Le argomentazioni della ministra Lorenzin contro la legalizzazione della cannabis sono grottesche. Farsi scudo dei bambini, come già accaduto con le unioni civili, è il solito giochetto cinico e propagandistico per fare leva su paure e emotività . In primis perchè, come ammette anche esagerando sull’età la stessa ministra, i ragazzi la marjuana già la fumano nonostante il proibizionismo. ma soprattutto perchè in realtà è proprio il proibizionismo a mettere in pericolo la salute dei ragazzi. Infatti oggi sono in circolazione, fuori da qualsiasi controllo sanitario e merceologico, schifezze pericolose perchè il mercato è gestito da mafie e criminalità che per fare affari mischiano marijuana 0 hashish con altre sostanze. In caso di legalizzazione i consumatori potrebbero fumare erba che si autocoltivano o acquistarne di qualità accertata riducendo i rischi sanitari.
Farei inoltre presente alla ministra le decine di migliaia di persone che nel corso degli anni sono state sottoposte a persecuzioni giudiziarie che non giovano certo alla salute: inviterei a ricordare i casi di quelli come Aldo Bianzino che sono morti in carcere per due piante di Marijuana o dei tanti altri suicidatisi per la vergogna o lo shock dopo l’arresto.
Quanto alla cannabis terapeutica la ministra ha fatto male e in ritardo solo il proprio dovere. Considerato che da anni è stato riconosciuto dal Ministero il valore terapeutico della cannabis è vergognoso che oggi alla stragrande maggioranza dei pazienti in Italia venga negato ancora l’accesso ai farmaci e ai preparati galenici a base di cannabinoidi. Lo dico essendo stato io l’autore della prima legge regionale – quella abruzzese ancora peraltro inattuata – che prevedeva la coltivazione, la produzione e l’erogazione da parte del servizio sanitario della cannabis che meritoriamente la ministra Lorenzin e il governo non impugnarono.
Proprio la tutela dei malati e in generale dei consumatori imporrebbe a una ministra della salute l’abbandono di atteggiamenti oscurantisti e false prudenze che seminano soltanto danni.
Maurizio Acerbo, segreteria nazionale PRC-SE, ex-consigliere regionale Abruzzo
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