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La notizia dei provvedimenti cautelari a L’Aquila nei confronti dell’esponente storico di Forza Italia Pierluigi Tancredi, di imprenditori e funzionari comunali merita una valutazione politica e un’indispensabile esercizio di memoria.
Ancora una volta emerge in Abruzzo il livello di inquinamento della politica e della pubblica amministrazione e la necessità della massima intransigenza sulla questione morale.
Emergenza e ricostruzione sono stati un terreno su cui le tradizionali reti politico-affaristiche locali e ogni sorta di cricca nazionale han messo gli occhi fin dall’inizio come tragicamente noto.
Non posso che ringraziare i nostri compagni aquilani per la battaglia portata avanti contro la scellerata iniziativa del sindaco Cialente che voleva nominare Tancredi delegato alla ricostruzione degli edifici pubblici, una scelta che c’è da domandarsi a quali ambienti volesse strizzare l’occhio.
Quella nomina fu ritirata grazie alla protesta corale del popolo della sinistra e dei comitati avvertito dai nostri sms che che divennero un tam tam. C’è da domandarsi: perché agli aquilani era chiarissimo chi era Tancredi e a Cialente no?
Si è confermato sacrosanto anche l’insistere da parte del nostro capogruppo Enrico Perilli, più volte oggetto degli strali del sindaco, per la rotazione degli incarichi dentro la macchina comunale.
Ricordo poi la nostra battaglia contro lo scandalo dei puntellamenti che ci portò a uscire dalla prima giunta Cialente con le dimissioni del nostro assessore Antonio Lattanzi che dimostrò che la diversità comunista non è solo cosa del passato.
Non possiamo che esprimere tutto il nostro apprezzamento per l’operato della magistratura a cui va tutto il nostro appoggio nel suo esercizio del controllo di legalità .
Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC
P.S.:Â interessante dal punto di vista sociologico questa intercettazione
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