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Come una sveltina si trasforma in un pateracchio

ranxeroxOggi pomeriggio dopo la terza riunione di commissione ho acceso il computer e, come abitudine, sono andato a dare uno sguardo a primadanoi.it. Mi ha fatto saltare sulla sedia la lettura della vibrante protesta di Enzo Giammarino della Confesercenti.  Una delle varie porcate che avevamo bloccato con una estenuante battaglia in Consiglio Regionale è stata comunque inserita nella Finanziaria regionale. Ho presentato centinaia di emendamenti ostruzionistici e parlato per non so quante ore per costringere al ritiro di queste trovate.  Quella di cui parla Giammarino è la solita norma ad personam a cui ci ha abituati la storia del Consiglio Regionale. Le si propone per fare un “piacere” a qualcuno senza considerare gli effetti collaterali. Vado immediatamente a controllare sul BURA ed effettivamente le cose stanno come dice Giammarino. ne va della mia autostima. Un conto è essere battuto da forze soverchianti, altra farsela fare sotto al naso. Nel testo definitivo della finanziaria c’è effettivamente la porcheria che denuncia. Quella notte del 30 dicembre abbiamo finito di votare all’alba, ma ricordo con nettezza che avevamo ottenuto il ritiro della “porcata” in questione. Mi spremo le meningi e ricostruisco carte alla mano cosa può essere successo.

Rileggo il BURA e la legge che viene modificata con la mini norma di due righe e la situazione si chiarisce.

Fortunatamente la sveltina non è riuscita e si è risolta soltanto in un pateracchio.

 Il tentativo di rendere possibile la trasformazione di aree artigianali e industriali in commerciali è stato effettivamente impedito dalla nostra battaglia ostruzionistica. Era una delle norme che avevamo chiesto che venissero escluse nell’accordo con cui abbiamo abbandonato l’ostruzionismo. Il mio dovere di antivirus l’ho assolto con diligenza.

 Però gli azzeccagarbugli hanno lasciato sul testo un residuo, , oserei dire una striscia maleodorante.

 Infatti in commissione era passato un emendamento di consiglieri UDC e PDL che però era scritto male.

 Hanno sbagliato il numero del comma cui fare riferimento nella legge sul commercio e invece di 36 hanno scritto 35, come recita il BURA.

 

Il risultato, probabilmente involontario, è che nelle aree industriali e artigianali si potranno forse aprire ingrossi di ortofrutticoli, carne e pesce,

ma non “le tipologie di esercizi” cui intendevano aprire la strada i solerti consiglieri. Ad essere precisi la norma, a mio modesto parere, è

totalmente inefficace perchè i riferimenti anche a quel comma sono sbagliati.

 I promotori di queste fesserie legislative devono essersi anche accorti dell’errore perché in aula avevano riproposto un emendamento che

correggeva il riferimento, ma fortunatamente l’abbiamo bloccato.

Confido che il presidente Chiodi, che ha condotto personalmente la trattativa con l’opposizione, si faccia garante dell’immediata

soppressione della norma già nel Consiglio di martedì prossimo.

Non se la prenda il Presidente Pagano, ma emerge per l’ennesima volta che la fretta fa i gattini ciechi.

Sono mesi che mi tocca protestare durante le sedute per le improvvise accellerazioni della conduzione durante le votazioni.

Ora occorre porre rimedio e al più presto.

Giovedì porrò la questione in conferenza dei capigruppo e domani mattina depositerò il pdl che prevede l’abrogazione dell’articolo.

Rimane il fatto che in Consiglio Regionale c’è troppa gente che pensa che si

possa legiferare con le sveltine in una Regione che ha raggiunto livelli stratosferici di

disavanzo e dove i cittadini pagano le aliquote fiscali più alte d’Italia.

Riepilogo questa surreale vicenda legislativa:

 

Questa è la norma che volevano aggirare:

 

 LEGGE REGIONALE N. 11 DEL 16/07/2008

Nuove norme in materia di commercio 

 

Art. 1, Comma 50. (Razionalizzazione della rete distributiva). Non sono consentiti insediamenti di grandi superfici di vendita in deroga ai contenuti della presente legge. Non sono consentiti insediamenti di esercizi commerciali per la vendita al dettaglio nelle aree destinate ad insediamenti artigianali ed industriali. In tali aree è comunque consentita la vendita al dettaglio dei prodotti realizzati dalle aziende artigianali ed industriali ivi insediate.

 

Infatti la norma introdotta nella finanziaria regionale recita

all’art.36, comma 2:

 

Al comma 50 dell’art. 1 della L.R. n.11/2008, dopo le parole “artigianali ed industriali” sono aggiunte le seguenti: “fatta eccezione per le tipologie di esercizi di cui alla lettera e) dell’elenco allegato al comma 35”.

 

Peccato che al comma 35 dell’art. 1 della LR 11/2008 non c’è alcuna “lettera e)”.

 

Questo è il testo del comma 35 della LR 11/2008:

 

Il commercio all’ingrosso, ivi compreso quello relativo ai prodotti ortofrutticoli, carnei ed ittici, può essere esercitato, previa verifica, a cura dei competenti Uffici comunali, dei requisiti di cui ai commi da 6 a 10, effettuata al momento dell’iscrizione al registro delle imprese presso la Camera di Commercio competente.

 

La “lettera e)” si trova invece al comma successivo 36!

 

Morale della favola: volevano fare una sveltina ma hanno mancato il bersaglio.

 

Il testo della finanziaria regionale lo trovate qui:

http://bura.regione.abruzzo.it/Sm_File_033199.PDF

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