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Pescaraporto: uno scandalo vista mare

pescaraportoMi fa piacere che la magistratura abbia deciso di accendere i riflettori sull’operazione edilizia di Pescaraporto. Temo che questo intervento sia tardivo e non in grado di accertare se vi siano state condotte di rilevanza penale in una vicenda che ha visto certamente un trattamento di favore da parte del Comune di Pescara e della politica.

Si tratta di uno scandalo alla luce del sole che Rifondazione Comunista ha più volte denunciato.
Ricordo che il permesso rilasciato dal Comune di Pescara ai tempi della giunta Mascia era palesemente illegittimo.
Che il TAR infatti annullò il permesso recependo i motivi sostenuti da Rifondazione Comunista e dalla proprietà dell’hotel Regent.
Se al momento dell’autorizzazione la politica si è potuta nascondere dietro al ruolo dei dirigente tecnico, poi è emersa chiaramente la sua responsabilità.
Infatti il Comune di Pescara prima con l’amministrazione Mascia, poi con quella Alessandrini si è costituita al Tar e al Consiglio di Stato a difesa del permesso rilasciato alla società dei Milia-Mammarella.
Una cosa gravissima perchè il sottoscritto e il Regent in realtà difendevano il diritto del comune a esercitare la propria potestà pianificatoria e dunque a non veder stravolto l’iter di un piano particolareggiato per cui sono stati spesi centinaia di migliaia di euro e che era nella fase delle osservazioni.
La cosa più grave è che poi di fronte alla sonora bocciatura da parte del TAR siano intervenuti il governo Renzi e il parlamento a sbloccare l’intervento e un permesso illegittimo destinato all’annullamento definitivo.

Alla chetichella senza darne notizia un parlamentare NCD siciliano presentò un emendamento alla legge di stabilità che veniva recepito in Senato nel maxi-emendamento del governo Renzi. Guarda caso la relatrice del provvedimento era la senatrice pescarese Federica Chiavaroli che ne conosceva la materia essendosene occupata quando era consigliera comunale e regionale.
La “porcata” approvata è stata tenuta nascosta per mesi finchè non l’ho resa nota io che me ne accorsi leggendola citata in una delibera della giunta comunale di Pescara che si costituiva al Consiglio di Stato a sostegno dei privati.
Basta leggere il testo della sentenza del Tar e della norma approvata nel dicembre 2014 per rendersi conto che era stata confezionata ad hoc: https://mail.google.com/mail/u/0/#inbox?compose=15adc8b46883c975
Purtroppo nessun parlamentare – neanche di opposizione – ha chiesto al governo conto del perchè abbia posto la fiducia su una norma del genere.
Ricordo che il PD aveva votato contro il “decreto sviluppo” di Berlusconi ma che per sbloccare l’intervento pescarese ne ha approvato un’interpretazione autentica assai più da far west.
La Chiavaroli quando svelai la “porcata” dichiarò ai giornali di non saperne nulla: cosa improbabile visto che chi ha fatto il parlamentare sa che è prassi che il governo discuta proprio col relatore di maggioranza quali emendamenti recepire nel maxi-emendamento alla legge di stabilità. E come ho già scritto la Chiavaroli conosceva bene la materia. Che a presentare l’emendamento sia stato un collega del suo gruppo non mi sembra casuale.
C’è poi da chiedersi chi poteva adoperarsi per orientare il PD e il governo verso l’approvazione di una norma che sostanzialmente consente di stravolgere qualsiasi piano attuativo?
Io qualche idea me la sono fatta.
Maurizio Acerbo
 
P.S.: completa il quadro la questione segnalata dai consiglieri M5S del mancato stop all’intervento dopo approvazione del Piano Stralcio Difesa dalle alluvioni che invece ha bloccato tutte le aree limitrofe.

 

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