Che vuol dire essere a sinistra? Siccome io affermo che tu sei stato sempre a destra ed io a sinistra, devo precisare.
Innanzitutto essere a sinistra presuppone (…) una formazione psicologica.
(…) Psicologicamente, io sono stato sempre a sinistra, certo per atavismo. Gente di montagna i miei avi non pagarono mai i diritti feudali; e non già in grazia a uno speciale privilegio, ma perché sopprimevano gli esattori baronali, regolarmente nei passaggi obbligati. Ne è derivato che, in me, la rivolta a dare quanto non è dovuto è istintiva.
Il primo impulso è quello, e poi la ragione lo conferma.
(…) il senso di giustizia è quindi moltiplicato per due.
Questo senso di giustizia (…) mi ha portato al socialismo. E il fastidio che (…) mi da l’autorità (…) esplode poi in umorismo, cioè il sentimento innato di rivolta, reso incruento e addolcito dall’educazione e dalla cultura.
Ecco psicologicamente, la destra e la sinistra. E mi permetterai che ti dica che tu (…) sei sempre stato a destra. (…)l’autorità ti ha sempre sedotto.Â
Per uno di sinistra il potere è solo un posto di responsabilità e di lotta, psicologicamente identico al posto che differenti momenti politici impongono si occupi in carcere, al confino, in esilio o fra i partigiani.
La sinistra, tu mi dici, deve consistere nel creare un governo amico dei lavoratori, capace, onesto, coraggiosamente riformatore. No, mio caro questo è essere a destra. Essere a sinistra consiste nel basare la lotta politica e ogni conquista della classe operaia e dei lavoratori nella lotta autonoma , sindacale, sociale e politica; essere presenti sempre nella lotta.
(…)All’atto della Liberazione a sinistra erano quelli che, stando nella lotta, intendevano legarla alla realtà , ed evitare il precipizio erano a destra quelli che pensavano che ormai non rimaneva altra da fare, tutto essendo già stato fatto.
Ed erano a destra quelli che ottenuta la Costituzione si rimettevano ai loro governi. La lotta per la democrazia non conosce riposo.
Essere a sinistra consiste nel creare non un governo amico dei lavoratori ma un governo dei lavoratori.
Ed è nella sinistra accettare il metodo democratico, erigerlo, imporlo agli altri, respingere con la violenza la eventuale violenza di chi, abbandonato il metodo democratico, ricorresse alla violenza, assente o complice lo Stato.
E basta davvero
Con affetto, tuo
Mondo Operaio, 28 giugno 1957
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