D’Alfonso ieri non era a Roma alla Conferenza di servizi. Non c’era neanche la volta precedente. Eppure si discuteva di una questione vitale per l’Abruzzo, di un progetto contro la quale si sono tenute nel giro di due anni le più grandi manifestazioni forse della storia regionale e si sono schierati tutti gli enti locali, la Regione, associazioni, sindacati, organizzazioni di categoria, i vescovi. Ma quali erano gli impellenti impegni che gli hanno impedito di essere presente a un appuntamento decisivo per il futuro dell’Abruzzo? Come mai non è andato a Roma a battere i pugni nelle stanze del Ministero per fermare l’ufo il politico che si è sempre vantato di essere capace di far valere a Roma gli interessi dell’Abruzzo?
Quali erano gli indifferibili impegni che gli hanno impedito di essere a Roma?
Prima una delle tanti riunioni sull’assai discutibile Masterplan in Regione e poi intorno a mezzogiorno il presidente era al Comune di Pescara per la “Presentazione Preliminare Progetto Stadio Adriatico“.
L’affidamento ai privati dello stadio di Pescara per una grande operazione edilizia da 40 milioni è cosa a cui il Presidente teneva evidentemente più che alla difesa della Costa dei trabocchi!
Lo comprendiamo vista la passione per la materia: pur affidare i cimiteri a privati ci è finito sotto processo, figuriamoci per lo Stadio!
Casualmente il presidente della Pescara Calcio che ha presentato il progetto al Comune è anche coinvolto nel progetto della City che la Regione si appresta ad acquistare e  secondo notizie di stampa  il “regista” del tentativo di alcuni  imprenditori di conquistare la Banca di Credito Cooperativo di Capelle.
Capisco che l’operazione stadio appassioni molto D’Alfonso, ma lui che c’entra? Mica è sindaco di Pescara!
Ammettiamo pure che debba esserci vista l’importanza dell’argomento: lo stadio era più importante di Ombrina?
Una riunione tra interlocutori pescaresi non poteva essere spostata?
L’assenza a Roma appare dunque non solo ingiustificata ma anche il segno che D’Alfonso non vuole uno scontro frontale con il governo su Ombrina come sui tagli alla sanità perché sono altre le partite che gli interessano.
Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista
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