Non sono un esperto di pesca, ma la lettura della nota della Federpesca relativa al Parco del Cerrano mi ha lasciato profondamente interdetto.
Se ho ben capito Federpesca vorrebbe che si consenta la pesca delle vongole anche nella porzione di mare ricompresa nel Parco marino “Torre del Cerrano“.
Auspico che le amministrazioni comunali di Silvi e Pineto, la Provincia e la Regione tengano un atteggiamento di fermezza e che non retrocedano per subalternità  verso logiche corporative.
E’ giusto che si dialoghi con le categorie interessate, ma solo argomenti fondati su presupposti scientifici possono giustificare mutamenti del quadro di regole non pressioni lobbistiche.
Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che in un parco marino non dovrebbe essere autorizzata nessuna attività di pesca professionale o amatoriale nè alcuna attività diportistica a motore.
I “vongolari” sanno meglio e prima di tutti noi quale sia l’effetto negativo dell’overfishing sul prodotto oggetto della loro attività .
Non a caso sono costretti a fermarsi volontariamente per mesi e mesi in attesa che il poco prodotto rimasto raggiunga dimensioni accettabili.
Inoltre la pesca delle vongole è regolamentata da normativa sanitaria che prevede zone di tipo A nelle quali è possibile raccogliere per il consumo diretto, zone di tipo B nelle quali la raccolta è consentita, ma il prodotto deve essere depurato prima del consumo e zone di tipo C nelle quali la raccolta è preclusa. Come si può sapere dove è stato raccolto il prodotto? Mediante attestazione del capobarca! La realtà è che di attestazioni di tipo B non se ne vedono mai da decenni. Eppure quante volte sarà capitato a tutti di vedere le vongolare pescare quasi a riva. Per elevare contravvenzione, la Guardia costiera deve beccarle in azione di pesca, per cui non appena via radio viene comunicata la presenza di una motovedetta, si ritirano gli attrezzi ed i natanti risultano in transito e non in pesca.
A parte queste divagazioni su leggi pensate contemporaneamente ad i sistemi per eluderle, ritengo che una zona totalmente interdetta alla pesca dei molluschi bivalvi sia un enorme vantaggio anche per la categoria dei vongolari perchè diventerebbe negli anni una zona di massima aggregazione di esemplari. Infatti la riproduzione delle vongole prevede che una volta che i gameti sono maturi, questi vengano immessi nel mezzo ambiente e si incontrano dando vita ad un nuovo esemplare.
In Adriatico accade che anche dove le vongole sono presenti, sono però distanti l’una dall’altra e questa distanza favorisce la dispersione dei gameti. Ecco perchè anche dopo mesi e mesi di fermo spesso non si vedono risultati apprezzabili.
Insomma difendere il Parco marino del Cerrano è interesse di tutti, anche di chi vive di pesca.
E’ ora che la politica si occupi con maggiore serietà del nostro mare sempre più depauperato e saccheggiato.
Â
Maurizio Acerbo, consigliere regionale Rifondazione Comunista
————————————————————————————————————
 LA POSIZIONE DI FEDERPESCA:
Sabato 19 Dicembre 2009
da il messaggero
GIULIANOVA – Parco del Cerrano sotto accusa. La marineria non riesce a capire il motivo per cui si sta dando vita ad un’area protetta senza coinvolgere i pescatori. In un documento Federpesca sostiene che «si vuole un parco sostenibile per la pesca e per la tutela delle specie, ma non sappiamo ancora quali. I pescatori di vongole rappresentati dal Cogevo sono d’accordo ma vogliono lo spazio per effettuare l’attività di pesca, i sei chilometri che il parco toglie dallo striminzito compartimento di Pescara rappresentano la fine e il profitto di tante famiglie che vivono di mare. La responsabilità della fine della pesca delle vongole e del tracollo delle ditte delle imprese di pesca saranno attribuite logicamente ai sindaci dei comuni di Pineto e Silvi e alla Regione che non ha mosso un dito a favore di chi lavora in mare». Il coordinatore regionale della Federpesca Walter Squeo chiede un urgente incontro con il presidente della provincia, Catarra, e sta inoltrando un quesito alla comunità europea in quanto la marineria che deve subire le pesanti regole comuntarie vuole logicamente uno spazio di mare giusto e regolare per pesca delle vongole. «Quello che attualmente abbiamo continua Federpesca già è insufficiente dopo il taglio con il compartimento di Ortona, ed ora con i sei chilometri tolti dal parco sarebbe la fine. Non si capisce oltretutto che fine abbia fatto il progetto del presidente del Cogevo, Di Mattia per un corridoio nel parco del Cerrano per pescare la famosa vongola Doc che sarebbe stato un prodotto di nicchia della costa abruzzese».
F.M.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.