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QUELLA DI CHIODI E’ UNA EXCUSATIO NON PETITA

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Ieri il presidente della Regione Chiodi ha fatto una battuta che ha definito “ironica” rivolgendosi al suo collega lombardo Formigoni: «Probabilmente prenderemo un avviso di garanzia perchè abbiamo voluto fare presto e bene. Vuol dire che da ora in poi si rallenterà e magari la ricostruzione sarà più lenta». Il riferimento era alla realizzazione mediante accordo di programma della nuova casa dello studente.

La battuta è fuori luogo perchè in questa vicenda i tempi di realizzazione dell’opera pubblica non c’entra nulla. Serve soltanto a far passare il solito messaggio (usato da Berlusconi e Bertolaso come da D’Alfonso) che se fai le cose rischi. Oggetto di attenzione è invece il trattamento di favore nei confronti dell’Arcidiocesi aquilana. Cerchiamo di riepilogare i fatti e di fare qualche riflessione a voce alta premettendo che la ricostruzione già andava a rilento ben prima che esplodesse l’inchiesta fiorentina come racconta un reportage di Primo Di Nicola pubblicato la settimana scorsa su L’Espresso.

 Il presidente/commissario Chiodi non la conta giusta. Mi dispiace per lui, ma il “fare prima, presto e bene” non  ha nulla a che fare con la vicenda dell’accordo di programma per la nuova casa dello studente.

Chiodi mette le mani avanti, con la battuta ironica sui magistrati, forse perché sa che ci sono guai in arrivo?

“Excusatio non petita, accusatio manifesta” è una locuzione latina di origine medievale. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”, forma proverbiale in italiano insieme a “Chi si scusa, si accusa”, anch’essa equivalente.

Il significato di questa locuzione è: se non hai niente di cui scusarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti venir recepito come un atteggiamento sospetto, un indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere.

Già San Girolamo, nelle sue lettere avvertiva: dum excusare credis, accusas (“mentre credi di scusarti, ti accusi”).

Cito un santo perché la vicenda riguarda un trattamento di favore di dubbio interesse pubblico riservcato alla Curia aquilana il cui vescovo Molinari si segnala spesso per gli interventi a difesa dell’operato di Bertolaso e del governo.

La Regione Lombardia ha finanziato per 7,6 milioni di euro (con denaro pubblico non soldi usciti dalle tasche di Formigoni) la realizzazione di una nuova casa dello studente.

Casualmente è stata individuata un’area della Arcidiocesi e ovviamente si è deciso di non espropriarla nonostante la poco onerosa destinazione originaria di zona agricola promuovendo invece un accordo di programma tra Protezione Civile, Comune, Regione e Provincia.

L’accordo prevede che la Arcidiocesi dell’Aquila avrebbe concesso il diritto di superficie dell’area di intervento per un periodo di anni trenta, che la Regione Lombardia avrebbe provveduto a realizzare la residenza universitaria per un costo di sette milioni di euro e che al decorso del termine di trenta anni la struttura sarebbe transitata nella proprietà della Arcidiocesi.

Insomma, l’opera realizzata con denaro pubblico, diventerà di proprietà dell’Arcidiocesi. Ma non basta perché nonostante l’accordo prevedesse che il Comune avrebbe trasferito a titolo gratuito alla Regione Abruzzo l’uso della residenza universitaria, “affinché la Regione stessa, attraverso le sue articolazioni, provveda alla sua gestione”, cioè come prevede la normativa vigente la gestione della struttura andava affidata alla Azienda per il diritto allo studio invece la stessa è stata affidata alla Curia medesima.

L’ADSU sarebbe stata tenuta alla assegnazione degli alloggi secondo i criteri di parità di accesso previsti dalla normativa vigente.

Invece con delibera n. 624 del 2 novembre 2009 la Giunta regionale ha deciso di affidare la gestione della casa dello studente alla Arcidiocesi dell’Aquila per un periodo di cinque anni.

La motivazione appare ridicola: “impossibilità tecnica, anche per la devastazione provocata dal Terremoto di procedere con celerità alla individuazione degli aventi diritto in base alle ordinarie procedure regionali” da cui discende “la possibilità di garantire agli studenti universitari la libertà di scelta, anche all’interno di strutture pubbliche, in relazione alle proprie convinzioni e al percorso formativo proposto”.

In sintesi con la scusa dell’emergenza non solo si “passa col rosso” per gli appalti, ma persino per l’assegnazione dei posti letto per la casa dello studente non si ricorre alle graduatorie di legge.

Dunque grazie a Chiodi 120 posti letto vengono assegnati senza alcuna procedura di evidenza pubblica e secondo criteri del tutto discrezionali.

Faccio notare inoltre che, già lo stesso 16 giugno 2009 in cui era stato stipulato l’Accordo di programma il Presidente della Regione e l’Arcivescovo dell’Aquila avevano stipulato una scrittura aggiuntiva con cui la Regione si era impegnata a concedere all’Arcidiocesi la gestione dell’intero complesso “in ragione della circostanza che l’Arcidiocesi ha posto a disposizione in diritto di superficie e per anni trenta a titolo gratuito l’area di sedime dell’intervento”.

Dunque Chiodi cedeva la struttura alla Curia prima ancora che il Comune gliela mettesse a disposizione.

Non c’è bisogno che faccia l’elenco delle norme che a mio parere sono state violate, lascio a chi legge gli ulteriori approfondimenti.

Sulla vicenda giustamente degli studenti esclusi dall’assegnazione hanno presentato ricorso e quindi il Chiodi, sapendo che ormai tale vicenda è un segreto di Pulcinella, fa outing.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

N.B: L’Arcidiocesi aquilana ha affidato la gestione della struttura alla Fondazione Falciola, cioè una fondazione del nord legata a CL e alla Compagnia delle Opere, il “movimento” di cui Formigoni è il principale esponente politico. Se ne deduce che Formigoni è venuto in Abruzzo ad aprire con i soldi dei cittadini lombardi una nuova struttura per una fondazione del suo giro. Un vero filantropo, complimenti! 

LE 10 DOMANDE DELL’UDU A CHIODI (novembre 2009): http://www.inabruzzo.com/?p=20396

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