La società dei figli dell’avvocato difensore di D’Alfonso e di tanti altri politici abruzzesi ha vinto al Consiglio di Stato e quindi potrà costruire sulla riviera sud (lato mare) accanto alle aree ex-Cofa tre palazzi alti 21 metri. Quando passeranno davanti a quel muro di cemento sul mare i pescaresi potranno prendersela con Comune, Regione e parlamento che hanno fatto di tutto per rendere possibile un intervento illegittimo.
Innanzitutto va detto che la società dei Milia e Mammarella ha vinto perché il Consiglio di Stato ha ritenuto non legittimati i vicini ricorrenti che avevano vinto al TAR. Cosa che non sarebbe accaduta se a ricorrere in difesa della sua pianificazione urbanistica fosse stato il Comune di Pescara. Purtroppo la Giunta Alessandrini si è costituita ma per sostenere il progetto edilizio scegliendo di essere complice e sostenere l’operazione che era stata autorizzata all’epoca della giunta Mascia.
Il TAR aveva bocciato il permesso dando ragione a quanto sostenuto da Rifondazione Comunista: il tribunale amministrativo aveva confermato che le norme del “decreto sviluppo†di Berlusconi, rese permanenti da una pessima legge regionale di recepimento, non si applicano nelle aree sottoposte a piani particolareggiati.
Ma non basta prendersela con l’amministrazione di centrodestra che rilasciò il permesso e quella Alessandrini che lo ha difeso. In soccorso di Milia-Mammarella è sceso in campo lo stesso  parlamento. Infatti – come da me denunciato dopo che per mesi avevano tenuta nascosta la cosa – nel dicembre 2014 è stato approvato un emendamento alla legge di stabilità con un’interpretazione autentica (quindi retroattiva) che sembrava scritta ad hoc per sbloccare il progetto. Infatti la norma precisa che le deroghe e i premi di volumetria si applicano anche all’interno dei piani particolareggiati. La norma è stata ovviamente brandita dai privati e dagli stessi avvocati del Comune contro la sentenza del TAR.
Come è stata approvata in parlamento questa cosa? A presentare l’emendamento in Senato è stato un senatore siciliano, a recepirlo è stato il governo Renzi che l’ha inserito nel maxi-emendamento alla legge di stabilità su cui il governo ha chiesto la fiducia. La norma che cancella ogni regola pianificatoria pubblica è stata votata in parlamento dalla maggioranza NCD-PD .
La relatrice di maggioranza sulla legge di stabilità era la senatrice pescarese Federica Chiavaroli che quando il sottoscritto ha scoperto la “porcata†dopo mesi dall’approvazione ha detto di non saperne nulla. Ricordo che essendo ancora in vigore la legge regionale scritta dai palazzinari pescaresi e fatta approvare con grande impegno dai consiglieri di centrodestra ma che piace anche al PD che non l’ha abrogata la nuova norma di interpretazione autentica si applica a tantissime altre situazioni con effetti devastanti (in pratica vengono superati tutti i piani attuativi comunali). Le regioni in cui sono in vigore analoghe leggi sono Abruzzo, Campania, Calabria e Sicilia. Forse Lazio.
Ricordo che per studiare una progettazione unitaria del piano particolareggiato (PP2) il Comune di Pescara negli anni scorsi ha speso centinaia di migliaia di euro.
Quando mesi fa ho lanciato l’allarme c’è stata totale omertà politica: nessun partito, esponente politico, parlamentare, consigliere comunale o regionale ha ritenuto di intervenire nonostante le aree siano da anni considerate strategiche e oggetto di ampio dibattito pubblico. Ora speriamo si svegli qualcuno* per abrogare questa legge vergogna.
Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista-Altra Europa con Tsipras
Per ulteriori approfondimenti e saperne di più sulla norma approvata in Senato guardate precedente comunicato: UNA PORCATA SUL MARE . Nelle osservazioni presentate da Rifondazione Comunista al Piano particolareggiato 2 si proponeva di mantenere libere dal cemento le aree lato mare e di concentrare interventi edilizi sugli ambiti del Piano particolareggiato che si trovano sul lato monte della Riviera sud in modo da lasciare libera dal Ponte del Mare e dalla città la vista del mare e del porto turistico. Purtroppo grazie alla politica pescarese l’esame delle osservazioni in Consiglio Comunale non c’è mai stato e grazie al combinato disposto di legge regionale e “porcata” approvata in parlamento i privati faranno quello che gli pare ricevendo pure premi volumetrici.
SULLA DOMANDA DIÂ ABRUZZO INDEPENDENT
Un commentatore pescarese commenta l’ultimo misfatto del partito trasversale del cemento rimproverando che non ci sarebbe stata opposizione alla Caserma della GdF che sta sorgendo sul mare proprio vicino a dove sorgeranno i tre palazzi della società Milia-Mammarella: In quel caso poco o nulla è stato detto e noi diAbruzzoIndependent.it ci domandiamo Perchè?
Sul fatto che la caserma della GdF sul mare sia un ecomostro sono completamente d’accordo ma segnalo che noi che anche contro la caserma protestammo e cercammo di opporci proprio per le ragioni che scrive il sub che sono poi le stesse che ci hanno portato a combattere per anni l’assurda politica bipartisan di cementificazione delle spiagge. Purtroppo siamo stati pochi se non soli in quelle battaglia come su quella contro PescaraPorto srl. Chi parla oggi parlò anche allora ritenendo la caserma su quel sito un ecomostro. Feci anche a far approvare un ordine del giorno in Consiglio Comunale e Regionale ma poi sindaco e parlamentari abruzzesi dettero sostanzialmente il via libera non attivando alcuna battaglia politica nei confronti dei vertici della GdF a cui anzi fu detto che si riteneva quell’intervento una valorizzazione della riviera. Va detto che la GdF non aveva bisogno di autorizzazioni comunali grazie a una norma nazionale approvata dal governo Berlusconi e quindi se ne poteva fregare del parere del Comune. Non c’erano spazi per ricorsi come accadde in passato nella battaglia che vincemmo contro la realizzazione della caserma dei carabinieri nella Pineta. Era possibile bloccare il progetto della caserma solo con un forte intervento politico a livello romano di comune, Regione e parlamentari abruzzesi (io e Costantini riuscimmo a bloccare precedente progetto quando eravamo parlamentari). Purtroppo la politica pescarese e regionale non volle fare quella battaglia e noi eravamo già extraparlamentari. Io ho sempre avuto la convinzione che la Caserma in quella ubicazione non fu contrastata perché faceva da apripista ai progetti di costruire lungo tutta la riviera sud fino all’ex-COFA che interessano alcuni tra i più importanti personaggi della città che conta.
* l’amico Gianluca Vacca ha presentato emendamento alla Camera
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