’unico obiettivo di superare quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed espressione di equilibri incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità sulla base di pregiudiziali ideologiche od organizzative tese a pretendere scioglimenti, abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni esistenti. Non si può separare il processo di unificazione e aggregazione politica dai processi di costruzione e internità al conflitto sociale. L’unità politica è strettamente connessa alla costruzione di un movimento unitario contro il liberismo e l’attacco alla democrazia, di cui la manifestazione del 12 è il primo passo. Riteniamo pertanto che sia necessario fare un salto di qualità che non ripeta gli errori del passato. Per questi motivi il Prc propone alcune idee che ritiene utili per poter determinare il salto di qualità che tutte e tutti sentono necessario, anche sulla base di quanto accade nel resto d’Europa, con le positive esperienze di aggregazione di Syriza, del Front de Gauche, di Izquierda Unida.
1. È necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra sulla base della costruzione di una piattaforma antiliberista che delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia e l’alterità rispetto al centrosinistra e al Partito Democratico, per il riferimento in Europa al Partito della Sinistra Europea e al Gue, per l’esplicito collegamento con le battaglie della Fiom, della sinistra della CGIL, del sindacalismo di base e dei movimenti di trasformazione.
2. È importante che tale soggetto assuma come centrale una piattaforma per la ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di ogni ambito della vita sociale e politica a partire dalla difesa e dall’attuazione della Costituzione. Dalla democrazia nei luoghi di lavoro, allo sviluppo della democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di un’iniziativa costante per il sistema proporzionale sul terreno della democrazia rappresentativa.
3. È indispensabile che il processo di costruzione di tale soggetto, non avvenga in modo verticista e pattizio, ma attraverso il coinvolgimento democratico e partecipato di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari, sulla base del principio “una testa, un votoâ€; che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale; che le forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza sciogliersi, s’impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte.
E’ questa la proposta che mettiamo a disposizione del confronto – a partire dallo spazio pubblico di sinistra che auspichiamo nasca dall’iniziativa la “via maestra†– nella convinzione che il popolo della sinistra debba e possa costruire un nuovo soggetto politico unitario per la lotta, la partecipazione, la trasformazione. La proponiamo, nel contesto delle mobilitazioni sociali e sindacali e del percorso di mobilitazione avviato in difesa della Costituzione e del lavoro dall’appello “la via maestraâ€, sia ai tanti che non si rassegnano, ai comitati e alle associazioni che operano sul territorio, alle varie piattaforme che si sono costituite in questi mesi, da “Cambiare si può†ad Alba, a Rossa, a tutte le altre forze della sinistra politica, ribadendo anche a Sel l’invito ad abbandonare l’illusione che le ragioni e i contenuti che tutta la sinistra difende in Europa, possano realizzarsi nel centro sinistra e nel Partito socialista europeo. Lo facciamo nella consapevolezza che la gravità della situazione impone di dover far prevalere uno spirito di costruzione paziente, ma allo stesso tempo urgente per la natura della crisi che viviamo e netto sul piano della proposta e della collocazione politica. È necessaria la costruzione di una forza che sia in grado di rimettere al centro del dibattito politico la questione sociale e del lavoro, senza la quale non esiste possibile sbocco progressivo alla crisi. Noi riteniamo che questo percorso unitario vada avviato da subito e possa vedere nel passaggio delle elezioni europee un passaggio significativo: la nostra proposta è quella di costruire in modo democratico e partecipato una lista unitaria di sinistra, collegata esplicitamente alla Sinistra Europea e al Gue. Decisivi sono i tempi e i modi di costruzione di questa lista e noi diciamo da subito che non siamo disponibili a rifare accordi elettorali pasticciati all’ultimo momento: la lista unitaria deve essere il frutto di un processo trasparente e partecipato, non un cartello elettorale.
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