L’inchiesta sul giro d’affari legato alla Protezione Civile sta avendo un impatto mediatico enorme. Mi sembra però che ci si concentri sugli elementi più spettacolari, la figura di Bertolaso o gli ormai immancabili incontri erotici, e non sulle questioni più importanti. E’ già partito il referendum pro o contro Bertolaso (con media e istituzioni nonchè arcivescovi schierati a difesa del “santo). Poca attenzione, soprattutto nei tg, è dedicata al resto, cioè ai fatti addebitati agli arrestati e indagati. Insomma l’albero nasconde la foresta e la beatificazione di Bertolaso ancora una volta  copre con la sua luce abbagliante il lato oscuro (e affaristico) della vicenda. Mentre l’attenzione si concentra sugli avvisi di garanzia di Bertolaso ci si distrae dai fatti gravissimi emersi che hanno portato agli arresti di queste ore. Questa cricca di affaristi ruotava intorno al sistema Bertolaso. Magari lui non se ne era accorto (non aveva mica il tempo di leggere le inchieste apparse su Manifesto, Liberazione, Terra, L’Espresso, ecc.).
Non è compito della politica, né tantomeno delle autorità religiose, assolvere o condannare delle persone su cui è aperta un’indagine giudiziaria.
 E’ doveroso invece esprimere un giudizio politico sul contesto emerso finora dalle indagini e reso noto dalla stampa.
 Tutte le preoccupazioni che Rifondazione Comunista, altre forze di opposizione, comitati e giornalisti avveduti hanno espresso in questi mesi sui metodi emergenziali e le loro possibili conseguenze affaristiche escono confermate.
 Che genere di personaggi spregevoli si aggirino nel giro di affari dell’emergenza permanente è ben evidenziato dalle intercettazioni: gente che alla notizia del terremoto ride prevedendo una bella torta da spartirsi.
 Di fronte a tale squallore morale, a tale spregiudicatezza, una classe dirigente perbene dovrebbe esigere all’unisono che si faccia il massimo di chiarezza.
 Invece assistiamo al solito coro di assoluzione preventiva e di accuse alla magistratura.
 Qualsiasi persona intellettualmente e moralmente onesta non può che convenire sul fatto che – al di là della posizione personale di Bertolaso – sono venuti alla luce fatti “ gravissimi proprio per la sistematicità delle condotte illecite e dei rapporti illeciti di cointeressenza tra gli indagati e le rilevantissime ripercussioni finanziarie ed economiche ai danni del bilancio dello Stato”.
Il minimo che si deve pretendere è l’immediato ritiro della legge che prevede la trasformazione in spa della Protezione Civile e che si ridiscutano tutte le modalità per affrontare la ricostruzione che, vogliamo ricordarlo, è ancora ferma.
 E’ apparsa oggi sul sito del settimanale L’Espresso (domani in edicola) una dettagliata inchiesta sulla situazione a 10 mesi dal terremoto che dà un quadro assai realistico dei ritardi nella ricostruzione che non possono che suscitare sospetti in chi non ha perso un minimo di capacità critica.
 Non è ora che si abbandoni il modello aquilano per seguire le vie ordinarie del Friuli e dell’Umbria?
 Â
Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC Abruzzo
Marco Fars, segretario regionale PRC Abruzzo
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.