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Lettera aperta di studiosi ed esperti dell’Ucraina sulla cosiddetta “legge anti-comunista”

azov

Fake from LNR (Russia), its not Azov

Ho tradotto una appello sottoscritto da studiosi americani, inglesi, canadesi, tedeschi, svedesi e ucraini contro la promulgazione delle due leggi approvate lo scorso 9 aprile. Non è certo opera di putiniani nè di comunisti ma dà l’idea di quali mostri stiano risvegliando i governi USA e UE ai confini con la Russia. Mi sembra che in Italia non ci sia stata la dovuta reazione di fronte a un fatto di così inaudita gravità da parte di un regime che gode del sostegno degli USA dell’UE e del nostro governo a cui va ricordato che la Costituzione reca in calce la firma di un comunista e che il 25 aprile si festeggia una Liberazione alla quale i socialcomunisti hanno portato il contributo di gran lunga più forte prima nei lunghi anni della lotta antifascista e poi nella Resistenza.

Al Presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, e al Presidente della Verkhovna Rada dell’Ucraina , Volodymyr B. Groysman:

Noi sottoscritti, vi invitiamo a non firmare e promulgare i progetti di legge (n. 2538-1 e 2558)  adottati dalla Verkhovna Rada il 9 aprile 2015. Come studiosi ed esperti a lungo impegnati per la rigenerazione e la libertà dell’Ucraina, noi consideriamo queste leggi con la più profonda apprensione. Il loro contenuto e spirito contraddice uno dei diritti politici fondamentali: il diritto alla libertà di parola. La loro adozione solleverebbe seri interrogativi circa la fedeltà dell’Ucraina ai principi del Consiglio d’Europa e dell’OSCE, insieme a una serie di trattati e dichiarazioni solenni adottate da quando l’Ucraina ha riconquistato l’indipendenza nel 1991. Il loro impatto sull’immagine e la reputazione dell’Ucraina in Europa e Nord America sarebbe profondo. Senza tralasciare il fatto che le leggi potrebbero fornire conforto e sostegno a coloro che cercano di indebolire e dividere l’Ucraina.

Inoltre siamo turbati per il fatto che le leggi siano state approvate, senza un serio dibattito, senza voti contrari e con un gran numero di deputati che han rifiutato di partecipare.

In particolare, siamo preoccupati per i seguenti elementi:

1 – Per quanto riguarda l’inclusione di gruppi come l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) e l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA) come “combattenti per l’indipendenza ucraina”: l’articolo 6 della presente legge rende un reato negare la legittimità della “lotta per la indipendenza dell’Ucraina nel 20° secolo “e la negazione pubblica dello stesso è da considerarsi come un insulto alla memoria dei combattenti. Così mettere in discussione questa pretesa, e mettere in discussione implicitamente qualsiasi cosa questi gruppi hanno fatto, è diventato un reato penale.

2 – La legge 2558, il divieto di propaganda dei “regimi comunisti e nazionalsocialisti ” rende un reato negare, “anche nei media, il carattere criminale del regime totalitario comunista del 1917-1991 in Ucraina.”

Le potenziali conseguenze di entrambe queste leggi sono inquietanti. Non solo sarebbe un crimine mettere in discussione la legittimità di una organizzazione (UPA), che ha massacrato decine di migliaia di polacchi in uno degli atti più efferati di pulizia etnica nella storia dell’Ucraina, ma anche sarebbe esente da critiche l’OUN, uno dei gruppi politici più estremi in Ucraina occidentale tra le due guerre, e quello che ha collaborato con la Germania nazista fin dall’inizio dell’invasione sovietica nel 1941. L’OUN inoltre partecipò ai pogrom antiebraici in Ucraina e, nel caso della fazione Melnyk, rimase alleata con il regime di occupazione durante la guerra.

Nonostante il nobile intento, la condanna all’ingrosso di tutto il periodo sovietico come una occupazione di Ucraina avrà conseguenze ingiuste e incongrue. Chiunque attirando l’attenzione sullo sviluppo della cultura e della lingua ucraine negli anni ‘20 potrebbe trovarsi condannato. Lo stesso vale per coloro che considerano il periodo di Gorbaciov come un periodo progressivo di cambiamento a beneficio della società civile ucraina , dei gruppi informali, e dei partiti politici, compreso il Movimento per la Perestroika (Rukh).

Negli ultimi 15 anni, la Russia di Vladimir Putin ha investito enormi risorse nella politicizzazione della storia. Sarebbe disastroso se l’Ucraina seguisse la stessa strada, quantunque parzialmente o provvisoriamente. Ogni distorsione giuridica o ‘amministrativa’ della storia è un attacco allo scopo più fondamentale dell’ indagine scientifica: la ricerca della verità. Qualsiasi attacco ufficiale alla memoria storica è ingiusto. Questioni difficili e controverse devono rimanere materia di dibattito. Il milione e mezzo di ucraini che sono morti combattendo i nazisti nell’Armata Rossa hanno diritto al rispetto, come lo hanno coloro che hanno combattuto l’Armata Rossa e NKVD. Coloro che considerano la vittoria sulla Germania nazista come un evento storico fondamentale non dovrebbero sentirsi intimiditi né esclusi dalla nazione.

Dal 1991, l’Ucraina è stato uno stato tollerante e inclusivo, uno stato (nelle parole della Costituzione) per cittadini ucraini di tutte le nazionalità. Se firmate, le leggi del 9 aprile saranno un regalo per coloro che desiderano rivolgere l’Ucraina contro se stessa. Esse allontaneranno molti ucraini che ora si trovano sotto l’occupazione de facto. Esse divideranno e scoraggeranno gli amici dell’Ucraina. In breve, danneggeranno la sicurezza nazionale dell’Ucraina, e per questo motivo, soprattutto, vi invitiamo a respingerle.

firmatari (in ordine alphabetico):

David Albanese, Ph.D. Candidate, Department of Soviet and Russian History, Northeastern University, USA

Tarik Cyril Amar, Assistant Professor of History, Columbia University, USA

Dominique Arel, Chair of Ukrainian Studies, University of Ottawa, Canada

Martin Aust, Visiting Professor of History, University of Basel, Switzerland

Mark R. Baker, Assistant Professor, Koç University, Istanbul, Turkey

Omer Bartov, John P. Birkelund Distinguished Professor of History and Professor of German Studies, Brown University, USA

Harald Binder, Ph.D., Founding President, Center for Urban History of East Central Europe, Lviv, Ukraine

Marko Bojcun, Director of the Ukraine Centre, London Metropolitan University, UK

Uilleam Blacker, Lecturer in Comparative East European Culture, University College London, UK

Jeffrey Burds, Associate Professor of Russian and Soviet History, Northeastern University, USA

Marco Carynnyk, Independent Scholar, Toronto, Canada

Heather J. Coleman, Canada Research Chair and Associate Professor, Department of History and Classics, University of Alberta, Canada

Markian Dobczansky, Ph.D. candidate, Department of History, Stanford University, USA

Evgeny Finkel, Assistant Professor of Political Science and International Affairs, George Washington University, USA

Rory Finnin, University Senior Lecturer in Ukrainian Studies, University of Cambridge, UK

J. Arch Getty, Distinguished Professor of History University of California Los Angeles (UCLA), USA

Christopher Gilley, Research Fellow, University of Hamburg, Hamburg, Germany

Frank Golczewski, Professor in the Program in History, University of Hamburg, Germany

Mark von Hagen, Professor of History, School of Historical, Philosophical, and Religious Studies, Arizona State University, USA

André Härtel, Lecturer in International Relations, Department of Political Science, University of Jena, Germany

Guido Hausmann, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany

John-Paul Himka, Professor Emeritus, Department of History & Classics, University of Alberta, Canada

Kerstin S. Jobst, Professor of East European History, University of Vienna, Austria

Tom Junes, PhD (historian) – Imre Kertész Kolleg, Jena, Germany

Andreas Kappeler, Professor Emeritus of History, University of Vienna, Austria

Ivan Katchanovski, Adjunct Professor, School of Political Studies, University of Ottawa, Canada

Padraic Kenney, Professor of History, Indiana University, USA

Olesya Khromeychuk, Teaching Fellow, University College London, UK

Oleh Kotsyuba, Ph.D. Candidate, Department of Slavic Languages and Literatures, Harvard University, USA

Matthew Kott, Researcher at Centre for Russian and Eurasian Studies, Uppsala University, Sweden

Mark Kramer, Program Director for Cold War Studies, Davis Center for Russian and Eurasian Studies, Harvard University, USA

Nadiya Kravets, Postdoctoral Fellow, Ukrainian Research Institute, Harvard University, USA

Olga Kucherenko, Independent Scholar, Cambridge, UK

John J. Kulczycki, Professor Emeritus, Department of History, University of Illinois at Chicago, USA

Victor Hugo Lane, York College, City University of New York, USA

Yurii Latysh, Taras Shevchenko National University, Kyiv, Ukraine

David R. Marples, Distinguished University Professor, Department of History & Classics, University of Alberta, Canada

Javier Morales, Lecturer in International Relations, European University of Madrid, Spain

Jared McBride, Visiting Assistant Professor of History, Columbia University, USA

Tanja Penter, Professor of Eastern European History, Heidelberg University, Germany

Olena Petrenko, Ph.D. Student, Department of East European History, Ruhr University Bochum, Germany

Simon Pirani, Senior Research Fellow, Oxford Institute for Energy Studies, and Lecturer on Russian and Soviet History, Canterbury Christ Church University, UK

Yuri Radchenko, Senior Lecturer, Kharkiv Collegium Institute of Oriental Studies and International Relations, and Director of Center for Inter-ethnic Relations in Eastern Europe, Kharkiv, Ukraine

William Risch, Associate Professor of History, Georgia College, USA

Blair Ruble, Political Scientist, Washington, DC, USA

Per Anders Rudling, Associate Professor of History, Lund University, Sweden

Martin Schulze Wessel, Chair of Eastern European History, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany

Steven Seegel, Associate Professor of History, University of Northern Colorado, USA

Anton Shekhovtsov, Visiting Senior Fellow, Legatum Institute, London, UK

James Sherr, Associate Fellow, Chatham House, London, UK

Volodymyr Sklokin, Researcher, Center for Urban History of East-Central Europe, Lviv, Ukraine

Iryna Sklokina, Researcher, Center for Urban History of East-Central Europe, Lviv, Ukraine

Yegor Stadny, Ph.D. Student, Department of History, Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

Andreas Umland, Senior Research Fellow, Institute for Euro-Atlantic Cooperation, Kyiv, Ukraine

Ricarda Vulpius, Research Fellow, Department for the History of East- and Southeastern Europe, Ludwig-Maximilian University, Munich, Germany

Lucan Way, Associate Professor of Political Science, University of Toronto, Canada

Zenon Wasyliw, Professor of History, Ithaca College, USA

Anna Veronika Wendland, Research Coordinator, The Herder Institute for Historical Research on East Central Europe, Marburg, Germany

Frank Wolff, Assistant Professor of History and Migration Studies, Osnabrück University, Germany

Christine Worobec, Professor Emerita, Northern Illinois University, USA

Serhy Yekelchyk, Professor of Slavic Studies and History, University of Victoria, Canada

Tanya Zaharchenko, Postdoctoral Fellow, Center for Historical Research, Higher School of Economics, Saint Petersburg, Russia

Sergei Zhuk, Associate Professor of History, Ball State University, Indiana, USA

il testo originale lo trovate qui


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