Il carteggio Boschi-Bertolaso pubblicato sul sito del settimanale L’Espresso  è a dir poco inquietante.
Più di trecento persone hanno perso la vita anche a causa del fatto che alla popolazione aquilana e agli enti locali sono stati lanciati messaggi tranquillizzanti di cui adesso i principali responsabili si rimbalzano le responsabilità .
Secondo Boschi la negligenza è da imputare alla Protezione Civile, Bertolaso minaccia querele.
Il quadro che ne viene fuori non può che preoccupare tutti gli italiani visto che la vicenda riguarda i massimi responsabili della nostra sicurezza rispetto a catastrofi di questo genere.
E’ doveroso fare chiarezza e accertare le responsabilità al fine di evitare che si ripetano tragedie evitabili.
Perché non è stato detto alla popolazione che ben prima dell’inizio dello sciame sismico, nel 2007, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia aveva comunicato alla Protezione Civile che “la probabilità massima di accadimento di un forte terremoto è in un segmento appenninico contenente L’Aquila�
Perché per due anni non si è fatto nulla e, cosa più grave, non si è lanciato l’allarme neanche dopo mesi di sciame sismico?
Ancor più grave il fatto che i comunicati della Protezione Civile, da cui enti locali e popolazione attendevano indicazioni sul che fare, sarebbero stati secondo Boschi in qualche modo taroccati, cioè non corrispondenti alla situazione di “altissimo rischioâ€.
A fronte di notizie in suo possesso così allarmanti, datate 2004 e 2007, come mai la tanto decantata macchina di Bertolaso non ha attivato alcuna misura di prevenzione dei rischi per la cittadinanza?
Forse si è proceduto troppo velocemente alla beatificazione mediatica della Protezione Civile.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC
Enrico Perilli, consigliere comunale PRC
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