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il 2 giugno di Pietro Nenni

nenni 2 giugno2 giugno 1946

Una giornata storica può essere, anche per uno dei suoi protagonisti, una giornata noiosa. Tale è stato per me il 2 giugno. Giornata storica, perché è quella del referendum istituzionale e della elezione della Costituente. Giornata noiosa perché, uscito per votare alle otto alla sezione 350 di via Antonio Serra (un quartiere popolare di Tor di Quinto), sono poi restato tappato in casa tutta la giornata.
È comunque e in ogni caso la “mia” giornata. A essa è legata l’opera mia di capo di partito e di ministro.
L’articolo che ho scritto stamani per l’ “Avanti!”, si intitola: “Una pagina si chiude”. È vero per il paese. E vorrei che fosse vero anche per me.
Romita mi ha telefonato che in tutto il paese c’è calma assoluta e larga partecipazione di elettrici ed elettori.
Trascorro la serata in solitaria attesa leggendo “Le zéro et l’infini” di Koestler. È il romanzo dei processi di Mosca. Koestler, che fu condannato a morte in Spagna, è un eretico della chiesa comunista. Il dramma sta tutto in queste due battute di dialogo fra due detenuti (il 402): “L’honneur c’est vivre e mourir pour ses convictions. Rubasciov: “L’honneur c’est se rendre utile sans vanité”. Sento alla maniera del primo, penso come il secondo.

Pietro Nenni – Diari

Un pensiero a mio padre che si definiva “socialista di Nenni” e che quel giorno immagino l’abbia vissuto con immensa gioia e speranza.

repubblica avanti

 

 

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