Nel 150° della Comune di Parigi va ricordato che i suoi principi e il suo esempio hanno dimostrato quell’eternità che gli attribuì Karl Marx scrivendo nei giorni che seguirono il massacro dei comunardi. La Comune è rimasta simbolo vivente della rivolta degli oppressi e della loro possibilità di cambiare la vita e il mondo, per dirla con i surrealisti.
Non è un caso che dall’incontro tra il principale esponente della beat generation Allen Ginsberg e la più importante punk band i Clash venne fuori nel 1982 un brano come Ghetto Defendant che accostava la descrizione dei ghetti delle metropoli nordamericane e del pianeta inondati di eroina e la rivolta dei proletari di Parigi del 1871.
Le voci di Allen e Joe Strummer si alternavano in una poesia che rendeva omaggio alla Comune e al poeta Arthur Rimbaud che alla rivolta dedicò versi entrati nella storia. Emblematico che, come segnala Toni Negri, l’ultimo libro importante uscito sulla Comune del 1871, quello di Kristin Ross Lusso Comune, parta proprio dai versi che Rimbaud dedicò all’epopea dei comunardi.
C’è un filo rosso in quella che Benjamin chiamava “tradizione degli oppressi”.
Ricordo quando ascoltai allora il brano per la prima volta e l’emozione: la voce di Allen pronunciava le parole “Paris Commune” nel disco di maggior successo commerciale dei Clash. All’epoca c’erano le rivolte degli immigrati caraibici in Gran Bretagna che ispiravano i Clash mentre i ghetti USA e le periferie d’Europa erano ormai inondate di eroina. Parole profetiche come quelle di Know Your Rights. Diventate realtà con le rivolte in Francia e più di recente Black Lives Matter che ha visto i “perseguitati del ghetto” affrontare la polizia bianca razzista in tutte le città degli Stati Uniti. Gli eserciti davvero hanno cominciato la guerra con le stelle. Nel testo Ginsberg cita una data 1873 non 1871, l’anno della Comune. Il riferimento è all’uscita della raccolta di Rimbaud Una stagione all’inferno.
ACCUSATO DI GHETTO
Morto di fame nella metropoli
Preso da necropolis
Drogato di metropolis
Fa il verme sull’acropoli
Fa danzare* la cosmopolis
Illuminando il popolo dei quartieri poveri
Oscurità affamata di vita,
Chi avrà sete nella fossa?
Presa all’amo in metropolis
Lei passò tutta l’esistenza a decidere
Come scappare via
Drogati di Metropolis
Una volta il destino aveva un senso
E gli anni mi sembravano amici
Ora le ragazze innamorate
Partoriscono bambini che possono sognare
Ma i sogni cominciano come la fine
Sparato nell’eternità
Metadone come premio
Ferrea serenità
Imputato di ghetto
L’eroina non ti piega
Nè il gas lacrimogeno nè le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Comitato strafatto
Murato fuori dalla città
Cacciato a bastonate dai quartieri alti
Parassita scovato con l’insetticida
Fuggito verso la zona del Barrio
Le guardie sono nervose
Obbligato ad assistere alla festa
E a raccogliere nel buio
Pochi spiccioli gettati
Bottiglie rotte
Scambiato per diritto di nascita
Fregato in un attimo
Imputato di ghetto
L’eroina non ti piega
Nè il gas lacrimogeno Né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Comitato strafatto
Nessuna botte di ferro
Fregato in un attimo
La pietà dell’eroina
Né i lacrimogeni né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Il principe del ghetto dei poeti di fogna
Fu cacciato via dalla stanza
Jean Arthur Rimbaud
Dalle guardie del corpo dell’avidità
Per aver violato il sepolcro
1873
Comune di Parigi
Le sue parole come lanciafiamme
Bruciarono i ghetti nei loro petti
La sua faccia fu dipinta più bianca
E fu sepolto
Morto a Marsiglia
Imputato del ghetto
Sepolto a Charleville
La pietà dell’eroina
Né i lacrimogeni né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Chiudi il becco per l’eternità
E’ la pietà dell’eroina
Né i lacrimogeni né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Guatemala
Honduras
Polonia
guerra dei 100 anni
La TV replica l’invasione
Squadroni della morte
Salvador
Meditazione afgana
Antica influenza cinese
Calci nelle palle
Cos’altro può fare un povero operaio?
Imputato di ghetto
La pietà dell’eroina
Né i lacrimogeni né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
Imputato di ghetto
La pietà dell’eroina
Né i lacrimogeni né le cariche coi manganelli
Ti impediranno di prendere la città
[in corsivo Allen Ginsberg]
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