Del film “Il giovane Marx” mi ha entusiasmato la parte finale con Like a rolling stone di Bob Dylan (la mia canzone preferita di sempre) e il montaggio di immagini che raccontano più di 150 anni di contraddizioni del capitalismo e di comunismi. In quel minuto e quaranta secondi c’è ben riassunto che cos’è stato “il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente”. Su fb Riccardo Bellofiore ha segnalato una mini recensione di Michael Heinrich studioso e biografo di Marx che mi son tradotto con l’aiuto del dott.Google (le armi i proletari le hanno prese sempre dagli arsenali della borghesia, scriveva Tronti in Operai e capitale). Lo studioso precisa che il regista Raul Peck si è preso qualche libertà narrativa ma questo credo sia inevitabile nel fare cinema. D’altronde i film non possono sostituire i libri ma possono far venire la voglia di leggerli. Magari andando oltre quel capolavoro politico, teorico, storico e letterario che è Il Manifesto*.Â
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Questo è un film molto professionale realizzato da un regista di sinistra (Raul Peck), con attori piuttosto bravi. Copre il periodo tra il 1842, quando Marx era il caporedattore della Rheinische Zeitung e l’inizio del 1848, quando il “Manifesto comunista” era completato. Il film si concentra non solo sull’amicizia tra due giovani le cui teorie divennero in seguito enormemente influenti, Karl Marx e Frederick Engels; considera anche le relazioni di questi due uomini con le loro compagne, Jenny von Westphalen e Mary Burns, e il ruolo importante che queste donne hanno svolto. Rispetto ad alcune produzioni più vecchie dell’Unione Sovietica e della Germania dell’Est, questo film è molto meglio sotto tutti gli aspetti.
Tuttavia, “Il giovane Karl Marx” non è un documentario. I fatti grezzi sono corretti: che Marx ha curato un giornale a Colonia; che andò a Parigi, dove conobbe Proudhon e dove iniziò la sua amicizia con Engels; e che Marx ed Engels divennero influenti nella “Lega dei comunisti”.
Tuttavia, quasi tutti i dettagli sono puramente immaginari. Non sappiamo quando, dove e come Engels abbia incontrato Mary Burns. Neanche una singola foto di Mary è a nostra disposizione. La storia raccontata dal film – che Mary lavorava nella fabbrica in parte di proprietà del padre di Engels (a proposito: il padre non è mai stato un direttore della fabbrica in Inghilterra, ha sempre vissuto in Germania) – è solo una bella fiaba. Se si desidera produrre un film emozionante, è necessario utilizzare tali racconti fiabeschi e inserire dialoghi puramente immaginari per rendere le cose più intense. Non sto criticando questo metodo in quanto tale. Tuttavia, il modo in cui le cose si sono intensificate è stato francamente piuttosto discutibile sotto molti aspetti. Quando Marx appare per la prima volta nel film, discutendo con il comitato editoriale della Rheinische Zeitung e chiedendo una linea più radicale contro il governo prussiano, la polizia sta già aspettando fuori, bussando alla porta prima di arrestare finalmente l’intero comitato editoriale. Il problema non è che questo non è mai accaduto; il giornale fu censurato e infine chiuso dal governo, ma nessuno fu arrestato. Il problema è che questa prima scena presenta già il giovanissimo Marx come un combattente radicale contro le autorità prussiane, che reagiscono senza pietà . La storia vera non è così semplice, ma molto più interessante. La Rheinische Zeitung è stata fondata e finanziata dalla borghesia liberale della Renania, e poiché non era un giornale cattolico lo stato prussiano (protestante) aveva delle simpatie per esso. Nel 1842/43 Marx era un liberale, non un comunista. In quel momento non era un oppositore fondamentale dello stato prussiano; nei suoi articoli cercava di suggerire come lo stato prussiano – in quanto stato moderno e illuminato – dovesse agire. Solo dopo che la Rheinische Zeitung fu chiusa dalle autorità Marx iniziò a mettere in discussione la sua precedente posizione. Inoltre, le autorità prussiane in quel momento non erano così ostili a Marx come insinua il film: dopo aver chiuso la Rheinische Zeitung, contattarono Marx e gli offrirono un lavoro, un’offerta che Marx respinse. Per me, uno degli aspetti più affascinanti della personalità di Marx è questa volontà radicale di apprendere e cambiare i concetti precedenti alla luce di nuove intuizioni. Nel film questo aspetto è ridotto a una visione molto semplificata: il genio Marx, che era sempre sulla stessa strada corretta, che non ha mai dovuto superare alcune idee iniziali discutibili. Quando nel film Marx incontra Proudhon per la prima volta nel 1844, lo critica già con argomenti usati per la prima volta solo nel 1847 in “Miseria della filosofia”. Il film presenta Marx come superiore a Proudhon nella teoria sin dal loro primo incontro. Tuttavia, all’inizio del 1844, Marx ammirava Proudhon, perché in quel momento Proudhon era superiore a Marx nella sua conoscenza della teoria economica. Prima che Marx potesse criticare Proudhon, doveva imparare molto da lui. L’ignoranza del film sul reale sviluppo di Marx diventa molto chiara nella scena in cui Marx ed Engels si incontrano a Parigi nella casa di Arnold Ruge. A Marx non piace Engels e gli dice perché: perché quando si erano incontrati a Berlino nel salone di Bettina von Arnim, Engels parlava del comunismo come se lo avesse inventato. Dimentichiamo per un momento che Marx lasciò Berlino nell’aprile 1841 e Engels arrivò a Berlino solo nel settembre 1841, e di conseguenza che non abbiano mai avuto l’opportunità di incontrarsi a Berlino. Il punto importante è che nel 1841 il comunismo non era un problema né per Engels né per Marx. All’epoca non solo non erano comunisti; non avevano nemmeno discusso di teorie comuniste.Tuttavia, è un bel film e, come ho appreso da diverse discussioni, può ispirare le persone a conoscere meglio le vite e le opere di Marx ed Engels. Questa è già una virtù, che dovremmo apprezzare. Godetevi il film, ma non dimenticate che non è un documentario.
* Purtroppo i libri di Michael Heinrich non sono tradotti in italiano ma segnalo in rete Rileggendo Marx: nuovi testi e nuove prospettive.    A proposito della rivoluzione e della trasformazione sociale nel corso della sua vita Marx sviluppò la sua visione ben oltre il modello proposto nel 1848. Basta leggere il discorso tenuto a Amsterdam nel 1872 ai tempi della Prima Internazionale. Una bella biografia intellettuale e politica della seconda parte della vita di Marx è quella uscita di recente di Marcello Musto. Nella nostra biblioteca on line trovate un bel pò di testi su Marx e non solo.
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